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The Walking Dead 11×22 – FaithTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Walking Dead 11x22 recensioneContinua il countdown verso il series finale di The Walking Dead che persiste ad essere guardato da un fetta di irriducibili masochisti che, giustamente, dopo 12 anni e 11 stagioni vuole sapere come va a finire. Tuttavia, il declino dello show è tale che la visione di ogni episodio è diventata una prova di resistenza. La ripetitività degli schemi narrativi è talmente esplicita che il fan medio potrebbe ipotizzare a grandi linee gli avvenimenti della puntata azzeccandoli tutti senza nessun sforzo particolare. Insomma, niente di nuovo per un prodotto televisivo che ha esaurito gli argomenti almeno sei stagioni fa nonostante si basi su un noto ed amato fumetto. Non era facile distruggere la serie in questo modo, ma in casa AMC hanno deciso di primeggiare e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chapeau.

LA GANG DEL BOSCO


Da diversi episodi buona parte del parco personaggi, dopo essersi incredibilmente incontrata nello stesso punto allo stesso momento, si aggira nei boschi cercando di salvare i propri compagni fatti prigionieri dai soldati della Governatrice Pamela Milton.
Tra accordi buonisti di Negan che da badass n.1 adesso fa il chierichetto in chiesa nel tempo libero (se volete distruggere un villan basta chiedere a AMC, maestri del settore)  e  uccisioni dell’ennesimo cattivo di turno fagocitato in un paio di episodi, c’è anche spazio per un momento alla “Io sono Spartacus, siamo tutti Spartacus” di Kubrickiana memoria che, guarda un pò, è propedeutico non solo a salvare Negan ma anche tutti gli altri prigionieri. E chi l’avrebbe mai detto? Insospettabile.
Nel frattempo grazie all’ex professore di musica lo spettatore viene a sapere della caduta di Oceanside avvenuta offscreen, della serie “non lo famo, o dimo“.
La sensazione è che questo finale di stagione e di serie serva più a lanciare i nuovi spin-off in arrivo (in particolar modo quello di Daryl) che a dare una chiusura definitiva al progetto, considerando che la sceneggiatura è talmente pessima che dare una conclusione degna allo show sembra impossibile.

PRESIEDE IL GIUDICE SANTI LICHERI


In questo ventiduesimo appuntamento stagionale c’è anche spazio per il momento “Forum” di casa AMC, dove al posto del celebre giudice di Rete4 vi è la signora più faziosa del Commonwealth a presiedere il processo, già scritto, contro Eugene che ovviamente viene dichiarato colpevole, nonostante gli sforzi di Yumiko che per l’occasione rispolvera il suo ex mestiere.
Il personaggio ormai di lunga data, conosciuto ai più come il “cazzaro di Primavalle” per la sue note abilità, utilizza tutta la sua arte oratoria in un bel discorso motivazionale in cui sostiene di aver cambiato il mondo nel suo piccolo, incitando i cittadini del Commonwealth a ribellarsi alla tirannia della Milton.
Ancora non è chiaro come in soli 2 episodi, tale macrotrama troverà una soluzione degna di tal nome e in che modo la situazione politica del Commonwealth influenzerà la volontà di Maggie e soci di ricostruire le vecchie comunità, ma visto l’andamento di questa ultima stagione è meglio non farsi troppe domande, salvo poi essere certamente delusi dalla risposte che non è detto nemmeno arriveranno.
Da segnalare che nel finale di puntata finalmente Mercer si decide ad agire contro la Governatrice, per un personaggio che potenzialmente poteva essere interessante e invece è stato gestito in modo pessimo tra lovestory insignificanti e una fedeltà ottusa a un sistema di potere palesemente corrotto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Mancano solo due episodi
  • Mancano ancora due episodi

 

L’ennesimo episodio senza capo né coda per The Walking Dead che prosegue nella sua discesa verso l’oblio seriale. Come ci ricorda la stessa AMC ormai mancano solo 2 puntate al termine per fortuna, anche se i momenti amarcord presenti all’inizio di ogni episodio trasmettono una certa nostalgia, ricordando allo spettatore che tanto tempo fa in una galassia molto lontana, The Walking Dead era una splendida seria seguitissima in tutto il mondo. Ma tornando alla triste realtà, lo show ottiene l’ennesima valutazione gravemente insufficiente, ma ormai non ci si fa nemmeno più caso.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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