The New Pope 2×01 – Episodio 1TEMPO DI LETTURA 6 min

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Il ritorno sul piccolo schermo di Paolo Sorrentino, coinciso col rinnovo della collaborazione tra Sky Atlantic ed HBO, un lavoro di sinergia continuo sempre molto vivo, ha fatto salire alle stelle le aspettative per quello che sarebbe stato il seguito di The Young Pope.
Dalle prime immagini arrivate, la situazione che si era prospettata davanti agli occhi di tutti gli spettatori nel momento del lancio del trailer della nuova stagione, ribattezzata per l’occasione The New Pope, sembrava poter creare un paradosso molto particolare e uno scontro tra volontà fortissime e di grandissima levatura.
Senza dubbio l’inizio si è rivelato promettente. Per lo più l’episodio si è districato con dei principi narrativi precisi e un simbolismo straordinario e ad incorniciare le vicende dei personaggi, l’ironia, quasi esagerata per l’occasione, ha impresso uno stampo molto caratteristico allo show, intriso di un realismo spinto durante i primi sessanta minuti a due opposti assoluti.
La serie riparte con l’immagine di Lenny Belardo in coma e la necessità da parte dei medici di trovargli un cuore funzionante. Interessante notare come anche lo show sembra vivere in sua assenza quasi in uno stato di fermo, tutto quello che ruota attorno al personaggio di Jude Law, per l’occasione tirato a lucido e protagonista di alcune scene che esaltano un fisico che non sembra poter appartenere ad un uomo di quarantasette anni, risente pesantemente della sua assenza, andando ad appassire e marcire con il succedersi delle scene. Ben esplicative, in questo senso, sono le parole di Esther che identifica il papa come un santo e l’unica vera possibilità per il Vaticano di evitare di cadere in un vortice infinito di corruzione e negatività. Insomma, proprio come a Pio XIII, al momento manca l’organo capace di tenerlo in vita senza aiuti medici e alla curia manca la sua fondamentale presenza, al fine di trovare un equilibrio senza necessariamente cadere nelle mani sbagliate.
Il secondo punto focale della puntata è senza dubbio il vuoto di potere. Già il potere, un concetto venuto a galla diverse volte negli episodi precedenti, ed il compito istituzionale del papa e le modalità d’elezione mettono in forte risalto la delicatezza della situazione. Due immagini in particolare colpiscono lo spettatore: la prima, senza dubbio, la processione che precede le votazioni in cui il sentimento religioso e l’importanza del momento vengono rimarcate da quella che sembra quasi essere una marcia militare, conclusa perfettamente con la presenza delle guardie svizzere; in secondo luogo, la decisione dei cardinali, più simile ad una vera e propria aula di parlamento, con tanto di corruzioni momentanee e tra una tornata e l’altra.
Ad ergersi come figura portante, quasi un deux ex machina, in questo frangente è ovviamente il Cardinale Voiello. La volontà di cogliere il momento propizio e il vento giusto sono tutte dalla sua parte, manca ancora un piccolo passo, quello di convincere gli scettici, sbaragliare la concorrenza e prendere finalmente il premio tanto sperato, ma qualcosa va storto. In questo caso, possiamo vedere il primo esempio di inettitudine del personaggio, che si rivelerà in tutta la sua forza nelle scene successive dell’episodio; la sua arte manipolatoria riuscirà in questa occasione a venire a patti con la realtà. Davanti all’impossibilità annunciata di vincere le elezioni l’unico vero modo per accarezzare il potere tanto bramato è quello di mettere al posto d’onore un burattino, un uomo di fiducia, semplice da manipolare e che possa lasciare gli onori di casa a chi l’ha portato fino ad un punto per lui troppo alto.
Sì perché Francesco II, palesemente inadatto al ruolo stando ai primi minuti in cui lo si vede in scena, metterà invece in mostra l’inadeguatezza del vero anello debole della catena, appunto Voiello. In due scene enigmatiche vediamo il personaggio sgretolarsi: la prima è certamente quella del discorso di presentazione del nuovo papa.
Promosso e incoraggiato dal cardinale nell’atto di mettere in scena un’arringa semplice e cordiale, il neo-eletto rappresentate capo della chiesa si vede rubare il foglio da una colomba, un gesto fortemente simbolico che lo spoglia di ogni inibizione e lo mette davanti ad una realtà inebriante: avere il potere nelle proprie mani e poterlo utilizzare come più gli aggrada. Proprio da qui, passando per la politica del nuovo papa, improntata al credo francescano e quindi alla generosità, alla chiusura dei conti vaticani e all’eliminazione del peccato (tutto quello che un ecclesiastico dovrebbe essere ma che la politica del vaticano ha sempre impedito), si arriva alla seconda scena, quella del confronto tra Francesco II e Voiello, ed è qui che la maschera del cardinale cade definitivamente, mettendo lo spettatore davanti ad una realtà che probabilmente non avrebbe mai nemmeno immaginato.
Voiello, il più grande dei manipolatori, colui che da solo tiene l’intero Vaticano sul palmo della mano, si riscopre più piccolo di quello che pensava, finendo per subire minacce di degradazione e addirittura di allontanamento totale dal posto di lavoro.
Perché, nonostante lui creda di tenere tra le braccia tutti i segreti di ogni singolo personaggio della curia, è in realtà Francesco II, in quanto confessore della chiesa vaticana, a conoscere meglio tutti gli scheletri nascosti nell’armadio di quel luogo.
Un dialogo all’interno del quale si può realizzare l’effettiva difficoltà di una classe ormai agiata e nobile nel vivere nella povertà francescana, e la paura da parte di un uomo di Dio di perdere ogni possibilità di salire al potere.
Voiello cercava un compromesso, s’è ritrovato invece tra le mani una bomba ad orologeria. E sarà proprio il compromesso a chiudere l’episodio, i due sfidanti iniziali per il ruolo di nuovo papa, scontenti, ognuno a modo suo della “nuova gestione”, si accorderanno per togliere di mezzo Francesco II e rimpiazzarlo con un nuovo candidato.
Eccellente in questo caso il dialogo tra due figure fortemente simili, anche a livello fisico, che confessano di non essersi mai piaciuti proprio perché troppo diversi tra loro, ed è proprio in questa scena che è possibile trovare un compromesso, come due statue di sale le figure più diverse e allo stesso modo simili della chiesa cattolica, decidono a tavolino quali teste tagliare e quali rimettere sul collo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’eccellente simbolismo dell’episodio
  • Colonna sonora
  • Il decomponimento della figura di Voiello
  • L’esordio col botto di Francesco II
  • Il concetto del compromesso che rende il Cardinale sempre più in balia degli eventi
  • Il potere
  • Ogni piccolezza tecnica che porta un risalto alle scene dell’elezione
  • La scena del confronto finale
  • Niente di particolarmente rilevante

 

Sconfitto e umiliato Voiello ha pensato bene di ricorrere ai soliti sotterfugi per riparare ad una situazione molto complicata da risolvere. The New Pope è iniziato col botto, con una sorta di battaglia interna tra il credo francescano, che la chiesa non ha mai veramente abbracciato, e quello più politico ed economico proprio del vaticano. Vedremo che tipo di compromesso verrà fuori e come Voiello riuscirà a sbrogliare una matassa parecchio intricata.

 

Episodio 1×10 ND milioni – ND rating
Episodio 2×01 ND milioni – ND rating

 


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