Una delle cose che caratterizzano Yellowstone è il rapporto che i suoi personaggi hanno con le regole. Regole che possono essere incarnate da figure maestose come John, come lo è sempre stato per Rip e da questo episodio anche per il suo figlioccio Carter. Altre volte quelle regole arrivano da un’inevitabile predisposizione alla distruzione, come nel caso di Beth. Per estensione, arrivano fino in Texas e investono in piano un esiliato Jimmy. Nessuno sembra quindi sfuggire alle regole dell’esistenza. Per ognuno cambia il modo di interpretarle.
IL CASO BETH DUTTON
Sarebbe il caso di affrontare l’argomento Beth. Uno dei personaggi più interessanti di Sheridan di questa serie, scheggia impazzita che travolge e tenta di condizionare le vite di chi le sta attorno. Un personaggio la cui deriva distruttiva rischia di poter diventare troppo macchiettistica se non accompagnata da un’evoluzione più originale. la sua ennesima dimostrazione di forza con Jamie è decisamente gratuita nell’economia della serie. Va detto che il suo scontro con la nuova fiamma di John, interpretata da Piper Perabo, qualche sorriso l’ha strappato e potrebbe finalmente inserire un degno contraltare a Beth, forse bisognosa di qualcuno che la limiti. Va segnalata la promessa fatta di Rip, per il momento sospesa, di sposarle in un posto incontaminato. Chissà quale posto avrà in mente e in che condizioni ci arriveranno vista la furia distruttrice che Beth sta mettendo in piedi.
JAMIE E JIMMY. IN CERCA DI SE STESSI, IMPARANDO A VIVERE
Esiliati (chi volontariamente e chi no) dalla famiglia Dutton, entrambi cercano una dimensione propria nel mondo. Jamie sembra cadere sempre negli stessi errori. Stavolta sembra cedere alle parole d’amore (?) del padre biologico nonostante ammetta di essere il mandante della strage di fine della stagione scorsa. Ovviamente, come si diceva qui, si spera che succeda qualcosa di diverso dell’ennesimo abbaglio di Jamie che mostri qualcosa di diverso dalle sue tremende debolezze nei rapporti umani. Per carità, giustificabile per certi versi ma anche qui ridotte a macchiette senza molto altro. Per Jimmy, in maniera prevedibile, si prospetta un percorso di consapevolezza e presa di coscienza verso il ruolo del cowboy. Ecco, anche qui, Sheridan deve aver in serbo qualcosa di più altrimenti tutto questo spazio per lui fuori dal ranch non avrebbe senso. Già ora rimane quasi completamente avulso dal resto.
TORNANDO ALLE REGOLE…
Lo scontro definitivo (si spera) tra Lloyd e Walker riesce finalmente ad aprire a tematiche interessanti anche i personaggi collegati col ranch, troppo spesso usati come parentesi leggere, ma totalmente fuori narrazione nelle scorse stagioni. Questo scontro coinvolge Rip, John e Carter. Le regole in vigore nel ranch, che sembrano provenire da un’epoca diversa rispetto a quella odierna, sono l’aspetto sacro di Yellowstone, emanate da John, trasformandolo in questa figura di salvatore delle persone senza speranze. Tutti i personaggi che ruotano intorno al ranch ne sono stati travolti tanto che ogni loro azione ne è loro diretta conseguenza. Dalle ribellioni di Kayce e Beth alla devozione senza spirito critico di Rip, ognuno pare deve essere obbligato a rispettarle per essere degno di vivere. Nessuno sembra essere capace di prescinderle. A testimonianza di questo, a fine episodio la figura enorme di John investe il giovane Carter di tutto il suo carisma. John è l’uomo irraggiungibile e nessuno sembra essere degno di farlo. Alla luce di questo, scappare da lui è difficilissimo. Kayce e Jamie ci vogliono provare senza dare l’impressione di esserne completamente convinti. Per Beth, il problema non si pone. Lei ha scelto di rimanere e distruggere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Yellowstone regala un buon episodio anche se con troppe ripetizioni in sede di caratterizzazioni. Va detto che almeno a livello tematico l’episodio sembra abbastanza centrato, in attesa di qualche nuova accelerazione nella trama.
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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.