“Perché Girolamo ama la gentilezza. Girolamo è tutto quello che noi non siamo. E questo è il motivo per cui siamo riuniti oggi, per celebrarlo, perché non siamo come lui e perché vorremmo essere come lui. […] Girolamo è il mondo che soffre. Girolamo è il mondo che ama.”
Dopo un settimo episodio impeccabile, probabilmente il migliore visto finora all’interno dell’opera di Sorrentino, la narrazione prosegue a passo spedito regalandoci un’ottava puntata dalla forte natura preparatoria e che ha principalmente il compito di preparare il terreno al gran finale imminente.
L’episodio si divide tra tre storyline principali, fortemente connesse l’una all’altra e ognuna sviluppata attorno ad uno dei tre personaggi cardine di questa serie: John Brannox, Lenny Belardo e Angelo Voiello. Come detto poco sopra, in questo ottavo episodio non si perde tempo, tutto viene raccontato sapientemente ma senza alcuno spreco di minutaggio. Lo smarrimento di Brannox, la pietà di Belardo e il dolore di Voiello accompagnano il rapido ed inesorabile scioglimento della matassa in un racconto che usa le deviazioni interne a stato e chiesa, i giochi di potere, il tema del terrorismo religioso e il rapporto dell’uomo con la fede soltanto come pretesto per analizzare e scavare a fondo all’interno della natura umana. Uomini forti, marionette in mano a quest’ultimi, cardinali, vescovi, papi, ministri, si è visto di tutto in questa serie. E ogni volta, a prescindere dalla tipologia di essere umano che ci siamo trovati di fronte, a prescindere dal ruolo che ciascuno di essi occupa sulla grande scacchiera che regola gli assetti globali, l’elemento che emerge è sempre e solo uno: il bisogno umano, innato e incontrastabile, di creare simboli, modelli e guide. Abbiamo bisogno di punti di riferimento, e quando questi vengono a mancare, inevitabilmente, tutto crolla come un castello di carte, rivelando chi siamo veramente: semplici – e stupidi – esseri umani.
Assente: “Sei una persona cattiva, Voiello.”
Voiello: “No, io sono una persona orrenda.”
Cavallo: “Ma utile.”
John Malkovich e Jude Law, due attori dall’innegabile presenza scenica, chiamati ad interpretare un ruolo già ricoperto da altri ma mai in un contesto così surreale, dovrebbero riuscire a canalizzare l’attenzione dello spettatore in maniera quasi esclusiva. Eppure, e non è certo una sorpresa dopo quanto visto in The Young Pope, Silvio Orlando continua a rubare la scena ai due protagonisti grazie alla sua impeccabile interpretazione, in pratica un moderno cardinale Richelieu ma con una passione sfrenata al limite del feticismo per il suo Napoli. Non dura molto l’allontanamento dal ruolo di Segretario di Stato, come era facilmente prevedibile. Voiello, l’uomo dietro le quinte, è diventato ciò che è grazie alla sua indubbia capacità nella gestione di scandali e oscenità legati alla chiesa. Non pochi dunque. E dopo il fiasco televisivo del nuovo Papa, il ritorno di Lenny Belardo e la diffusione di una foto di quest’ultimo scattata insieme alle suore, la situazione diventa troppo delicata per essere gestita da qualcun altro. Con la morte di Girolamo e conseguente funerale, ci è finalmente concesso di guardare, sebbene per pochi minuti durante l’omelia, alla natura umana di Voiello, al suo lato più fragile. Ma svestito i panni di “migliore amico di Girolamo”, ciò che resta è Angelo Voiello, Segretario di Stato del Vaticano, disposto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi, anche spedire colleghi a Kabul in seguito a scandali sessuali abilmente premeditati. Una persona orrenda, questo sì, ma anche utile. In questo mondo, all’interno del quale soldi e potere sono le vere divinità al quale affidarsi in momenti di difficoltà, non vi è alcuna possibilità di raggiungere i propri scopi eticamente. Eppure, alla fine, se il fine giustifica i mezzi, la coscienza di chi ha “peccato” torna ad essere candida. A chi attribuire le colpe dunque? Al Divino? All’essere umano? Altra prerogativa dell’essere umano è quella di cercare un senso alle cose, una spiegazione e, se le cose si mettono male, un colpevole. Ma la verità è che spesso un senso, semplicemente, non c’è. L’essere umano è e resterà sempre egoista, e nonostante spesso si cerchi di attribuire il merito (o la colpa) a qualcuno più “in alto” di noi, la realtà dei fatti, come sempre, è tutt’altra. E purtroppo finirà sempre col deludere le nostre aspettative.
“Dio non gestisce le nostre vite, non corregge le nostre debolezze. Dio non ferma la nostra mano che si immerge nel peccato. Tutto ciò che fa Dio è amare.”
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Episode 7 2×07 | 0.25 milioni – ND rating |
Episode 8 2×08 | 0.25 milioni – ND rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.