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L’attesa per il ritorno di Lenny Belardo, che sembrava dietro l’angolo da diversi episodi, aveva dato un incentivo importante a The New Pope, trasferendo l’attenzione degli spettatori sul clima che intanto si stava creando in vaticano e su una figura, quella del nuovo papa Giovanni Paolo III, che è sembrata sì intrigante ma a tratti troppo fiacca e di riempimento. Il contesto ha in realtà lasciato spazio ad un lato dello show già noto allo spettatore che probabilmente è uscito sfibrato e stanco dalla sorta di Grande Fratello verificatosi all’interno delle mura cristiane più note del pianeta.
Inutile dire che a questo punto la figura di Pio XIII doveva per forza di cose ripresentarsi il prima possibile, assumendo quel ruolo di equilibratore all’interno di un contesto che stava mettendo in mostra le prime falle. La presentazione dell’episodio lascia da subito capire che finalmente Lenny Belardo sarebbe tornato a “camminare tra i vivi” un simbolismo che può essere letto ovviamente in chiave religiosa e che, al contrario di quello di Gesù, viene dispiegato in una maniera molto poco cristiana, con Lenny accolto per l’occasione da Esther in una spiagga tropicale.
Pur non rivelando subito al mondo la sua presenza Belardo, sarà al centro focale dell’episodio per motivi non legati agli affari romani: arrivato a Venezia in veste ufficiosa e ospite del cardiologo che è riuscito a salvargli la vita, Pio XIII cercherà, a modo suo ovviamente, di rendere il favore.
Le scene in questione sono con tutta probabilità le più significative dell’episodio ed è palese come, a questo punto, la moglie del Dottor Lindegard conosca benissimo la sua storia e le sue capacità particolari, ma il pontefice, come è noto, non ha mai avuto fiducia nei suoi mezzi in quel campo.
Ewa gli ricorda allora come le sue gesta abbiano attraversato i muri di ogni casa e la sua fama di santo lo preceda. La reazione del papa in questa occasione è molto suggestiva: è possibile osservare infatti lo stato di enorme dubbio che Jude Law riesce a sviscerare nell’occasione, neanche lui ha ben chiara la dinamica del suo ritorno, o il motivo di quest’ultimo, tanto meno perché Dio lo abbia scelto con così tanta convinzione. La richiesta dei coniugi di rendere il figlio uomo, curandolo miracolosamente con l’imposizione delle mani, viene presa decisamente sul serio nonostante l’iniziale riluttanza: in momenti di altissima televisione tecnicamente parlando che presentano rimandi a film come l’esorcista, ma che nel risultato appaiono abbastanza fuori fuoco, il Papa tenta di curare la gravissima patologia degenerativa del ragazzo.
La mancata riuscita dell’atto è palese e lo sconforto di Lenny si lascia intravedere in tutta la sua tristezza. Pur essendo a modo suo tornato dai morti, pur avendo a modo suo performato miracoli, pur avendo a modo suo dei punti di contatto, lui non è Cristo. Ed è esattamente in questo punto, proprio quando anche la fiducia del pontefice nella fede sembra venire meno, accade il miracolo. Quasi come un passaggio inverso: la fede non può andare per tentativi, deve necessariamente avere dietro un atto al limite del disperato in cui un uomo, pur avendo perso tutte le speranze, non smette di credere nella possibilità che qualcosa di incredibile possa accadere.
Curioso come, nel momento di forza più significativo di Lenny, sir Malkovich viva il suo attimo più buio, quello che lo rende più vulnerabile e allo stesso tempo umano. Scosso dalla bomba piazzata in vaticano, l’uomo è nel più classico dei buchi neri ed affida al cardinale Gutierrez un’importante confessione su di lui e sul fratello. Lo spettatore ha la possibilità, in questo frangente, di scoprire la profonde difficoltà di Malkovich che, usando le parole di Voiello, non può essere rincuorato in quanto debole. In una contrapposizione così pesante con Belardo il nuovo papa mette bene in mostra l’abissale differenza tra uomo e santo.
