Il terzo episodio della quarta stagione di The Boys storicamente ha sempre rappresentato la fine di un lungo prologo che è sempre strategicamente studiato per adeguarsi al rilascio della serie da parte di Prime Video che, specialmente per The Boys, sceglie sempre un’uscita unica per le prime tre puntate per poi passare a cadenza settimanale, esattamente come Hulu.
“We’ll Keep The Red Flag Flying Here” non è assolutamente diverso dai vari “Get Some“, “Over The Hill With The Swords Of A Thousand Men” e “Barbary Coast” che l’hanno preceduto, e segna un capitolo cruciale nella serie. Introduce cambiamenti significativi nelle dinamiche del gruppo dei Seven e offre momenti di introspezione per i due personaggi chiave che cambiano atteggiamento, vedi Butcher con Ryan e Homelander con sè stesso.
M.M.: “I mean, Sage? Elon Musk has more charm than she does, and he’s half-android.”
THE BOYS IN EVOLUZIONE
Uno dei momenti più sorprendenti dell’episodio è l’interazione tra Ryan e Butcher. Per la prima volta Butcher mostra un lato più umano scegliendo di non drogarlo, una scelta inaspettata che lo rende meno “figlio di puttana” e più complesso (e umano) come personaggio. Una svolta interessante che delinea un chiaro percorso di maturazione e fa anche ipotizzare che la loro relazione sia in evoluzione. Probabilmente per preparare il terreno per un possibile futuro in cui Ryan si schiererà con i Boys mentre il governo contro il padre, e forse anche con il nonno.
Nel frattempo se c’è un protagonista che cambia e migliora, non si può dire lo stesso degli altri character. All’interno del gruppo dei The Boys:
- Mother’s Milk continua a mostrare le sue carenze come leader e la sua incapacità di mantenere il controllo su Frenchie e Kimiko, che seguono le loro discutibilissime storyline ignorando i suoi ordini, sottolinea la sua mancanza di carisma;
- la gestione di Hughie al palaghiaccio, in un momento che esalta l’importanza di Sister Sage ma evidenzia l’inutilità di Mother’s Milk, rafforza ulteriormente questa percezione;
- nel frattempo la sottotrama di Starlight, che la vede impegnata in un confronto con Firecracker durante il quale viene rivelato il motivo del suo odio, è utile per svelare una dimensione più profonda della villain, che inizia a guadagnare un certo apprezzamento da parte del pubblico.
Homelander: “And today is a very special day because The Seven is getting even stronger as we welcome two new members. Put your hands together for Firecracker and Sister Sage.“
THE SEVEN IN EVOLUZIONE
E parlando di apprezzamento da parte del pubblico per gli antagonisti, non si può non parlare di Sister Sage e di Homelander. L’arrivo di Sister Sage come membro ufficiale dei Sette è un evento di enorme importanza, non solo perché introduce un personaggio complesso e potente, ma anche perché altera drasticamente gli equilibri di potere all’interno del gruppo. Patriota, che solitamente detiene il controllo assoluto, si ritrova a dover cedere spazio e potere a Sister Sage, creando una tensione palpabile e nuove dinamiche di leadership. Sister Sage non solo si afferma come una figura autorevole, ma anche come un personaggio imprevedibile, capace di sorprendere tutti bombandosi The Deep, in un atto che dà finalmente un senso alla sua esistenza in questa stagione.
Infine menzione d’onore va fatta al volto più iconico dello show perché l’interpretazione di Antony Starr nel ruolo di Homelander è semplicemente magistrale. Nella scena finale con lo specchio (ma anche prima), riesce a trasmettere un mix di follia e vulnerabilità che quasi fa empatizzare lo spettatore per lui, o comunque rende molto più razionalizzabile il suo comportamento. Questo non solo testimonia l’ottima scrittura del personaggio, ma anche le incredibili capacità attoriali di Starr che meriterebbe senza dubbio un Emmy per la sua performance.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“We’ll Keep The Red Flag Flying Here” riesce a intrecciare magistralmente nuove dinamiche, evoluzione dei personaggi e momenti di tensione, mantenendo alta l’attenzione del pubblico e preparando il terreno per sviluppi futuri ancora più esplosivi.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.