The Blacklist 6×15 – Olivia Olson (No.115)TEMPO DI LETTURA 4 min

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She’s gone. She’s really gone.

Le scene iniziali, con il loro profumo di Mission Impossible, sono piuttosto ben congegnate. Meglio ancora quella in cui Lizzie entra da Red (nell’ormai mitico appartamentino di Bethesda) chiedendosi perché gli uomini debbano sempre dimostrarsi stoici nel sopportare il dolore, a costo di implodere. Sta parlando di Aram, ma potrebbe riferirsi benissimo anche a Red, il quale si sta sottoponendo a delle iniezioni per la sua malattia (non ancora specificata).
Nel proseguire dell’episodio la trama di giornata ha una sua importanza, non tanto per la blacklister Olivia Olson in sé, quanto per i legami di quest’ultima con Anna McMahon e per come Ressler conduce le indagini al fianco di Lizzie. Il buon Donald ne ha davvero fatta di strada dagli inizi: adesso, alle sue ben note prodezze al volante unisce l’acume. Addirittura, è più interessato della sua collega a scoprire la verità su chi abbia preso il posto di Raymond Reddington e su Katarina Rostova. Come diceva Dario Baldan Bembo molti anni fa, l’amico è uno che di ogni tua pazzia ne fa una malattia.
Ambedue gli spunti aprono la porta a sviluppi da attendersi nelle prossime puntate. Stando alle sinossi pubblicate in rete, infatti, Ressler dovrebbe mettersi ad indagare su Katarina Rostova e si parlerà ampiamente di The Third Estate, l’organizzazione ispirata al Terzo Stato della Rivoluzione francese a cui è dedicato il file più segreto e delicato che Anna McMahon voleva tenere per sé.
Non meno importante è la sottotrama riguardante Aram. L’agente Mojtabai si fa venire l’alzata di ingegno e deruba Red, grazie a quanto scoperto in Lussemburgo, per ricattarlo e farsi portare da Samar. Per fortuna o purtroppo, la tenerezza del suo cuore e la mancanza di esperienza specifica in fatto di imprese criminali gli impediscono di portare a termine il suo piano. Decide di non cercare più la sua amata, perché ha capito quanto sarebbe rischioso stare insieme per tutti e due. Sicuramente ora gli resta un debito non piccolo da saldare col Concierge del Crimine, ma quando si hanno accanto amici sinceri (tra cui una collega Keen favolosamente ricca) quasi tutto si aggiusta. Insomma, un discreto tentativo di elaborazione del lutto stile Blacklist, per dare una chiusura, almeno temporanea, alle vicende che hanno tenuto banco nell’episodio precedente.
Red gestisce il tutto come fosse più o meno ordinaria amministrazione (forse anche questo gli è stato insegnato da Henry Fonda, Gregory Peck e Gary Cooper). Si ritrova per qualche momento nella stessa stanza con la McMahon ma non la uccide, preferisce gongolare e complimentarsi con se stesso per quanto ne sa della natura umana.
Risulta poco comprensibile, invece, lo stupore di quasi tutti i membri della Task Force al pensiero di stare aiutando un grandissimo criminale ad espandere ulteriormente il suo impero. Sembra non si siano accorti che è quello che stanno facendo da diversi anni a questa parte. Red ha pure spiegato di avere bisogno di moltissimi soldi per i suoi scopi, cioè la guerra ai signori del complotto mondiale. Non bastano come giustificazione le montagne di scartoffie che ora capo Cooper e i suoi uomini dovranno produrre ad ogni piè sospinto per volontà della loro nuova superiora, questo sembra proprio un errore di scrittura.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ressler in crescita (al volante e non)
  • Aram struggente
  • My grasp on human nature astonishes me
  • Non è consigliabile bere liquori mentre si è sotto medicinali
  • Stupirsi perché la Task Force aiuta Red a prosperare, se è quello che stanno facendo da anni

 

Puntata di transizione, il cui valore sta principalmente nei collegamenti che riesce a creare fra vicende passate e future. Tutta questa stagione, nel suo complesso, sembra dedicare grande cura nel cucire assieme, in un arazzo il più possibile coerente, i vari fili delle sottotrame lasciate in sospeso, per rilanciare tutto verso un degno compimento dell’opera. Non sempre ci si riesce, dati anche i cambiamenti in corsa ammessi dagli sceneggiatori, ma il tentativo è apprezzabile (un cambiamento in corsa è, per esempio, l’età di Lizzie. Nei primi episodi l’incendio si supponeva accaduto quando lei aveva 14 anni, diventati poi 4 o 7 nelle stagioni successive). Il blacklister poco incisivo, dopo due personaggi del calibro di Bastien Moreau e Robert Vesco, ci può anche stare. La settimana prossima, Lady Luck.

 

The Osterman Umbrella Company 6×14 4.03 milioni – 0.5 rating
Olivia Olson 6×15 3.42 milioni – 0.6 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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