C’è un particolare che ci permette di capire quando una serie se la sta cavando egregiamente. Questo particolare è determinato dalla gestione di episodi filler o comunque episodi di assestamento. Dopo il culmine della vicenda tra fratelli, raggiunto con l’addio di Rebekah, si ritorna all’argomento cardine: il
controllo della città. Già in questa prima panoramica il mio giudizio si spacca in due parti. Molto bene il rimescolamento delle carte, con le nuove dinamiche che si sono venute a creare per cercare di risolvere vecchie questioni. Giustissimo il coinvolgimento “orchestrale” di tutti i personaggi finora presentati (streghe, vampiri, Klaus, Elijah, lupi mannari, Marcel, umani, il prete ecc.) che verosimilmente ci condurrà dritti dritti al finale di stagione. Ormai è un gioco al massacro, più psicologico che effettivo. Chi saprà guardarsi meglio dal proprio vicino, riuscirà anche ad ottenere il controllo. Il tutto malgrado gli sforzi (apparentemente riusciti) del saggio Elijah.
Ciò che però mi fa storcere il naso (fatto già preso in considerazione dalla mia collega la scorsa settimana) è una confusione di fondo che forse sarebbe potuta essere gestita meglio. Se qualcuno vi chiedesse di cosa parla la prima stagione di The Originals, sapreste rispondere? Quante cose succedono? E tutte di tipo diverso. Minacce da ogni dove, da ogni quando e, soprattutto di ogni genere. Tutto in, finora, 17 episodi. Un qualcosa del genere si può capire in The Vampire Diaries, dove la caciara regna sovrana in favore del più sfrenato fan-service. Non a caso è chiamato teen-drama. Ma appunto i personaggi sono “teen”. Persino i vampiri lì sono “teen” (hanno solo qualche secolo). In TO ci si è incartati in questo. Un’ambientazione più interessante, degli attori (forse) più bravi, un clima teatrale ben riuscito e (particolare non di poca importanza) delle musiche più originali hanno alzato lo spin-off in un territorio di aspettative pericoloso. Eccoci quindi tutti (o forse solo io) a storcere la bocca quando alla fine emergono stereotipi da teen-drama, dove il teen-drama non avrebbe senso di esistere. Uno dei motivi infatti che più ha stonato in tutto l’episodio sta in quella maledetta festa che Elijah organizza. E dopo una serie di monologhi “strappapplausi”, episodi interi ambientati in cimiteri, scene splatter, eccoci così ad una festa sfarzosa, in cui ci sono tutti ma proprio tutti. Ovviamente tutti bellissimi, splendenti nei loro vestiti costosissimi. Tra un bicchiere di champagne e un occhiolino si decidono così le dinamiche di potere di una città intera.
A questo momento vagamente trash si aggiunge poi un altro particolare non da poco. Sono l’unico a trovare stonatissima, in questa direzione shakespeariana che ha preso la serie, la caratterizzazione di due soldi delle varie specie? Perché i lupi mannari devono sembrare tutti una gang di boscaioli e devono fare, tutti oliati, wrestling? Le streghe invece parlano tutte francese (almeno non sono tutte nere come nella serie madre) e il loro ambiente è una serra piena di fiori. Non so, ma forse sarebbe molto meglio rendere tutto più imprevedibile e meno scontato nella caratterizzazione dei personaggi.
Ma, a parte tutto ciò, The Originals continua nella sua fantastica stagione. Il colpo di scena di Klaus che propone al lupo mannaro di stringere un’alleanza è stato veramente inaspettato. La sequenza di Kieran in preda all’incantesimo è veramente ben fatta. L’oscurità attribuita al “promesso sposo” di Hailey l’ha reso ai nostri occhi meno banale e inutile di quanto potesse sembrare nella sua prima apparizione. Di grande impatto il monologo finale, abbellito dal quadro dipinto da Klaus e da inquadrature di grande bellezza. Sicuramente nella cura dell’estetica c’è poco da dire ai creatori di The Originals. E se questo può essere considerato un episodio minore, la baracca ha retto sicuramente. Salvo lasciarci con un enorme curiosità per quelli che saranno gli eventi finali.
- Preparazione per la parte finale di stagione
- Recitazione di Todd Stashwick (Kieran)
- I dipinti di Klaus e il suo monologo finale
- Colpo di scena sul piano di Klaus
- Riqualificazione della figura del nuovo maschio alfa dei lupi mannari.
- Troppi stereotipi nella descrizione delle varie specie
- La nuova umana che spaccia droga, mah
- Frequenti cadute trash a ricordarci che il tutto nasce da un teen-drama
- Ennesimo cambio di trama orizzontale (a occhio questo dovrebbe essere il quinto).
Farewell To Storyville 1×16 | 1.94 milioni – 0.9 rating |
Moon Over Bourbon Street 1×17 | 1.53 milioni – 0.7 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.