Hawkeye attualmente è un prodotto che si distacca abbastanza dalle uscite Marvel Studios su Disney+. Cercando di evitare la riproposizione di prodotti simili tra loro, la serie ideata da Jonathan Igla appare come una sorta di buddy movie in chiave natalizia. Un mix di ingredienti abbastanza originale da risultare piacevole nonostante lo scarso appeal che ha il protagonista, interpretato da Jeremy Renner (Major of Kingstown), sul grande pubblico.
Data la breve durata di soli 6 episodi, di circa 40 minuti ciascuno, ci si aspettava forse una trama orizzontale più sviluppata sin dalle prime battute per approfittare al meglio del tempo a disposizione. Invece la serie Marvel ingrana decisamente al giro di boa con l’introduzione di un personaggio molto atteso (Yelena) e qualcun’altro che continua ad aleggiare sullo sfondo in maniera non troppo celata (Kingpin?).
UN FILM SCOMPOSTO
Ciò che appare abbastanza evidente da quel che si è visto finora è la scrittura “cinematografica” della serie sull’arciere della Casa delle Idee. Infatti probabilmente la “lentezza” percepita da qualche spettatore nelle prime puntate, può semplicemente tradursi in ciò che in un film sarebbe stato un primo atto introduttivo per un nuovo personaggio protagonista. Manca il cliffhanger finale dei primi episodi, ormai paradigma di una scrittura televisiva, in quanto sembra di vedere quasi un lungometraggio scomposto, probabilmente arrivato su Disney+ sotto il format di miniserie per non appesantire ulteriormente il pienissimo calendario di uscite.
Giunti infatti a quello che rappresenterebbe la parte centrale del secondo atto, ecco che escono fuori parecchie sorprese e si preparano ad essere svelati alcuni misteri, in particolare riguardanti il ruolo di Jack, l’assassinio di Armand, la figura dello zio di Maya e, soprattutto, l’ambigua Eleanor Bishop, interpretata da un’ottima Vera Farmiga (When They See Us). Gli indizi, forniti dall’enigmatica performance della Farmiga, non lasciano affatto presagire un Natale tranquillo in casa Bishop.
Kate: “He’s my partner.”
Clint: “We’re not partners.”
Kate: “Well, we’re friends/partners.”
Clint: “I wouldn’t really describe us as friends.”
MENTORE E ALLIEVA
Sin dal titolo, “Partners, Am I Right?”, si intuisce come quest’episodio risulta fondamentale per costruire il rapporto tra il personaggio di Clint Barton e la giovane Kate Bishop. Tutte le differenze tra le due personalità, gli errori di Kate, ma anche le ingenuità commesse da Clint, finiscono per confluire nel duro finale in cui Occhio di Falco decide di dare una risposta negativa al titolo della puntata, strappando il cuore di Kate e anche un po’ quello dello spettatore. Già nei dialoghi tra il mentore e l’allieva si evidenzia un’importanza data ai rischi del mestiere, alle perdite che bisogna affrontare, soprattutto dopo i traumatici eventi che ha subito Clint tra Avengers: Infinity War prima, e Avengers: Endgame dopo.
Barton rivede nella giovane e promettente Bishop un pizzico della complicità che aveva con Natasha Romanoff, arrivando a disobbedire alla madre Eleanor pur di collaborare con colei che ai suoi occhi gli sembra in tutto e per tutto la sua erede. Tuttavia nel momento in cui vede nella caduta di Kate dal tetto la sua vecchia amica Nat (con tanto di soundtrack a richiamare) l’Avenger matura la decisione di interrompere la collaborazione con la giovane arciere, per proteggerla dalla mole di antagonisti entrati in gioco.
Kate: “Best shot you ever took?”
Clint: “Uh, the one I didn’t take.”
IMPREGNATO DI MCU
Inoltre, lo show dedicato a Occhio di Falco, risulta al momento anche quello più pregno di collegamenti al Marvel Cinematic Universe. Al di là delle numerosissime easter egg che si sprecano in ogni puntata (come la particolare tazza di Clint), inizia a delinearsi un filo conduttore che lega la serie al film meno d’impatto della fase 4: Black Widow. Infatti, la sensazione è che il film diretto da Cate Shortland fosse non altro che una preparazione a intrecci futuri che riguardano Yelena, che fa la sua prima apparizione in grande stile, Clint, Kate e chissà chi altro. Il personaggio di Ronin, soltanto accennato in Endgame, pare nascondere più di quanto già conoscano gli spettatori. In più, continua ad essere il perno su cui continuano ad evolversi le situazioni in Hawkeye. L’ultimo grande mistero poi riguarda un Rolex, passato sotto traccia nella prima puntata, ma a quanto pare abbastanza importante per motivi ancora ignoti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A due puntate dal termine la situazione è abbastanza intricata. Yelena (che lavora per ignoti) da una parte, Echo e la Tracksuit Mafia dall’altra. Sullo sfondo Jack e Eleanor, oltre a un potente boss che preferisce rimanere nascosto. Il Bless premia l’affresco completo sul personaggio di Clint e il coraggio a mettere in scena, per la prima volta in una serie Disney+, una trama con così tante pedine. Elementi finora mai rischiati per un format seriale, ma di solito preservati per il grande schermo. La speranza è di non rimanere delusi.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.