Rapporti personali e analisi della società statunitense contemporanea. Questi sono i due elementi che l’hanno fatta da padrone in questo quinto episodio di The Boys. Essendo oramai entrato nella seconda parte della stagione, lo show creato da Eric Kripke ha deciso di affrontare temi molto importanti per il prosieguo della narrazione. Fino ad ora, infatti, c’erano stati alcuni cardini che avevano definito i personaggi e la trama. Innanzitutto, Butcher era guidato dalla volontà di vendicare la moglie. La decisione di Becca di restare con Ryan, però, ha ovviamente alterato la situazione. Sin dalla sua prima apparizione nella prima stagione, Kimiko e Frenchie avevano sviluppato un rapporto molto speciale. La morte di Kenji e gli eventi della scorsa puntata, però, hanno fortemente incrinato tutto ciò, portando i due personaggi ad allontanarsi considerevolmente. Dall’altro lato della barricata, Homelander è da sempre abituato a galvanizzare la sua fanbase facendo ricorso al patriottismo e a una retorica che può essere considerata abbastanza mainstream nella politica americana (soprattutto nelle fazioni conservatrici). Come fatto notare da Stormfront, però, la società contemporanea si basa più sull’essere personaggi polarizzanti che sul raccogliere ampi consensi. Infine, Queen Maeve è sempre stata un’alleata – anche se sempre più riluttante – di Homelander. La sua decisione di rivelare la relazione di Maeve con Elena, però, è stata probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
I rapporti tra i personaggi
Come annunciato nell’introduzione, il rapporto tra i personaggi ha avuto un ruolo preminente in questo episodio.
Butcher, dopo la decisione di Rebecca, ha sentito di non avere più la possibilità di raggiungere l’obiettivo che aveva guidato ogni sua azione negli ultimi otto anni. Per questo sembra pronto a chiudere i conti con il passato e iniziare una nuova vita in Argentina. Questo intento viene stoppato dall’intervento di Hughie e Mother’s Milk. Nel corso delle puntate il rapporto tra Hughie e Billy si era deteriorato costantemente; ora, però, le cose sono ovviamente cambiate: il piano per sfuggire all’agguato preparato da Black Noir rinsalda definitivamente l’alleanza tra i tre personaggi e ciò permetterà di dare un nuovo slancio alla loro azione contro la Vought.
Chi sembra, invece, sempre più isolato dal resto del gruppo è Frenchie. La morte di Kenji ha sicuramente incrinato il rapporto che aveva con Kimiko (per non parlare del suo tentativo di baciarla). Per la prima volta, però, in questa puntata Frenchie cambia atteggiamento nei confronti della ragazza. Come gli è stato suggerito nella scorsa puntata, smette di trattare Kimiko (che nel frattempo ha iniziato a lavorare come sicario per la mafia albanese) come fosse una bambina. Si tratta senza dubbio di un punto di svolta, anche perché – persa la connessione con Frenchie – Kimiko dovrà trovare il modo per reinserirsi all’interno del gruppo di Butcher & Co.
Un’altra relazione in forte evoluzione è quella tra Queen Maeve e Homelander. Lei era da tempo spaventata e insofferente nei confronti del leader dei Sette, ma ha sempre cercato di instaurare una parvenza di normalità facendo appello ai ricordi del passato. Ora, però, Homelander sta implicitamente minacciando Elena, e sta cercando di far pagare a Maeve la sua relazione con la ragazza. Di conseguenza, Maeve sta passando all’attacco, e la sua strategia prevede la partecipazione di The Deep. Dopo puntate in cui ci si è interrogati sull’utilità della sua storyline, adesso – a quanto pare – il supereroe anfibio sarà nuovamente integrato all’interno delle storyline principali.
L’analisi della situazione socio-politica statunitense
Con Queen Maeve che pianifica di annientarlo, A-Train espulso proprio da lui, Starlight che ovviamente non può essere una sua alleata, The Deep alleato di Maeve, e Black Noir sostanzialmente indecifrabile, su chi può contare Homelander? Solo su Stormfront, a quanto sembra. Come dimostrato dal fallimentare intervento di Homelander durante un comizio, le parole della supereroina, pronunciate nella scorsa puntata, erano profetiche. Homelander incarna il tradizionale eroismo americano, ma quei tempi sono oramai finiti. In una società sempre più polarizzata, con fazioni che non riescono più a vivere insieme, l’eroe che unifica la nazione è un concetto datato e anacronistico. Quello che serve, invece, è una figura che individui una sua precisa base di sostenitori, e faccia di tutto per galvanizzarla e mobilitarla. Le conseguenze di questo atteggiamento, ovviamente, includono un aumento della polarizzazione e della violenza nella società.
A questo punto, è anche necessario affrontare la questione dei cambiamenti nel personaggio di Stormfront. Come è noto, nei fumetti non solo era un uomo, ma le sue ideologie erano molto più esplicite (aveva una svastica disegnata sul mantello). La versione televisiva, invece, lascia appena intravedere – almeno all’apparenza – il suo razzismo e la sua violenza. Inoltre, anche il modo in cui sta pian piano radicalizzando Homelander è utile ai fini del messaggio che si vuole mandare. Tutti questi elementi, infatti, vogliono rappresentare il modo – più subdolo rispetto al passato ma ugualmente pericoloso – in cui certe ideologie si propagano nella società contemporanea.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.