Westworld 3×07 – Passed PawnTEMPO DI LETTURA 4 min

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Quattro anni fa Westworld viveva la sua prima stagione, l’esordio sul piccolo schermo, lasciando sugli appassionati un senso enorme di eccitazione e curiosità.
Le vicende dei primi Dolores e William e i monologhi di Anthony Hopkins nel ruolo del Dr. Robert Ford però, nel 2020, sembrano veramente lontanissimi, sia per quello che si vede attualmente, sia nel cuore dei fan, più che dimezzati nel giro di tre stagioni.
Ciò non ha ovviamente tolto allo show l’intero fascino che lo caratterizzava ma certamente le scelte di sceneggiatura hanno virato su aspetti per certi versi inaspettati e su una narrativa meno forte e capace di fare presa sul pubblico, a tratti anche troppo concentrata su un lato splatter francamente esagerato.
Lo show ha mantenuto comunque un suo zoccolo duro di fan, che con l’aggiunta al cast di un attore dal nome importante come Aaron Paul speravano di vedere qualcosa di rivoluzionario nella terza stagione. Rivelandosi più come un gentile compromesso, finora la tornata numero tre dello show ha mantenuto un discreto livello, manifestando in occasione del settimo episodio dei punti di svolta importanti per l’intreccio messo in piedi fin qui.
Caleb per primo ha infatti finalmente riportato a galla il suo passato, senza dubbio un tema fondamentale nella storia di questa serie, i personaggi capaci di ricostruire la propria storia sono stati sempre i più convincenti, e dopo settimane passate tra le più disparate memorie di guerra e di difficoltà della sua vita finalmente anche lui ha la possibilità di riscoprire, insieme allo spettatore, il proprio io.
Si viene a sapere infatti che le memorie che continuavano a tartassarlo non erano frutto di un vissuto reale ma di qualcosa di installato nel suo cervello artificialmente. Una bugia, dunque, che suona perfettamente coerente con la sinfonia che Westworld ha suonato fino a questo momento. La recitazione in questo caso fa capire ampiamente il motivo della scelta dell’attore, le reazioni di Paul al dialogo con l’AI Solomon sono eccellenti e giustificano ampiamente la necessità di quest’ultimo di mettere in opera uno scambio simile: per realizzare la verità il personaggio ha bisogno di esprimerla attraverso le parole per accettare che effettivamente sia avvenuta, ma non solo, risulta anche molto credibile l’assimilazione di ricordi così orribili in così poco tempo da parte di chi effettivamente li ha vissuti, un compito non facile tanto che probabilmente anche gli spettatori stessi potranno aver trovato difficoltà ad assimilarli.
Nonostante questo, rimane leggermente difficile pensare di assimilare tutto così velocemente, soprattutto per chi guarda con pochissimo tempo a disposizione per attutire il colpo e passare a ciò che accade successivamente. In un certo senso questo è sempre stato il forte di Westworld, il contrasto tra uomo e macchina non lascia il minimo spazio a chi deve ripensare se stesso. Ovviamente la falla rimane nella testa dello spettatore che trova difficoltà a ripensare interamente i sentimenti di un personaggio attraverso un singolo, seppur carico, sguardo.
Trattare i protagonisti come macchine rappresenta per forza di cose un punto focale dello show e lo stesso accade, in pieno stile penultimo episodio di una serie HBO, con Maeve e Dolores. Le motivazioni della prima sono ormai chiare: sua figlia, ostaggio di Serac, rischia di fare una brutta fine nel caso in cui Maeve dovesse fallire la missione di uccidere Dolores.
Probabilmente è qui che la terza stagione vive il suo punto più forzato in assoluto, al pari dei ricordi di Caleb infatti il ruolo della figlia di Maeve è del tutto fittizio, il suo scontro con Dolores vive di pretesti assolutamente assurdi che Maeve di cui lei stessa dovrebbe aver chiara la futilità.
Insomma le motivazioni di Maeve appaiono fin troppo tirate per i capelli perché, come ricorda il personaggio interpretato da Evan Rachel Wood sono proprio uomini come Serac a tenere sotto scacco la volontà degli hosts sulla terra, la libertà non le è preclusa dal fatto che la figlia sia tenuta in ostaggio ma dal voler essere in un certo senso schiava del pensiero che le è stato predisposto in testa al momento della sua creazione. Un concetto che difficilmente può non essere chiaro a questo punto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La recitazione di Aaron Paul
  • La backstory fasulla che ribadisce ancora il rapporto tra uomo e macchina
  • Costumi, regia ed effetti speciali
  • Il ritorno di William a pieno regime (?)
  • Lo scontro tra Dolores e Maeve per quanto affascinante si regge su presupposti deboli
  • A questo proposito è forse buona regola citare delle incongruenze sull’idea della tecnologia che può colpire la protagonista in qualunque punto del campo di battaglia e finisce per non colpirla
  • Il poco tempo lasciato allo spettatore per elaborare le problematiche di Caleb

 

Per essere un episodio che anticipa un season finale, “Passed Pawn” fa il suo lavoro. Tuttavia non si può trascurare come lo faccia, ancora una volta, in maniera piuttosto approssimativa. Inutile tornare su quanto i tempi andati fossero migliori, ma la trama ormai presuppone un lavoro di comprensione veramente esagerato che raramente vale lo sforzo.

 

Decoherence 3×06 0.77 milioni – 0.2 rating
Passed Pawn 3×07 0.81 milioni – 0.2 rating

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