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Westworld 3×06 – DecoherenceTEMPO DI LETTURA 6 min

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Westworld 3x06 “Se non conosci né il nemico, né te stesso, ogni battaglia significherà per te sconfitta certa. Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari a quelle di sconfitta. Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.” (Sun Tzu, L’arte della Guerra)

 

UNA CONTINUA LOTTA PER LA CONOSCENZA



La massima del generale e filosofo cinese sembra essere quasi profetica per questa terza stagione di Westworld, una susseguirsi di battaglie in cui la conoscenza si configura sempre di più come la sola arma che possa determinare le sorti della guerra tra umani e androidi, in lotta per la costruzione di un nuovo mondo. Se nelle prime due stagioni Jonathan Nolan e Lisa Joy avevano guidato gli androidi, attraverso i propri loop, alla conoscenza di sé, adesso la situazione si è ribaltata: sono gli esseri umani ad interrogarsi sul proprio arbitrio, incastrati anche loro in una storyline che qualcun altro sembra avere scritto per loro.
La regia ci regala, quindi, nella sesta puntata, una citazione emblematica del passato della serie, il labirinto, questa volta riscoperto dagli esseri umani che sono stati liberati dal leak informatico dello scorso episodio.
In un sistema totalmente stravolto, governato ormai dall’anarchia, l’unico vantaggio che Serac e Dolores possono avere l’uno sull’altro è proprio la conoscenza del nemico, fattore sul quale Dolores sembra essere in netto vantaggio, avendo hackerato il profilo personale di Serac ed essendosi infiltrata nel suo sistema.

 

LE SCONFITTE DI DOLORES



Il titolo dell’episodio in questione potrebbe suggerire un’evoluzione in senso opposto rispetto alla scorsa puntata, capovolgendo il vantaggio competitivo di Dolores. “Decoherence” (e non “incoherence”) è un termine preso a prestito dalla fisica quantistica che descrive – semplicisticamente – il fenomeno per cui un piccolissimo sistema, isolato e in equilibrio, quando viene a contatto con un macroambiente esterno collassa, essendo irrimediabilmente travolto da esso.
Questa puntata ci mostra in tal senso come il piano Dolores, perfettamente calcolato, stia cominciando a collassare su sé stesso. Sono almeno due le sconfitte che si aggiungono a quelle registrate da Dolores, l’abbandono di Charlotte e la liberazione di William. Considerando, dalle puntate precedenti, la morte di Connels e la presa di coscienza di Caleb – che sta intuendo come Dolores gli riveli solo ciò che serve per manovrarlo – l’eroina di Westworld comincia a trovarsi circondata solamente da nemici o potenziali tali. Rischierà Dolores di rimanere la sola a combattere per un mondo che, in realtà, non interessa a nessuno? Un mondo in cui tutti, in verità, sono disposti egoisticamente a lottare solo per le proprie battaglie?

 

IL PERCORSO DI CHARLOTTE



Il tracollo emotivo di Charlotte è sicuramente la parentesi meglio riuscita di tutta la puntata. Qui la coscienza robotica fa un passo ulteriore verso l’umanizzazione: Charlotte-Dolores compie una propria scelta.
Nata come alter ego di Dolores, spinta dai sentimenti verso la famiglia di Charlotte, l’androide è profondamente combattuto durante tutto l’episodio tra il proprio dovere e la propria volontà. In una presa di coscienza, Charlotte fa la coraggiosa scelta di non voler tradire nessuna delle sue due nature, gettandosi in una missione impossibile che la vede impegnata sia nel salvataggio dei dati degli Host sia nella fuga dal quartier generale di Delos, per mettere in salvo la propria famiglia.
Se questa parentesi narrativa è sorprendentemente coinvolgente, soprattutto dal punto di vista dell’action, è anche vero che nel finale l’entusiasmo svanisce con la sopravvivenza di Charlotte dall’esplosione. Questa scelta, che ha il solo scopo di rivoltare l’ennesimo personaggio contro Dolores – cosa di cui si poteva benissimo fare a meno – ha sacrificato per Charlotte un’uscita di scena praticamente perfetta.

