“Where’s Jessica Hyde?”
Questa è la frase che non si è sentita pronunciare nel corso dell’intero episodio. Sarebbe forse stato scontato trasportare il tormentone del breve show cult britannico datato 2013. “Where’s Jessica Hyde?” si trasforma in un più generico “Where’s Utopia?“, pronunciato da più personaggi. Quasi a voler rievocare/omaggiare quella breve e visionaria parentesi televisiva di un po’ di anni fa.
Se si dovesse illustrare in poche parole ad un neofita seriale la procedura standard dei remake targati USA, ci si potrebbe orientare più o meno nel seguente modo: gli inglesi hanno idee geniali, le mettono pigramente in scena per pochi episodi e poche stagioni, gli statunitensi ne captano il potenziale, espandono tutto ciò che si può espandere, ingigantiscono una serie di aspetti, smussano qualche cosa cruenta qui e lì e alla fine inevitabilmente creano una serie mainstream che attira una fetta di spettatori ben più ampia rispetto all’originale.
“Life Begins” risponde a questi canoni rispetto all’iconico primo episodio della versione britannica? Probabile, fatto sta che, come già accennato, si respira un’aria di omaggio nei confronti dello show del 2013 e non di sfruttamento del marchio. Il recupero del fumetto Utopia da parte dei due malcapitati proietta lo spettatore nel recupero anche di quella storia che lo aveva visto impegnato in poche ore di visione, vista la già citata brevità di alcuni lavori inglesi.
La storia fatta di cospirazioni, guerra batteriologica, epidemie (coff coff) piano piano torna alla mente dello spettatore affezionato, così come piano piano si delinea nella percezione del neofita. La leggerezza e la frivolezza di un ritrovo fumettistico assume le tinte nere del tentativo di recuperare un manoscritto tanto prezioso per i cultori del genere, quanto importante perché custode di segreti che non possono essere svelati.
Ciò che rende meno cruenta questa versione è l’utilizzo di luci più neutre rispetto alla peculiare scelta che venne intrapresa 7 anni fa. La 1×01 di Utopia versione UK spiattellava allo spettatore una violenza gratuita, il tutto in una messa in scena caratterizzata da colori accesi e luci “smarmellate” a più non posso. Così come i lineamenti più “rassicuranti” e conosciuti del Michael interpretato da Rainn Wilson creano un’empatia e un legame immediato rispetto alla figura disturbante evocata da Paul Higgins. Non che l’ex Dwight di The Office non sia in grado di impersonare uno psicopatico come si deve, né che in questo primo episodio abbia suscitato tenerezza, tutt’altro. Ciò che appare evidente è come la sua sia destinata a diventare la figura cult dello show, verosimilmente la star indiscussa.
Gli altri protagonisti godono di una rappresentazione assolutamente soddisfacente. L’equilibrio interpretativo che si intravede in questo primo episodio fa sì che anche la difficile pratica di “trasposizione” da un attore all’altro sia indolore. Non si cerca una estrema somiglianza (a parte Wilson Wilson, ma sarebbe stato un delitto raffigurarlo diversamente), ma allo stesso tempo nemmeno stravolgimenti plateali. Chi già conosceva la prima versione di Utopia ha la possibilità di immergersi comodamente in questa rilettura, recuperando piano piano i ricordi della trama, stupendosi comunque per ciò che di nuovo viene rappresentato.
E che valore assume Utopia oggi? Una riflessione sicuramente va destinata al mondo del 2020, stravolto nella sua quotidianità e nelle sue abitudini da una pandemia che forse non renderà nemmeno simile a prima il mondo delle serie TV. Veder riproposta una storia che tratta di cospirazioni e virus creati in laboratorio, dal taglio totalmente meta-narrativo (la finzione – il fumetto – che travalica nella “realtà” – la serie tv), ma dal sapore quasi ironico e surreale, potrebbe essere un qualcosa di catartico, utile ad esorcizzare paure ed estremismi che nascono dalla frustrazione di questi periodi. Probabilmente il remake era stato pensato in una fase pre Covid-19, ma forse non c’era show migliore e più azzeccato di Utopia da presentare in questi bizzarri giorni.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.
Scusate, ho appena visto questa prima puntata…ma dove l’avete visto Rainn Wilson?!?!