Ottavo e ultimo episodio della prima stagione di The Acolyte, con l’augurio che si trasformi presto in ottavo e ultimo episodio della stagione. Season/series finale non scritto dalla showrunner Leslye Headland ma da Jason Micallef, uno che nel proprio palmares vanta la creazione di Heathers, serie che giustamente nessuno conosce e che è meglio lasciare nel dimenticatoio.
È curioso constatare come, nel tentativo di chiudere le diverse trame narrative in un classico crescendo di tensione e azione, la Headland non si sia fatta carico di sceneggiare un episodio così importante, lasciandolo in pasto a Micallef, uno sceneggiatore veramente poco conosciuto sconosciuto e con pochissima esperienza. Una scelta che Headland e Disney+ pagano pesantemente visto che il risultato finale lascia un bel po’ di amaro in bocca nonostante lo scontro tra Sol e Qimir sia ben coreografato.
Con questo non si sta assolutamente dicendo che se la Headland avesse firmato la sceneggiatura il risultato sarebbe stato nettamente superiore, però forse un po’ meglio di questo sì, anche se comunque il problema era, è e rimarrà la trama.
Senator Rayencourt: “Good. Here’s mine. I think the Jedi are a massive system of unchecked power, posing as a religion, a delusional cult that claims to control the uncontrollable.”
Vernestra Rwoh: “We don’t control the Force.”
Senator Rayencourt: “Not the Force. Your emotions. You project an imagine of goodness and restraint, but it’s only a matter of time before one of you snaps. And when, not ‘if’, that happens, who will be strong enough to stop him?”
Uno dei problemi principali di questo episodio è la sua prevedibilità: la storia si sviluppa secondo schemi ampiamente già stra-visti, con i personaggi principali che si trovano a fronteggiarsi a vicena in duelli paralleli, ben coreografati ma privi di quel pathos che sarebbe necessario avere in questi casi.
IL LATO OSCURO DELLA FORZA DI SOL
Il tanto atteso confronto tra Osha, Mae, Sol e Qimir si rivela meno incisivo di quanto ci si aspettasse, con buchi della sceneggiatura che portano Sol a dimenticarsi di utilizzare i suoi poteri Jedi quando è nell’astronave ad inizio puntata (o quando fa comodo a Micallef), salvo poi ricordarsi di averli nello scontro con Qimir, per poi dimenticarsi di nuovo di averli mentre Osha lo soffoca.
E proprio questa è, seppur telefonata, una delle poche svolte davvero interessanti dell’episodio: la morte di Sol per mano di Osha. Era stato lasciato intendere già negli scorsi episodi ma specialmente in “Teach / Corrupt“, dove questo cambiamento è stato gradualmente costruito, però il definitivo abbraccio di Osha al lato oscuro della Forza avviene in maniera goffa, preveibile e manca di pathos, anche per colpa di una recitazione piuttosto superficiale di Amandla Stenberg. Ecco quindi che uccidere Sol appare quasi come un atto dovuto, privo di quella tensione emotiva che avrebbe dovuto renderla memorabile.
Nota a margine: Sol, così come altri character della serie, non convince totalmente ma polarizza o verso un gruppo di hater che non lo tollera o verso chi lo reputa il miglior personaggio di questa discutibilissima serie, e come tale la sua morte o ha generato piacere fisico a parte del pubblico o ha minato ulteriormente l’opinione della serie qualora venisse rinnovata.
VERNASTRA PUTTANASTRA
Un altro punto saliente dell’episodio è la rivelazione che Vernastra sia in realtà la maestra Jedi di Qimir. Un colpo di scena che aggiunge una nuova dimensione al personaggio di Vernastra, mettendo in luce il suo ruolo di guida e il legame profondo con Qimir. Tuttavia, questa rivelazione arriva forse troppo tardi, limitando l’impatto che avrebbe potuto avere se fosse stata introdotta in precedenza nella stagione.
Ma il vero punto di discussione di “The Acolyte” è l’opinione che lascia allo spettatore terminata la visione di tutte le cose che Vernastra fa e dice. Non solo accusa Sol di essere il responsabile delle morti degli altri Jedi Indara, Torbin, Kelnacca e delle streghe, ma plagia anche la mente di Mae, mostrandosi veramente distante da quell’archetipo di Jedi buono e positivo che si conosce. Qui Vernastra è molto più simile ad un Sith “moderno” piuttost che ad un Jedi, il che è interessante ma sembrano quasi una forzatura, un modo per dare maggior peso emotivo a un episodio che, altrimenti, sarebbe risultato piuttosto piatto.
Invece di aggiungere profondità alla narrazione, questa scelta sposta nettamente le opinioni del pubblico nella direzione dei Sith rispetto a quella degli Jedi, tanto pessimi sono state le realizzazioni dei vari Jedi uccisi rispetto a quella di Qimir.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Questo season/series finale è un episodio che cerca di chiudere il cerchio delle vicende di questa prima stagione, ma la prevedibilità delle dinamiche tra i personaggi, la staticità della narrazione e una serie di scelte narrative discutibili minano un finale che avrebbe potuto essere più incisivo. La serie, nel complesso, ha mostrato del potenziale, ma questo episodio finale lascia l’impressione che ci fosse spazio per fare di più e di meglio, tutte cose che comunque ora non si vuole assolutamente vedere.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.