 

LA VERA NATURA DI WILLIAM



La seconda battaglia che perde Dolores in questa puntata è quella per la distruzione psicologica di William. Il personaggio più diabolico di tutta la serie sembra essere dotato di una resilienza senza limiti, ha una capacità di aggrapparsi alla propria esistenza che va oltre ogni giudizio, al di sopra di quanto sia umanamente concepibile. La cosa più rilevante della puntata, però, sono gli indizi definitivi sulla natura di William.
Prima di essere sottoposto al trattamento in VR, le sue analisi del sangue rivelano “identificata proteina sconosciuta” e “riscontrate tracce sintetiche“, lasciando definitivamente intendere che il corpo di William non è più quello di un umano (sulla scena, è d’obbligo chiedersi: come mai i questi risultati vengono hackerati e trasferiti in Messico?). Eppure, William androide sembra fare un cambiamento come mai prima d’ora nella serie, nemmeno quando era un essere umano in carne ed ossa: durante la seduta individuale con la psicologa, per la prima volta, William accoglie finalmente il senso di colpa per avere ucciso Emily. Facendosi inconsapevolmente beffa del piano di Dolores, nella casa di cura William effettivamente rinsavisce. Ciò viene sottolineato anche dalla regia, che mostra allo spettatore come William sia l’unico ad accorgersi del suicidio della psicologa e a capire che qualcosa fuori stesse andando storto.
A rafforzare la tesi del sadico piano per portare William alla pazzia, ci sono le torture alle quali il Man-Iin-Black è sottoposto, che sembrano essere assolutamente mandatorie. Questa insinuazione nasce dalle parole di Bernard “Doctors must have forgotten about him” in sospetta contraddizione con quelle del dottore (“We will be monitoring you from the next room all the time”.) Difficile credere che si dimentichino di un paziente d’eccezione come il proprietario della Delos e Westworld non è di certo una serie che si perde in questo tipo di dettagli.
Altra novità importante, che non riguarda direttamente William, deriva dalla seduta di ricondizionamento, la stessa a cui vediamo essere sottoposto Caleb nella puntata 5: l’impianto nel palato e gli occhiali di realtà virtuale sembrano essere mezzi necessari alla tortura di un umano. William viene sottoposto al trattamento per errore, ma per quanto riguarda Caleb? A meno che anche in quel caso non si sia trattato di una svista, sembra che Caleb sia effettivamente un umano ri-condizionato psicologicamente dopo aver subito un forte trauma.

 

CHI VINCERÀ LA GUERRA?



Mancano solo due puntate alla chiusura di questa terza stagione, che ha ricreato totalmente Westworld portandola su un percorso a dir poco impensabile. Se gli spettatori avevano storto il naso per lo stravolgimento di location e trama, questa puntata lascia però pensare che la serie non abbia perso la peculiare capacità di seminare indizi tra le fila della narrazione, per coltivare sapientemente un finale d’effetto.
All’alba della notizia di una nuova stagione, rilasciata il 22 aprile da HBO, probabilmente non sapremo ancora chi vincerà la guerra, potendo costituire la terza e la quarta stagione un blocco narrativo a sé, come è stato con le prime due. Tuttavia, se si pensa a quanto velocemente si sia svolta la vicenda sinora, in due episodi è ancora possibile che accada l’inverosimile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’azione è migliore del solito, ricca di colpi di scena
  • La parentesi Charlotte sorprendentemente bella
  • Il ritorno di William e la sua liberazione
  • Il capovolgimento delle sorti in favore di Serac
  • Maeve così pedante che non ha meritato nemmeno di essere recensita
  • La scena dei molti William un po’ forzata e decisamente inutile

 

Westworld ci regala una puntata molto avvincente nella quale, sullo sfondo di un action decisamente coinvolgente, il significato si cela sempre nei dettagli. Questa sesta puntata comincia a riallacciare le fila della nuova narrazione con quelle della vecchia, preparando il terreno per il prossimo finale di stagione.

 

Genre 3×05 0.76 milioni – 0.2 rating
Decoherence 3×06 0.77 milioni – 0.2 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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