Giusto o sbagliato, buono o cattivo, morale o immorale, accettare o non accettare il denaro illecito di un signore della droga?
Accettare, ovviamente, perché è di The Good Wife che stiamo parlando. E infatti se il processo di Cary può risultare ingiusto, le mosse di Alicia e Diane sono eticamente corrette?
Dopo sei anni ormai siamo troppo esperti per stupirci di fronte a certi trucchetti, ormai Alicia è passata dal lato oscuro della forza e nel suo nuovo studio prende il ruolo che fu di Will: fa tutto ciò che è necessario per vincere cause, perfino fingere un matrimonio.
Will Gardner era colui che vinceva in aula, assetato com’era di protagonismo, ma chi teneva unito lo studio era Diane, unica vera spalla su cui Will ha potuto contare nel momento del bisogno, perché non importa quanti soldi fatturi allo studio, se sei scomodo c’è chi all’interno della tua famiglia complotterà per estrometterti. E conoscendo la natura bandieruola dei soci della Lockhart&Gardner non fatico a dare giustificazione alla vicenda dell’estromissione ai danni di Diane, da parte di quelle stesse persone che non molto tempo prima complottavano alle spalle di Will. Tutto questo per farvi notare le analogie con la Florrick&Agos. Alicia fa la parte del pugno di ferro, fa delle scelte, prende decisioni da sola, incolpa Cary di non volere il bene dello studio (specie se quel bene ha il suono di trentotto miliardi di dollari l’anno), ma quando Cary è fuori gioco diventa indispensabile la sua consulenza sui clienti più facoltosi dello studio. E a consulenza finita Cary torna ad essere trattato come un semplice socio, non rivestendo quella parità di autorità sulle decisioni dello studio: Cary non è mai stato d’accordo con l’entrata di Diane quale socio intestatario, ma questo e nemmeno la prigione sembrano aver fermato Alicia dall’avanzare ugualmente la mozione e la parte “Agos” non ha potuto decidere o avere alcuna influenza su quello che è anche il suo di studio legale.
La questione della cauzione di Cary, che investe entrambe le puntate, così da considerarle un’unica premiere, ha portato alla luce l’unità in cui crede Alicia (e lei sola probabilmente, visto che i soci hanno fatto un passo indietro quando si è cominciato ad accennare alle loro parcelle) e tutto finisce con un commovente abbraccio.
L’insistenza del vice Procuratore Polmar potrebbe essere risultata esagerata, ma è così che dovrebbe operare la legge, d’altronde non dimentichiamoci che spesso e volentieri, come in questo caso, i nostri protagonisti sono “i cattivi”.
Parallelamente alla vicenda di Cary, di Diane e Bishop si svolge una delle storyline più interessanti, che porterà a nuove dinamiche inesplorate dalla serie, di cui tutti bramiamo lo sviluppo: Alicia e la politica. Era questo il tocco che mancava a The Good Wife per chiudere il cerchio e per completare la trasformazione di Alicia da buona moglie a cinico avvocato. E ora sprezzante politico. Eli l’aveva già adocchiata dalla seconda stagione e dopo una brillante carriera, è arrivato il momento di puntare più in alto, perché il posto di Procuratore di Stato è solo un passo verso vette più alte. Investiamo tutte le nostre speranze in questa storyline, perché vedere Alicia dall’altra parte sarebbe una bella svolta; ovviamente ciò vorrà dire non vedere più la buona moglie nelle aule di tribunale. Siamo sicuri di essere pronti?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A Weird Year 5×22 | 9.4 milioni – 1.2 rating |
The Line 6×01 | 11.6 milioni – 1.4 rating |
Trust Issues 6×02 | 11.9 milioni – 1.3 rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.