The Good Fight 3×03 – The One Where Diane Joins The ResistanceTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il terzo episodio di The Good Fight, intitolato “The One Where Diane Joins The Resistance”, divide in maniera equa il suo minutaggio in tre storylines parallele, che tengono occupati tutti i personaggi principali della serie. In questo modo si garantisce a ciascuno il proprio spazio, ma contestualmente si mettono in evidenza le debolezze di un character rispetto ad un altro. Come già detto in altre recensioni passate, Diane Lockhart spicca da sola e trascina lo show solo con la sua presenza, mentre altri personaggi hanno difficoltà ad emergere.
Michael Sheen è sempre una goduria per gli occhi, in quanto a capacità recitative e il ruolo del gigione gli riesce sempre splendidamente. Robert Blum è un ossimoro in carne e ossa: brillante, fastidioso, audace, scomodo, impertinente. In questo episodio, il carismatico avvocato viene affiancato a Maia Rindell per vari motivi: creare il caso giudiziario della settimana, farlo conoscere ancora di più al pubblico, ma soprattutto dare risalto e spessore al personaggio interpretato da Rose Leslie. Dopo lo scandalo della sua famiglia, che aveva tenuto banco per tutta la prima stagione, il peso di Maia all’interno della serie si era via via affievolito. Con l’aiuto di Marissa Gold prima e Robert Blum ora, gli sceneggiatori cercano di delineare il personaggio della Rindell sotto una nuova luce. Per ora il cambiamento sembra troppo repentino, ma staremo a vedere.
Anche il divorzio tra Liz Reddick e il Capitano Ian Lawrence serve come trampolino di lancio per il nuovo ruolo di Lucca Quinn, altrimenti relegata alla sola veste di madre, senza storyline alla sua altezza, e questo sarebbe stato davvero un peccato, dato il potenziale di Cush Jumbo. La gestione della sottotrama del divorzio, però, pecca di molti difetti, tra i quali presentare Liz Reddick come una donna egoista, che sputa in faccia al marito la sua decisione e pretende la custodia esclusiva del figlio senza il minimo segnale che il marito (quasi ex) non fosse stato un buon padre. Il ruolo ricoperto da Audra McDonald ancora non è riuscito a conquistare l’empatia del pubblico, nonostante sia entrato nel cast da più di un anno. Liz e il suo ex-marito Andrew Boseman (scontata la supposizione che potrebbero tornare assieme) dovrebbero, forse, rappresentare i nuovi Diane Lockhart e Will Gardner, ma siamo lontani anni luce dalla coppia d’oro di The Good Wife.
Diane Lockhart, dal canto suo, si mostra distante da tutti i meccanismi e gli avvenimenti all’interno dello studio legale del quale è senior partner, presa com’è dalla sua mission di combattere Trump e spodestarlo dal suo trono alla White House. L’incontro con il gruppo di complottiste, che credono di dover fare qualcosa di concreto invece che lamentarsi contro il televisore, danno nuova linfa vitale a Diane che, però, non può permettersi di rimanere uno stand-alone character ancora a lungo. In The Good Wife prima aveva Will Gardner e poi Alicia Florrick; in The Good Fight manca un personaggio che abbia il suo stesso carisma e la sua stessa potenza per poter farsi da spalla a vicenda ed è proprio questo il difetto principale dello show. Inoltre, un focus troppo importante su Donald Trump potrebbe annoiare gli spettatori e appesantire la trama, se non gestito a dovere. Si veda, infatti, la ricomparsa dell’NSA che ha già dato del filo da torcere a Diane in passato.
Una piccola parentesi va dedicata anche a Marissa Gold e al nuovo compito datole da Julius: gestire la campagna per la sua candidatura a giudice federale. In un gioco di specchi, Marissa arriva a ricoprire, quindi, la stessa carica di Eli Gold nella serie madre. La ragazza e il padre condividono la stessa intelligenza, caparbietà, astuzia e la giusta dose di sarcasmo che non guasta mai. Siamo sicuri che Marissa non farà troppo rimpiangere uno dei personaggi più apprezzati dell’universo di The Good Wife.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Michael Sheen
  • Viene creato un nuovo ruolo per Lucca Quinn, alla quale mancavano le aule di tribunale
  • Siparietti esilaranti in perfetto stile The Good Fight
  • Marissa Gold come suo padre
  • Tiritera del divorzio di Liz Reddick
  • Molti dettagli scontati
  • Cambiamento repentino di Maia Rindell. Servirà a qualcosa?
  • Pesantezza della storyline di Trump
  • A Christine Baranski manca un comprimario
  • Ancora l’NSA??

 

Un inizio di stagione in sordina per The Good Fight che deve ancora assestarsi e capire cosa voglia trasmettere allo spettatore. La creatura dei coniugi King sembra una nave appena uscita dal porto, che non conosce la sua destinazione finale e non sa quante tempeste dovrà affrontare nel frattempo. Nonostante tutto, siamo disposti a dare fiducia.

 

The One Inspired By Roy Cohn 3×02 ND milioni – ND rating
The One Where Diane Joins The Resistance 3×03 ND milioni – ND rating

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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