Pare corretto aprire questa recensione facendo un piccolo appunto come avvenuto per la scorsa puntata: questi primi tre episodi rappresenterebbero gli ultimi episodi della sesta stagione per questo motivo è facile percepire in “The Speed Of Thought” un chiaro rilancio narrativo verso una imminente chiusura.
La scelta d’aprire la puntata con la fase di cordoglio per la scomparsa di tutti gli Wells è conveniente per gli sceneggiatori, ma compassato per i personaggi e per il pubblico. L’elogio funebre di Barry commuove il giusto ed aiuta a riportare alla mente ogni singolo passaggio delle precedenti stagioni in cui un Wells si è reso indimenticabile.
Ma, trattandosi questo in linea ipotetica del penultimo episodio della sesta stagione, non c’è effettivamente tempo per la commozione ed il sentimentalismo visto e considerato che Iris, Singh e Kamilla continuano ad essere intrappolati nella realtà.
LA SPEEDFORCE THINKING
La velocità di Barry, ripresasi dopo il sacrificio degli Wells, viene implementata da un nuovo upgrade decisamente interessante, ma che finirebbe per tagliare fuori la totale utilità del resto del team Flash: Barry, infatti, ha acquisito la speedforce thinking, diventando passo passo sempre più veloce nel realizzare idee, anticipare quanto gli viene esposto, predire scenari futuri. Allo stesso tempo però, il ragazzo lentamente perde contatto con il proprio lato umano e la propria singolare emotività diventando un vero e proprio automa mosso dalla pura e semplice razionalità meccanica e statistica. Una cosa che porta Flash a smettere di essere Barry ed assomigliare sempre di più ad Eobard Thawne, come lo stesso Cisco appunterà in un dialogo.
Per quanto la speedforce thinking rappresenti una scelta narrativa di sicuro interesse, non riesce a risultare originale in ogni suo aspetto visto e considerato che più volte, nelle fase di indagini dei vari casi per cui Barry ha collaborato con la polizia di Central City, lo si è visto ragionare, prendere appunti e stilare schemi alla consueta velocità di Flash. A fare la differenza è chiaramente l’influsso delle particelle dei vari Wells confluiti nella Artificial Speed Force ed entrati in circolo all’interno di Barry, elemento che giustifica questa involuzione emotiva di Barry e l’unicità dell’avvenimento. Questo cambiamento del giovane Allen comporta un’analisi molto razionale e “numerica” della situazione riguardante i tre amici bloccati nel Mirrorverse con una conclusione molto semplice: è impossibile riuscire a salvare tutti e tre, quindi considerato che Iris rappresenta la persona più informata riguardo Eva ed il Mirrorverse la scelta riguardo chi salvare deve ricadere per forza di cose su di lei. Una scelta egoistica e presa singolarmente da Barry che, per evitare qualsiasi influsso sentimentale dal resto del gruppo tiene all’oscuro di tutto Cisco, Frost e Allegra con il risultato di creare una vera e propria spaccatura all’interno del team Flash. I quattro arrivano allo scontro e nonostante una Frost in versione velocista (scelta interessante, ma nulla di più) sarà proprio Flash, grazie alla speedforce thinking a dominarli e sconfiggerli predisponendo il portale verso il Mirrorverse per salvare Iris.
A questo punto della narrazione l’involuzione è completata: durante il dialogo tra Barry ed Iris, che avviene attraverso lo specchio prima che quest’ultima venga trascinata con la forza da parte del velocista, non si intravede umanità e/o una qualsivoglia parvenza di sentimenti. Piuttosto, ciò che si intravede dietro il candido volto di Grant Gustin è Eobard Thawne.
IL RITORNO DI WELLS…?
È proprio da quest’ultimo che la puntata, richiudendosi su sé stessa e tracciando la chiusura del cerchio aperto con l’elogio funebre a Wells, fa ritorno. La serie torna indietro nel tempo, al momento in cui Thawne rubò l’identità di Harrison Wells per poi seppellirlo ed abbandonarlo in un campo. A distanza di venti anni, proprio Harrison Wells, l’unico Wells effettivamente estraneo all’intera faccenda dei Flash, fa ritorno sulla scena. Sarà fondamentale capire per quale motivo sia avvenuto questo twist. Si tratta dell’ennesimo cambiamento ad opera della Crisi? Si sarebbe portati a credere di no, visto e considerato che il multiverso è stato dato per distrutto e Nash Wells era l’unico Wells rimasto in circolazione.
Risulta facile supporre, a questo punto, che il sacrificio avvenuto nella scorsa puntata per alimentare l’Artificial Speed Force sia strettamente correlato forse perché, scomparso un Wells di fatto proveniente da un’altra realtà, da un’altra Terra, lo slot a disposizione può essere ripreso dal Wells originale. Diversamente, andrà approfondita la questione vista l’importanza sia del colpo di scena, sia del personaggio che ha fatto ritorno. Resterà da capire come il Wells originale si configuri all’interno del piano del team Flash per recuperare i restanti amici rimasti bloccati nel Mirrorverse, nonché Iris alle prese con delle convulsioni causate dal brutale salvataggio dell’automa Barry.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una sola puntata al fatidico (e mai andato in onda) finale della sesta stagione. E si tratterà solamente del terzo episodio di questa settima stagione iniziata sottotono ma che sembra avere le carte in regola per raddrizzare il tiro. Molto dipenderà dalle spiegazioni che verranno date dalla prossima puntata. C’è un morto non indifferente tornato in vita che deve essere giustificato.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.