The Good Fight 4×01 – The Gang Deals With Alternate RealityTEMPO DI LETTURA 3 min

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La capacità di giocare con il proprio prodotto seriale, coinvolgendo attualità e mandando comunque avanti la trama, non è un’arte semplice. Una delle modalità classiche con cui stravolgere il mondo narrativo creato è quella del what if. Divertirsi a riscrivere i personaggi in un contesto più o meno differente è utile per creare nello spettatore un diverso punto di vista. Quando poi nel fare ciò interviene la politica e l’attualità e il what if diviene tale per un cambio in un momento determinante nella storia recente (l’ultima elezione del Presidente degli Stati Uniti), diventa chiaro che i King sono forse tra i principali maestri nel riuscire a mischiare realtà e finzione, nel raccontare storie di personaggi inventati che interagiscono non con figure esistenti ma a margine, bensì con figure al centro delle scene e spesso nelle prime pagine dei giornali.
Cosa sarebbe successo se Hillary Clinton fosse stata eletta alla Casa Bianca? E se in tale “utopico” contesto (con tanto di orsi polari salvi e una foresta amazzonica in ripresa) Harvey Weinstein avesse apertamente sostenuto le quote rosa della Clinton, pur mantenendo le sue abitudini poco lodevoli? Proprio da questo spunto si deduce la brillantezza etica, narrativa e di coscienza politica degli autori di The Good Fight. Trump è il male, questa cosa non viene mai nascosta, sin dal pilot. Non solo, le foto di Diane con Hillary suggeriscono vagamente l’orientamento politico degli autori e dei protagonisti. Ma come ogni progressista che si rispetti, mettersi in dubbio e mettere in dubbio le proprie idee e convinzioni, diventa uno sport nazionale. Alla fine, la domanda che ci si pone è: non è che niente niente il mondo di Trump è migliore? Il nostro è il migliore dei mondi possibili (domanda che proverbialmente si pone sia il pessimista che l’ottimista)? Comunque sicuramente a livello narrativo avere un mondo con un antagonista chiaro e individuabile, causa di gran parte dei mali, diventa indubbiamente più semplice. Diane, volendo portare in auge la questione del #MeToo, si fa portabandiera di una battaglia sacrosanta e vergognosamente nascosta oppure non vede il “bene superiore” con tutto il bene che questo governo Clinton sta portando al pianeta (visione questa dei suoi soci, inconsapevoli dello scandalo Weinstein)?
Volendo trovare un neo ad un episodio che dà comunque il bentornato alla grande allo show, si potrebbe obiettare sul finale. La probabile morte di Kurt avrebbe conferito all’intero trip di Diane, tramortita dall’avvento degli SWAT dell’ultimo season finale, un senso narrativo niente male. Partendo dal fatto che Kurt non viene mostrato per buona parte dell’episodio (giocando sul fatto che anche lo spettatore parzialmente distratto non se ne ricorda immediatamente), arrivando alla meravigliosa scena simbolica nel bosco, il tutto sarebbe culminato in un mondo reale con un repubblicano in meno, rispetto al mondo “fittizio” con il repubblicano simbolo del momento fuori dai giochi. Se qualcuno non ha capito la scorsa frase sappia che il recensore ha apprezzato le canzoni folk nei canali delle Trump tv.
In ogni caso, vedere Kurt vivo alla fine fa sicuramente piacere da un punto di vista umano, nonché del parco personaggi. Certo, sotto certi punti di vista, l’intero what if si consacra come semplice esercizio di stile, nonché rinvio alla 4×02 per vedere la prosecuzione della storia così come era stata lasciata alla fine della terza stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’idea del what if
  • Le canzoni nella Trump TV
  • Il momento meta in cui Diane riconosce gli stacchi narrativi e si proietta alla guida della sua auto
  • Ambiguità morale con Weinstein al centro di tutto
  • Kurt vivo
  • Con Kurt vivo, l’intero episodio si riduce a mero esercizio di stile, seppur brillante

 

Una serie che non ha una tematica cardine, con cui proseguire a testa bassa la trama orizzontale, può permettersi di giocare quanto vuole, avendo carta bianca totale per svariare da un punto di vista stilistico. Non si può non ringraziare una premiére così visionaria.

 

The One About The End Of The World 3×10 ND milioni – ND rating
The Gang Deals With Alternate Reality 4×01 ND milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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