The Stand 1×04 – The House Of The DeadTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Stand 1x04 recensioneVerrebbe da chiedersi se nel lontano 1978 il buon Stephen King avesse mai preso in seria considerazione l’ipotesi che, 42 anni dopo, l’umanità intera si sarebbe trovata ad un passo dal vivere sulla propria pelle la trama del suo famoso romanzo. Certamente, uno scenario che contempli l’estinzione dell’uomo, per mano di un potente virus, è pane quotidiano per statistici, medici e virologi ed anche per autori del calibro di King, i quali giocano sulle paure più recondite, insite in ognuno di noi, ma, nel peggiore delle ipotesi, si ritrovano ad essere dei moderni chiaroveggenti. Forse è proprio questa peculiarità a rendere efficaci le produzioni horror (siano esse libri, film o serie tv): sapere che, per quanto inverosimili possano essere, c’è sempre quell’assurda ed effimera probabilità che possano trasformarsi in realtà.

CAPTAIN TRIPS IS THE NEW COVID-19?


Presentare al pubblico un prodotto come The Stand in questo determinato periodo storico, ha un retrogusto profetico che rende la visione quasi un processo necessario. Il virus protagonista dello show e dell’omonimo romanzo ha un tasso di infettività pari al 99,4% e un tasso di mortalità per gli infetti del 100%. Una definitiva condanna a morte, in poche parole. Una circostanza molto diversa dalle conseguenze della pandemia di Covid-19, eppure le domande che irrompono violentemente dopo la visione di questi primi episodi sono assolutamente legittime. Il caos ed il terrore nei quali sprofonda l’umanità, accentuano le luci e le ombre presenti in ogni essere umano. Non basta, quindi, un virus letale per creare empatia, unione e solidarietà; soprattutto in un mondo dove la debolezza e l’interesse personale prevalgono su tutto. Così, uomini che dovrebbero collaborare per un obiettivo comune, si scagliano gli uni contro gli altri, in una folla corsa all’ultimo sopravvissuto. Le due fazioni presentate da King, sono metafore del Bene e del Male, le due forze che governano il genere umano e che cercano di portare dalla propria parte quanti più fedeli possibili. Mother Abigail (Whoopi Goldberg), chiama a sé i giusti di animo e di cuore, coloro che soffrono ma sono degni del perdono e della grazia divina, mentre Randall Flagg aka The Dark Man (Alexander Skarsgard), attira nel suo grembo gli scarti della società, i reietti, coloro che hanno sofferto, ma, soprattutto, fanno soffrire gli altri. Le due fazioni si contendono l’umanità, in una apocalittica partita di scacchi, dove le pedine sono le anime dei superstiti.

THEN AND NOW


La quarta puntata, intitolata “The House Of The Dead”, si dimostra leggermente sotto tono rispetto alle precedenti, nonostante un cliffhanger finale ben piazzato. I continui flashback, ormai marchio di fabbrica dello show, dovrebbero servire a donare maggior spessore ai personaggi, facendo capire al pubblico i motivi dietro determinate scelte e comportamenti, ma, in questo caso, risultano eccessivamente fastidiosi, soprattutto quando concernono avvenimenti troppo recenti (la preparazione del discorso del Comitato). Anche la sequenza stessa delle arringhe di Larry Underwood e Stu Redman non riesce a bucare lo schermo come si vorrebbe, azzoppando momentaneamente, l’hype creato dalla scorsa puntata. Ci pensa Amber Heard a risollevare le sorti dell’episodio, presentandosi ad Harold come un vero e proprio diavolo tentatore (dopotutto è lei la Regina scelta da Randall Flagg), facendo leva su tutte le debolezze e fragilità del ragazzo e cercando di convincerlo a passare al lato oscuro.

FIRST REACTION: SHOCK


La fazione di Mother Abigail si prepara allo scontro contro Flagg e lo fa mandando in avanscoperta alcuni dei suoi seguaci. I prescelti, si recano a Las Vegas per spiare i movimenti dell’altra fazione e partire in vantaggio rispetto all’Uomo Nero. La felicità apparente che si respira ad Hemingford Home, con il ripristino dell’energia elettrica ed un improvvisato concerto di Larry, stride terribilmente con l’evento che va a chiudere la puntata. L’uccisione di Teddy Weizak (Eilon Bailey) per mano di Nadine, rappresenta un punto di non ritorno per Harold, il quale verrà chiamato a prendere una posizione e scegliere definitivamente da quale parte stare. I due ragazzi rappresentano forse i personaggi più ambigui dell’intera serie, sempre in bilico tra luce ed oscurità, tra i traumi del passato e la voglia di essere finalmente accettati.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il cameo di Stephen King sul manifesto di Hemingford Home
  • Rapporto tra Nick e Tom
  • Amber Heard
  • Harold è chiamato a prendere una decisione definitiva
  • In questa puntata i flashback non hanno sortito l’effetto desiderato
  • Minutaggio sprecato nella preparazione del discorso del Comitato

 

Ancora una volta viene sottolineato come il problema non siano il virus e gli effetti di esso, bensì la volubilità umana e l’instancabile propensione a commettere sempre i medesimi errori.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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