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L’ottavo episodio di The Good Fight segna un importante punto di raccordo per diverse storylines che sono state sviluppate nelle puntate precedenti ed i coniugi King sfruttano, ancora una volta, la loro maestria nel tirare le fila e far combaciare tutto come fosse un unico e grande puzzle.
All’interno della puntata troviamo delle vecchie conoscenze per qualsiasi estimatore dell’universo di The Good Wife/Fight: l’avvocato Solomon Waltzer, Felix Staples e il fittizio motore di ricerca ChumHum. Il caso legale della settimana riguarda, infatti, uno specchietto per le allodole che cela qualcosa di molto più grande. Il personaggio di Staples era già apparso nell’episodio della prima stagione, intitolato “Social Media and Its Discontents”, nel quale faceva valere il proprio diritto di free speech, nonostante il confine tra quest’ultimo e hate speech fosse molto labile.
La causa contro ChumHum, però, nasconde delle implicazioni politiche di grosso calibro che riguardano la Cina e la censura. La politica, quindi, rimane sempre in prima linea durante la stesura di qualsiasi episodio di The Good Fight, fino a diventarne un vero e proprio protagonista a tutto tondo. Che lo show dei coniugi King sia uno dei più politicizzati in circolazione è fuori discussione, quindi non c’è da sorprendersi se, ancora una volta, l’opinione dei creatori della serie venga sviscerata sotto forma di casi legali e dichiarazioni dei personaggi. C’era bisogno di un break dalla storyline dedicata a Roland Blum, che comunque tornerà nell’episodio nove, ma ci duole constatare che la gestione di questa pausa non sia stata una scelta totalmente vincente; si sarebbe potuto evitare, in effetti, di raccontare un qualcosa di già visto. Il tema della libertà di pensiero ed espressione, per quanto attuale, è stata troppo utilizzata e rende la trama verticale noiosa e disinteressato lo spettatore. Nonostante ciò, la puntata in questione vale la pena di essere vista solo per il tagliente, ma divertentissimo scambio di parole tra Diane Lockhart e Felix Staples, che fanno rimpiangere lo humor alla Colin Sweeney.
All’interno della puntata troviamo delle vecchie conoscenze per qualsiasi estimatore dell’universo di The Good Wife/Fight: l’avvocato Solomon Waltzer, Felix Staples e il fittizio motore di ricerca ChumHum. Il caso legale della settimana riguarda, infatti, uno specchietto per le allodole che cela qualcosa di molto più grande. Il personaggio di Staples era già apparso nell’episodio della prima stagione, intitolato “Social Media and Its Discontents”, nel quale faceva valere il proprio diritto di free speech, nonostante il confine tra quest’ultimo e hate speech fosse molto labile.
La causa contro ChumHum, però, nasconde delle implicazioni politiche di grosso calibro che riguardano la Cina e la censura. La politica, quindi, rimane sempre in prima linea durante la stesura di qualsiasi episodio di The Good Fight, fino a diventarne un vero e proprio protagonista a tutto tondo. Che lo show dei coniugi King sia uno dei più politicizzati in circolazione è fuori discussione, quindi non c’è da sorprendersi se, ancora una volta, l’opinione dei creatori della serie venga sviscerata sotto forma di casi legali e dichiarazioni dei personaggi. C’era bisogno di un break dalla storyline dedicata a Roland Blum, che comunque tornerà nell’episodio nove, ma ci duole constatare che la gestione di questa pausa non sia stata una scelta totalmente vincente; si sarebbe potuto evitare, in effetti, di raccontare un qualcosa di già visto. Il tema della libertà di pensiero ed espressione, per quanto attuale, è stata troppo utilizzata e rende la trama verticale noiosa e disinteressato lo spettatore. Nonostante ciò, la puntata in questione vale la pena di essere vista solo per il tagliente, ma divertentissimo scambio di parole tra Diane Lockhart e Felix Staples, che fanno rimpiangere lo humor alla Colin Sweeney.
Il club del libro di Diane e Liz subisce una battuta d’arresto che potrebbe essere quella definitiva, grazie al provvidenziale intervento di Kurt McVeigh. Dopo un confronto con Diane, Kurt scopre il segreto della moglie e si rende conto della pericolosità della situazione. Il piano di hackerare le postazioni di voto e, conseguentemente, rubare le prossime elezioni presidenziali, risulta essere un passo troppo audace e avrebbe avuto ripercussioni enormi sul futuro di Liz e Diane. Il titolo dell’episodio è un major spoiler per la conclusione della puntata che, però, siamo sicuri non sarà una conclusione assoluta. Certe decisioni portano degli strascichi a vita e quando si entra a far parte di un certo meccanismo è davvero difficile andarsene come se nulla fosse. Per adesso Diane sembra aver scelto la tranquillità e sembra sollevata dalla risoluzione del “problema”, ma la politica continuerà a bussare alla sua porta, vuoi per sua coscienza, vuoi per cause di forza maggiore.
Ci dispiace, inoltre, vedere Lucca Quinn relegata al livello di una quattordicenne alle prese con la sua prima cotta. Il suo nuovo ruolo avrebbe dovuto permettere al suo personaggio di emergere, ma così non è stato. Non si è contrari in toto ad una nuova love story per Lucca, ma Cush Jumbo forse si meriterebbe un minutaggio un po’ più incisivo.
In conclusione, “The One Where Kurt Saves Diane” offre dei buoni spunti, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti tra le storylines e i dettagli disseminati in precedenza, ma perde di mordente. Le ultime puntate hanno dato sfoggio delle capacità di scrittura di Robert e Michelle King, facendo un salto di qualità (per quanto la qualità sia sempre stata un pregio per The Good Fight); questo ottavo episodio serve solo da raccordo, da unione e getta le basi per il gran finale che avverrà tra poche puntate, dove tutti i nodi verranno al pettine.
Ci dispiace, inoltre, vedere Lucca Quinn relegata al livello di una quattordicenne alle prese con la sua prima cotta. Il suo nuovo ruolo avrebbe dovuto permettere al suo personaggio di emergere, ma così non è stato. Non si è contrari in toto ad una nuova love story per Lucca, ma Cush Jumbo forse si meriterebbe un minutaggio un po’ più incisivo.
In conclusione, “The One Where Kurt Saves Diane” offre dei buoni spunti, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti tra le storylines e i dettagli disseminati in precedenza, ma perde di mordente. Le ultime puntate hanno dato sfoggio delle capacità di scrittura di Robert e Michelle King, facendo un salto di qualità (per quanto la qualità sia sempre stata un pregio per The Good Fight); questo ottavo episodio serve solo da raccordo, da unione e getta le basi per il gran finale che avverrà tra poche puntate, dove tutti i nodi verranno al pettine.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A poche puntate dalla fine di questa terza stagione, The Good Fight decelera leggermente e decide di conservare le cartucce per il season finale. Il rinnovo per un quarto ciclo è già stata confermato, ma Robert e Michelle non sono affatto persone che si adagiano sugli allori, per fortuna.
The One Where Diane And Liz Topple Democracy 3×07 | ND milioni – ND rating |
The One Where Kurt Saves Diane 3×08 | ND milioni – ND rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.