The Boys 4×04 – Wisdom Of The AgesTEMPO DI LETTURA 6 min

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The Boys 4x04 Recensione

“I’m sorry, I got to interrupt. I’m so sorry. I need, I need to make a confession. I need to confess my sins. Ain’t no way to sugarcoat this. I had inappropriate relations with a sweet young man. Damn, that smile. But that young man, he was 15 years old. But the moment of my greatest weakness was also the moment that pushed me to my eternal salvation. I was born again, and my sins were washed away by the tears of His love. Praise the Lord! Now, I-I believe that our Lord Jesus Christ put that young man in my life to lead me to the path of righteousness. You got to choose to turn in to the light of His love. And that’s what Starlight, she just didn’t do.”

The Boys è, notoriamente, uno show incentrato sui supereroi. In teoria, dovrebbero essere figure sovrumane, ossia in grado di trascendere l’umanità e i difetti e le debolezze che da sempre l’accompagnano. Tuttavia, se si dovesse scegliere una parola per descrivere questo episodio, la scelta ricadrebbe proprio su umanità. In primo luogo, umanità è l’insieme di sentimenti e di desideri – in primis quello di essere amato – che la Vought ha instillato nella mente del giovane Homelander al fine di controllarlo.
Altrettanto umana è la volontà di un figlio di non vedere morire il proprio padre e, dunque, di essere pronto a tutto pur di salvarlo. Anche a costo di superare determinate linee rosse. Infine, non c’è nulla di più umano del diritto di una donna a decidere del proprio corpo e di non essere giudicata per questo, soprattutto quando si tratta di decisioni come quella di abortire. Dopo il soddisfacente trittico di puntate iniziale, dunque, The Boys ha deciso di dedicare un episodio all’esplorazione dell’umanità dei personaggi che caratterizzano la serie. Anche, e soprattutto, di quelli che non dovrebbero essere umani.

INFANZIA


Nel corso della precedente puntata, Homelander si è fortemente arrabbiato con Ryan a causa della decisione del ragazzo di andare a visitare Butcher. Come spiegatogli delle molteplici immagini riflesse nello specchio rotto, il giovane supereroe sta ereditando lo stesso tallone d’Achille del padre: il desiderio di essere amato dalle persone. Per evitare l’infausto destino al proprio erede, Homelander ha dunque deciso di affrontare il problema alla radice, ossia tornare nel laboratorio in cui è cresciuto e dove gli psicologici della Vought gli hanno instillato questo desiderio con l’obiettivo di controllarlo.
Come immaginabile, il risultato è alquanto violento. L’aspetto da sottolineare, tuttavia, è la qualità e la peculiarità della messa in scena della vendetta. In pieno stile Homelander, si inizia con un incipit da eroe americano, che non dimentica le sue origini e porta una torta per ringraziare gli scienziati che si sono occupati per anni di lui. Tra un sorriso forzato e un altro, il ghigno tradisce però le mosse successive. Homelander utilizza dunque il pretesto di raccontare qualche aneddoto per rievocare momenti in cui lui – sovrumano tra i sovrumani – si è sentito umiliato da dei comuni mortali. L’accondiscendenza terrorizzata degli altri scienziati – costretti ad assistere a un’anticipazione di quello che sarebbe poi toccato a loro – e la grande interpretazione di Antony Starr hanno conferito un’aria di claustrofobia e adrenalina alle torture nei confronti di Frank e Martin.
In un certo senso, l’intera sequenza ha ricordato opere ambientate nei regimi totalitari nel Novecento. Ogni pretesto era sufficiente per l’uccisione, la volontà di chi detiene il potere era assoluta e le persone comuni – in questo caso gli scienziati – assecondavano ogni scelta, anche se sapevano che prima o poi sarebbe arrivato il loro turno.