Inutile dire che a questo punto la figura di Pio XIII doveva per forza di cose ripresentarsi il prima possibile, assumendo quel ruolo di equilibratore all’interno di un contesto che stava mettendo in mostra le prime falle. La presentazione dell’episodio lascia da subito capire che finalmente Lenny Belardo sarebbe tornato a “camminare tra i vivi” un simbolismo che può essere letto ovviamente in chiave religiosa e che, al contrario di quello di Gesù, viene dispiegato in una maniera molto poco cristiana, con Lenny accolto per l’occasione da Esther in una spiagga tropicale.
Pur non rivelando subito al mondo la sua presenza Belardo, sarà al centro focale dell’episodio per motivi non legati agli affari romani: arrivato a Venezia in veste ufficiosa e ospite del cardiologo che è riuscito a salvargli la vita, Pio XIII cercherà, a modo suo ovviamente, di rendere il favore.
Le scene in questione sono con tutta probabilità le più significative dell’episodio ed è palese come, a questo punto, la moglie del Dottor Lindegard conosca benissimo la sua storia e le sue capacità particolari, ma il pontefice, come è noto, non ha mai avuto fiducia nei suoi mezzi in quel campo.
Ewa gli ricorda allora come le sue gesta abbiano attraversato i muri di ogni casa e la sua fama di santo lo preceda. La reazione del papa in questa occasione è molto suggestiva: è possibile osservare infatti lo stato di enorme dubbio che Jude Law riesce a sviscerare nell’occasione, neanche lui ha ben chiara la dinamica del suo ritorno, o il motivo di quest’ultimo, tanto meno perché Dio lo abbia scelto con così tanta convinzione. La richiesta dei coniugi di rendere il figlio uomo, curandolo miracolosamente con l’imposizione delle mani, viene presa decisamente sul serio nonostante l’iniziale riluttanza: in momenti di altissima televisione tecnicamente parlando che presentano rimandi a film come l’esorcista, ma che nel risultato appaiono abbastanza fuori fuoco, il Papa tenta di curare la gravissima patologia degenerativa del ragazzo.
La mancata riuscita dell’atto è palese e lo sconforto di Lenny si lascia intravedere in tutta la sua tristezza. Pur essendo a modo suo tornato dai morti, pur avendo a modo suo performato miracoli, pur avendo a modo suo dei punti di contatto, lui non è Cristo. Ed è esattamente in questo punto, proprio quando anche la fiducia del pontefice nella fede sembra venire meno, accade il miracolo. Quasi come un passaggio inverso: la fede non può andare per tentativi, deve necessariamente avere dietro un atto al limite del disperato in cui un uomo, pur avendo perso tutte le speranze, non smette di credere nella possibilità che qualcosa di incredibile possa accadere.
Curioso come, nel momento di forza più significativo di Lenny, sir Malkovich viva il suo attimo più buio, quello che lo rende più vulnerabile e allo stesso tempo umano. Scosso dalla bomba piazzata in vaticano, l’uomo è nel più classico dei buchi neri ed affida al cardinale Gutierrez un’importante confessione su di lui e sul fratello. Lo spettatore ha la possibilità, in questo frangente, di scoprire la profonde difficoltà di Malkovich che, usando le parole di Voiello, non può essere rincuorato in quanto debole. In una contrapposizione così pesante con Belardo il nuovo papa mette bene in mostra l’abissale differenza tra uomo e santo.
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Il confronto tra le due figure è pronto e sembra presentarsi nel momento in cui entrambi i personaggi si trovano agli estremi assoluti delle rispettive evoluzioni. Da una parte Pio XIII, forte del miracolo compiuto, si appresta a tornare in Vaticano, dall’altra Giovanni Paolo III, in difficoltà emotiva e gestionale, dovrà cercare di resistere all’ennesimo brutto colpo.
Episode 6 2×06 | ND milioni – ND rating |
Episode 7 2×07 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.