Avviso importante: questa recensione è stata scritta a caldo, dopo la visione dell’episodio. È possibile non sia presente una grande coerenza stilistica e umorale. Ce ne scusiamo in anticipo. Per rendere la lettura più agevole e comprensibile vi consigliamo una declamazione ad alta voce, seguendo le indicazioni dinamiche ed agogiche riportate tra parentesi prima di ogni capoverso.
(Con serenità e gioia ma scorrevole)
C’era chi diceva: “non importa se bene o male, l’importante è che se ne parli”. Noi potremmo parafrasare questa massima con: “non importa se positivi o negativi, l’importante è che vi siano sentimenti”.
Oggi, le serie che più ci disgustano sono proprio quelle di cui non ci importa niente, che non ci fanno né caldo né freddo; quelle che se non riusciamo ad abbandonarle, comunque le proseguiamo solo per inerzia, giocherellando con il nostro cellulare, leggendo le previsioni del tempo in Trentino Alto Adige, cercando di rispondere correttamente alla sezione “Attualità” in QuizDuello. Insomma: ci dà fastidio l’anonimato, la ripetitività. In recenti casi estivi, abbiamo auspicato la morte di diversi protagonisti, non per chissà quale motivo, semplicemente per ravvivare l’atmosfera. Della serie: “qua ci starebbe che l’apparente protagonista muoia male”. Ma era solo un’idea! Per dare una ventata di freschezza! Una botta di vita!
(…rabbuiandosi leggermente)
Ben diverso è il caso di The Last Man On Earth che, con “C To The T” tocca un apice difficilmente ineguagliabile. Le nostre viscere si rivoltano, traumi passati si riaffacciano alla vista di quella che, a questo punto, può essere definita una rilettura simbolica delle frustrazioni e delle insicurezze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza, praticamente da tutti.
(…infervorandosi leggermente, digrignando i denti)
Vorremmo veder morire Melissa (su tutte), Todd, Phil 2.0, Gail ed Erika. Vorremmo vederli tutti morire male, ma non per un po’ di allegria e movimento. Perché li odiamo tantissimo. Li odiamo talmente tanto che Phil/Tandy non ci fa neanche pena o tenerezza. Odiamo anche lui perché è un sottone, in preda alla più totale sindrome di Stoccolma. Non cerchiamo comprensione in Carol che tenta di mediare tra le due parti (in maniera anche stranamente decisa). Odiamo tantissimo anche lei perché non prende un badile e lo tira fortissimo contro tutti loro.
(…alzando la voce e muovendo il dito in aria)
Loro che non sono personaggi plausibili o realmente esistenti. Sono l’odio e il male incarnato. Sono gli zombie di The Walking Dead tutti insieme, sono la personificazione dei peggiori incubi di Gustavo Fring, sono il fumo nero nell’isola sperduta, sono peggio dei Dalek. Sono il finale di Dexter.
Riportano indietro anche noi, quando si cercava di essere accettati in un gruppo altamente incompatibile con le nostre caratteristiche. Quando anche un cenno con il capo rappresentava una vittoria. Quando un cenno di amicizia da parte nostra nei loro confronti veniva visto come un fastidio. Quelle persone che, a mente fredda, tutto sommato neanche ci interessavano granché. Sarà capitato a tutti. Ai fortunati fichissimi che saranno sempre stati i più apprezzati e ricercati durante la loro adolescenza, siamo spiacenti, non potrete mai capire The Last Man On Earth.
(…con una punta di sofferenza)
L’ultimo uomo sulla Terra che cerca di dare un senso ad una vita che di senso ne vede ormai ben poco. Un profondissimo e straziante monologo interiore da parte di un essere umano che avrebbe soltanto voluto continuare a fare l’essere umano, ma si trova di fronte a demoni, forze del male, che lo puniranno per questa ostentata umanità.
(…nuova freddezza nella voce)
La nostra speranza è quella che feroci vendette verranno compiute. Che la sofferenza davanti allo schermo non sia stata vana e che potremo vedere presto soccombere tali malandrini, supplicanti di pietà, in ginocchio, davanti al povero Tandy che dirà “vi perdono”, ma che poi con un ghigno – come può essere solo il ghigno del vincitore – calerà la sua spada, ricordando che il suo nome è Phil. Phil Miller.
(…ormai in piedi sulla sedia, urlando, con passione)
Uccidili tutti, fai capire loro che non sono più degni di vivere in questo mondo, che non meritano quel buon formaggio che tu, con umiltà e devozione, hai cercato di assaporare nell’oscurità. Ma che, pentito da questo presunto peccato, hai sputato e cercato di ricompattare. E per questo hai pagato! La tua punizione è stata aumentata, solo perché hai voluto ancora esercitare la tua umanità.
E l’insulto più grande non è stato il rifiuto della tua amicizia e della tua bontà, del tuo pentimento e della tua redenzione. L’insulto è quello di voltarti le spalle dopo che hai spento un incendio, considerando il togliere il collare un gesto di elemosina, una ricompensa sufficiente. Verrà ricordato anche questo nel momento in cui la tua punizione calerà. Perché dovrà calare.
(…con calma iniziale e tanto bipolarismo)
A tal proposito: simpatiche gag su un lento reinserimento di Phil nella comunità di merda verranno giudicate non benissimo dai telespettatori, oramai pazzi di rabbia, con la schiuma grondante ai lati della bocca.
Rimanere calmi e sobri nella stesura di una moderata recensione non era umanamente possibile, si cercherà dalla prossima di ripristinare un tono professionale, distaccato e analitico. Se non la prossima volta, sicuramente dopo aver avuto giustizia nei confronti di quegli stronzi.
(…uscendo dalla stanza, sbattendo la porta)
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dead Man Walking 2×03 | 2.70 milioni – 1.2 rating |
C To The T 2×04 | 2.29 milioni – 1.0 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.