The Boys si è contraddistinta tra le decine di serie in uscita ogni mese per la straordinaria capacità di creare dei personaggi complessi, mai banali e che cambiano in modo convincente seguendo l’arco narrativo. Se le prime due puntate sono state principalmente d’introduzione, in “Over The Hill With The Swords Of A Thousand Men” i puntini iniziano ad unirsi. Grazie alla buona riuscita del piano di Annie e Hughie i media vengono a conoscenza degli esperimenti condotti sui bambini poi diventati dei Super, notizia che passa in secondo piano a causa della missione di Butcher di consegnare alla CIA il Super Villain – per essere fedeli alle decisioni di Homelander – Kejin.
Ma i protagonisti indiscussi della puntata sono Homelander e Stormfront. New entry dei Seven – ingaggiata per occupare il posto lasciato vuoto da Translucent – Stormfront si dimostra fin da subito un personaggio interessante per il suo forte temperamento che, in questa terza puntata, raggiunge un nuovo livello.
Tutti i personaggi della serie presentano molte sfaccettature che vengono rivelate man mano con il susseguirsi degli episodi; seguendo questa stessa filosofia, Stormfront poteva sembrare un personaggio piatto e monotono se messa a confronto con le altre forti personalità che compongono i Seven: contraria alle operazioni di marketing del suo personaggio e alla politica della Vought, senza peli sulla lingua e vicina al movimento femminista, per i non lettori dei fumetti (sebbene il personaggio sia stato stravolto nell’adattamento) poteva sembrare un rimpiazzo comodo per accalappiarsi un target ben preciso di spettatori, invece negli ultimi minuti le carte in tavola vengono completamente ribaltate. Non è la sola ad utilizzare i suoi poteri e la sua fama per commettere omicidi e dar sfogo al suo sadismo per poi avere le spalle coperte, ma è anche colei che non cerca di nasconderlo e l’unica del gruppo a non aver paura di Homelander, tanto da mettere in dubbio la sua autorità. Se lo Stormfront dei fumetti è poco sobrio mentre esibisce una svastica sul suo mantello, la versione femminile della serie tv ricalca comunque gli ideali del personaggio originale, soprattutto quando esordisce con la frase che, per ora, più rappresenta Stormfront: “Open your eyes. I like to see the light go out. Fucking yellow bastard“.
Homelander dal canto suo è il personaggio più complesso e meglio costruito di tutta la serie. Se nella prima stagione era lui a comandare il destino dei Seven e a prendere decisioni importanti per la compagnia in quanto elemento di punta del franchising, dopo la morte di Stillwell si ritrova a fronteggiare Edgar che invece lo tratta come un semplice impiegato. La sua autorità viene meno in tutti i fronti: dai piani alti della Vought, da Stormfront e non da meno da quella che lui considera la sua famiglia. Tratto essenziale del personaggio – spesso spinto fino a diventare inquietante -, Homelander si sofferma più volte sul non avere una famiglia di appartenenza e la sua ricerca continua del costruirsi un nucleo familiare lo porta prima a molestare Becca e Ryan, per poi tornare nuovamente dai Seven. In questa confusione che ha travolto il leader dei Super di certo non ci si aspetta che faccia un passo indietro e permetta di essere trattato così. The Boys ha insegnato ampiamente che non c’è mai fine al peggio.
La storyline di The Deep, intanto, continua a prendere abbastanza spazio ma non convince ancora appieno. Il non accettare il proprio aspetto e cercare di far empatizzare con un personaggio che fino alla scorsa stagione usava il proprio potere per avere favori sessuali non funziona, nonostante determinate contrapposizioni e stratificazioni nei sentimenti del character siano coerenti con la struttura caratteriale di alcuni Super. Al contrario della Church Of The Collective continua ad essere uno spunto interessante per una linea narrativa che tuttavia ancora non è decollata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Si è entrati nel pieno dell’azione e sono stati gettati elementi nuovi che lasciano presagire un continuo di stagione all’altezza della prima. Per il momento ci sono molti spunti che sembrano interessanti e che quasi sicuramente verranno trattati, tuttavia queste tre puntate sotto alcuni punti di vista stanno faticando a decollare, nonostante rimangono comunque un buon prodotto, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione e la recitazione.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.