MATERNITÀ


In diverse interviste, lo showrunner Eric Kripke non ha nascosto gli intenzionali ed evidenti riferimenti dello show alla vita reale degli Stati Uniti contemporanei. In questa stagione, la metafora è diventata ancora più esplicita, con una società polarizzata tra due schieramenti opposti (Starlighters contro Homelanders) e un’elezione presidenziale il cui processo democratico rischia di essere sopraffatto e ribaltato con la violenza.
Un altro aspetto in cui gli omaggi al presente sono all’ordine del giorno rappresenta il segmento di narrazione dedicato al ruolo dei media. Parte del piano di Sister Sage, infatti, ruota attorno all’utilizzo di Vought News Networkossia la Fox Newsdell’universo narrativo in cui si trovano i personaggi. Mediante i programmi in palinsesto, il network ha convinto buona parte della popolazione dell’esistenza di un’organizzazione – capeggiata da Starlight – specializzata nel traffico di minori. In questo caso, il rimando è ovviamente al celebre movimento QAnon.
Per di più, la rete sta permettendo di ingrandire sempre di più la popolarità di Firecracker, vera antagonista di Starlight in questa stagione. Nel corso di una maratona Mentana dedicata a Starlight, Firecracker riesce – in pochi minuti – a:

  • Utilizzare un reato da lei compiuto – ossia una relazione con un quindicenne – per rafforzare la sua immagine di persona cristiana e devota a Dio. Ciò ricorda molto la situazione di Donald Trump, considerato dal mondo conservatore come un esempio di cristianità, sebbene non sia devoto, si sia sposato molte volte e abbia avuto un gran numero di relazioni extraconiugali;
  • Rivelare al pubblico che Starlight fosse incinta e abbia deciso di abortire. Nello stato di New York, ciò è perfettamente legale, eppure il framing usato dalla conduttrice riesce a renderlo come il simbolo della cospirazione anti-cristiana portata avanti da Starlight.

Per di più, la rivelazione ha avuto l’effetto di far scattare una comprensibile – seppur mediaticamente e politicamente controproducente – rabbia in Starlight. Rabbia che è stata espressa sotto forma di aggressione fisica in diretta televisiva contro la rivale. Più di tutte le disavventure causate Butcher & Co., quest’episodio di violenza rischia di essere il colpo più duro alla lotta contro Homelander.

FAMIGLIA


Il rapporto di Hughie con la famiglia non è mai stato idilliaco. Arrabbiato contro una madre che lo aveva abbandonato e disinteressato nei confronti di un padre che vede come rassegnato alla vita, il personaggio interpretato da Jack Quaid ha cercato e trovato una nuova famiglia in Butcher, Starlight, Frenchie, Mother’s Milk e Kimiko. Nel momento in cui suo padre si trova in coma irreversibile, tuttavia, Hughie ha avvertito un forte rimorso per averlo ignorato e allontanato dalla propria vita negli ultimi anni. Al fine di espiare le colpe, ha dunque fatto di tutto per procurarsi del Compound V e garantire una nuova vita a suo padre. Sebbene si tratti, chiaramente, di una vita fatta di superpoteri e di tutte le problematiche a essi associate.
Come prevedibile, conoscendo il personaggio, alla fine Hughie non riesce a compiere il passo decisivo. Al contrario di sua madre, la quale aveva anticipato il figlio, somministrando dunque il Compound V all’ex marito. Come indicato nelle precedenti recensioni, l’ingresso di Daphne non poteva essere casuale e fine a se stesso. Considerando anche il suo legame con la Vought, la sensazione è che il personaggio diventerà sempre più rilevante nel corso della stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il concetto di umanità mostrato in tutte le sue sfaccettature
  • La crudele vendetta di Homelander
  • La propaganda di Vought News Network e la reazione di Starlight
  • Butcher ha sviluppato i poteri?
  • Daphne Campbell
  • La storyline di Frenchie

 

“You know, friends tell friends the truth, and The Supe Control bill would’ve passed with flying colors. But after what you pulled today might as well call it the Psycho Starlight Baby-Killer bill. I can’t be affiliated with you anymore”.

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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