In “Brotherly Love”, This Is Us finalmente concede al suo pubblico la resa dei conti tra Kevin e Randall che affrontano il grosso “elefante nella stanza”, ovvero il confronto in cui tra i due erano volate parole estremamente forti ed offensive.
Questo episodio ha permesso al pubblico di poter scavare letteralmente nei nodi problematici che hanno segnato le vite dei due fratelli nel corso degli anni, utilizzando come chiave di lettura un concetto tanto semplice quanto estremamente complicato allo stesso tempo: è tutta questione di punti di vista.
UN CONFRONTO ATTESO DA TEMPO
Nel corso di una serie di flashback, che includono peraltro anche nuovi attori che interpretano i fratelli Pearson in passato (i casting sono sempre impeccabili), si ha la possibilità di “sbirciare” ulteriormente all’interno del loro rapporto. Da adolescenti, Randall fa visita a Kevin a Los Angeles; da più piccoli, Jack li porta ad una registrazione dal vivo del signor Rogers in cui Kevin diventa geloso del “trattamento speciale” ricevuto da Randall.
Una delle caratteristiche che rende This Is Us una rappresentazione realistica della famiglia è che i conflitti irrisolti e i vecchi problemi, prima o poi, tornano sempre a galla.
Nel corso della prima stagione, il pubblico aveva già potuto assistere alla risoluzione di un rapporto conflittuale tra Kevin e Randall. Nel corso della stagione 4, a causa della divergenza di opinioni in merito alle cure mediche della madre, i due sono ricaduti nei vecchi schemi, culminando poi nella lite distruttiva da cui stanno tentando di riprendersi da ormai 13 episodi.
In “Brotherly Love” si assiste al momento in cui Kevin e Randall depongono temporaneamente l’ascia di guerra.
È proprio qui che This Is Us tira fuori il meglio di sé, dimostrando che lo show è cresciuto, maturato, rispetto alla sua prima stagione, già promettente, ma decisamente più semplice. Per questo Kevin e Randall vengono lasciati soli, a sviscerare quarant’anni (e cinque stagioni) di conflitto silenzioso, di frasi dette e mal interpretate e di non detto, incentrando il dialogo sul tema del razzismo sottile: anche in questo caso, temi importanti vengono affrontati in modo intelligente e mai scontato.
La chimica sullo schermo di Sterling K. Brown e Justin Hartley è innegabile, tanto che risulta quasi facile immedesimarsi nei rispettivi punti di vista e stati d’animo.
UNA SCENEGGIATURA IMPECCABILE
Jon Dorsey, autore di questo episodio, riesce a ricreare perfettamente l’imbarazzo dietro a questo momento così tanto atteso e importante.
Kevin: “Listen I don’t want to beat around the bush.”
Randall: “Water?”
Kevin: “I’m fine. Look, I feel like it would be easy for us to fall into catching up and get back into our rhythm without really talking. And I can’t let that happen. Randall, there are some things I have to say to you.”
Randall: “Right. So here we go.”
Una cosa è parlare al telefono o scrivere un messaggio. Tutta un’altra cosa è volare attraverso il Paese per affrontare una conversazione sull’infanzia carica di razzismo come quella che ha dovuto sopportare Randall. Kevin si prepara un discorso e arriva con tutte le buone intenzioni per fare ammenda, anche se le sue scuse semplicistiche suggeriscono, almeno inizialmente, che sia più interessato al perdono che ad assumersi le responsabilità. Dall’altro canto, solo perché Randall è più consapevole e ha vissuto in prima persona certe discriminazioni, non significa che abbia tutte le risposte. Lui si è sentito in debito per tutta la vita, semplicemente per il fatto di essere stato adottato.
Randall: “I never wanted to be special. I just wanted to blend in like everyone else, but that was never possible because I always stood out.”
Randall sa bene quali sono state le carenze di suo fratello, mentre Kevin impiegherà tutto il corso dell’episodio ad ammettere la sua gelosia nei confronti di Randall proprio dovuta al colore della sua pelle.
Kevin: “Maybe I thought you getting special treatment was mixed up with you being Black. […] I was more jealous of you than I should’ve been.”
La frase pronunciata da Kevin rappresenta per Randall tutto ciò che da anni avrebbe voluto sentire: una singola (e potente) lacrima riga il viso di Sterling K. Brown che, ancora una volta, regala un’interpretazione magistrale.
La scrittura dell’episodio risulta impeccabile nel corso del dialogo, proprio perché riesce a dimostrare chiaramente come entrambi debbano andare a fondo e scavare nel loro sostrato emotivo per poi uscirne in pace, più forti e rigenerati.
L’esito potrebbe sembrare scontato, ma gli sceneggiatori fanno una scelta ancora più intelligente. Randall e Kevin, infatti, non risolvono tutti i loro problemi in una sola conversazione. Sarebbe molto più facile (e meno realistico) chiudere la faccenda una volta per tutte, ma This Is Us ha abituato il suo pubblico ad andare avanti un passo alla volta, senza fretta. È questa la forza dello show che, pur dopo cinque stagioni, riesce a dimostrare come ci possa essere sempre una nuova storia da raccontare e molto altro ancora da dire.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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This Is Us concede al suo pubblico il momento più atteso dal finale della scorsa stagione e non delude le aspettative. Sterling K. Brown e Justin Hartley brillano in un dialogo meravigliosamente scritto. Dopo cinque stagioni, lo show non accenna a perdere d’intensità e di bellezza, continuando a riscuotere il successo che merita.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.