La terza stagione di The Marvelous Mrs. Maisel è stata pubblicata a dicembre 2019, poco più di due anni fa. Circa un mese prima di essere resa disponibile su Amazon Prime Video, l’intero cast è stato scosso da una terribile notizia: Brian Tarantina (Jackie all’interno dello show) viene ritrovato morto nella sua casa di Manhattan. Inizialmente si fa riferimento ad una complicazione di una malattia palesatasi poco tempo prima, poi un referto medico indica come causa della morte un’overdose di fentanyl, eroina, cocaina e diazepam.
Una notizia che colpisce, sicuramente. E Amy Sherman-Palladino, che con Tarantina aveva già collaborato ai tempi di Gilmore Girls, cerca di dedicare un lungo addio in scena all’uomo. Un addio che riesce e che riporta lo show ai fasti di un tempo riuscendo a colpire un nervo scoperto e sempre fruttuoso (in termini di intrattenimento) come quello di un lutto riguardante uno dei personaggi.
AFFRONTARE LA MORTE DI UN ATTORE
Jackie non è mai stato al centro della narrazione, né ha tenuto le redini di qualche dubbia sottotrama: era il volto del Gaslight e per forza di cose rappresentava una perfetta spalla sia per Midge, sia per Susie. La notizia della sua morte, quindi, viene usata come pretesto per scuotere la vita delle due (specialmente quella di Susie) e il risultato è un episodio d’ottima fattura.
L’elogio funebre di Susie, totalmente improvvisato e di fronte ad una platea che era presente per ricordare un altro defunto, tocca nel profondo sia il suo personaggio, sia lo spettatore: Susie, descrivendo la vita di Jackie ed il suo essere sempre “parte della cornice e mai del dipinto” sembra terrorizzata che quella diventi la rappresentazione della sua stessa vita, pericolosamente collegata a doppio filo al successo di Midge e senza vere e proprie alternative per cercare di sbarcare il lunario. Una paura dettata non dalla sfiducia verso Midge, ovviamente, verso cui ha dimostrato non più semplice attaccamento lavorativo, ma qualcosa di simile a del vero affetto. Si tratta di una paura dovuta alla mancanza di “paracaduti” o alternative.
ABE IL RECENSORE
Un paracadute, sempre riguardante l’aspetto economico, di cui è privo anche Abe come appuntato nelle precedenti due puntate. Ma il lavoro da giornalista galvanizza l’uomo che si sente portatore di verità e, incaricato dal Village Voice di recensire il musical They Came, They Danced (prodotto da Buzz Goldberg, volto già noto ai Weissman), inizialmente si ritrae dal demolirlo. Poi, incalzato dal suo capo redattore, smonta pezzo dopo pezzo il musical di Buzz inimicandosi amici e parenti del ragazzo e venendo etichettato come uomo privo di lealtà. Una recensione, quindi, che crea dei problemi non solo nel breve termine ma anche nel lungo periodo. Nell’articolo, infatti, Abe si lascia andare a racconti del passato narrando di quando da giovane anarchico finì per vandalizzare e appiccare un incendio all’interno di una struttura dell’FBI insieme ad Asher Friedman (un sempre ottimo Jason Alexander). Il risultato? L’FBI contatta i due uomini in cerca di spiegazioni.
LENNY BRUCE TORNA IN SCENA
Oltre al ricordo di Jackie, Midge e Susie devono fare i conti anche con il nuovo lavoro allo strip club: un contesto lavorativo totalmente nuovo per Midge; un pubblico decisamente più complicato da conquistare; organizzazione e precisione lavorative totalmente assenti. Ma Midge, come il pubblico ormai sa, proprio da queste difficoltà iniziali si lascia galvanizzare dando il meglio di sé. La certezza che questo avverrà anche in questo caso non c’è, ovviamente, ma la comparsa di Lenny Bruce in scena e i consigli del comico a Midge sono un ottimo inizio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una puntata che forse non calamitizzerà l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine. Tuttavia, se si tiene in considerazione che buona parte dell’episodio è dedicato allo scomparso Jackie e che il restante minutaggio porta avanti le sottotrame e smuove leggermente i vari personaggi (Abe e l’FBI; Susie affronta il lutto a casa Weissman; Midge segue i consigli di Lenny) non si può che essere soddisfatti di quanto visto. C’è possibilità di migliorare ancora? Sicuramente.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.