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Per quanto, anche in questa sede, si fossero già spese parole di elogio per Barry, nessuno avrebbe immaginato un prodotto di così alto profilo fin da subito e ancora meno una narrativa così efficace. Per fortuna invece la serie ha mantenuto uno standard straordinario, sbocciando definitivamente in quello che è stato, con certezza pressoché assoluta, il miglior episodio stagionale.
Dopo un’esilarante inizio in cui i russi e i colombiani si scambiano promesse di guerra, condito da black humor di ottimo gusto, e in cui vengono risolte delle dinamiche relative all’episodio precedente, ritroviamo Barry alle prese con l’acting.
Per lui rimane sempre difficile trovare una dimensione su un palcoscenico, in passato ha cercato la motivazione, ha sciolto i dubbi che lo attanagliavano, ha superato la paura del fallimento, eppure le sue capacità non sono ancora sufficienti. Il non riuscire nemmeno a tirare fuori una singola battuta corretta simboleggia lo stato d’animo del protagonista, bloccato da una situazione che lo mette in una prigione psicologica e lo divora lentamente dall’interno.
L’incontro successivo con Chris, in cui ritroviamo la sua confessione di sentirsi a disagio e di avere la coscienza sporca, è il catalizzatore di tutte le emozioni del protagonista. In una delle scene migliori dell’episodio Barry cerca in tutti i modi di limitare lo sfogo dell’amico, ma finisce con l’assecondare le sue difficoltà e uccidere l’ex compagno di missione, in uno specchio di sensi di colpa che vede i due litigare in maniera molto accesa prima dello sparo. Quello che colpisce veramente in questa occasione è il confronto molto particolare tra i due, il fatto che sia Chris a volersi consegnare alla polizia in particolar modo: dalla sua stessa bocca infatti escono le preoccupazioni per la famiglia e per i figli, un gesto nobile quello di volersi comunque assicurare alla giustizia, che Barry (pur essendo privo di affetti) però non può permettere in quel contesto, il suo lavoro può aiutare Chris a rimanere nascosto e al sicuro ma la volontà dei quest’ultimo è ferrea e al nostro antieroe non rimane altra scelta se non la pallottola.
A questo punto un protagonista segnato nel profondo dalle sue azioni raggiunge la sua classe di recitazione, impegnata nella rappresentazione di “Macbeth”, simbolico come sia proprio la tragedia Shakesperiana, molto concentrata sulla tematica del senso di colpa, a far uscire il miglior Barry dal punto di vista attoriale. Il senso di colpa è infatti il sentimento primario che spinge Mabeth alle sue azioni malvagie e conduce la moglie prima alla follia e poi alla morte.
Ripercorrendo i suoi passi, ed entrando nella mente dei famigliari di Chris, Barry subisce uno shock notevole grazie al quale riesce finalmente a dire la sua “One fuckin’ line” sprigionando tutti i suoi sentimenti repressi. Fantastica l’interpretazione di Bill Hader nell’occasione, così come la scena succesiva in cui Barry si trova da solo sul palco a guardare il nulla. Proprio qui il regista Alec Berg riesce nel capolavoro, mettendo il personaggio, e anche lo spettatore che lo guarda, in mezzo alla scena e di fronte ad una dura realtà, le sensazioni che hanno accompagnato Barry nel momento della rappresentazione di Macbeth hanno sbloccato una sorta di potenza creativa che gli ha permesso di diventare un attore a tutti gli effetti, davanti a tutto ciò lui, che vuole disperatamente essere un bravo ragazzo, si ritrova solo in mezzo al nulla che gli pone davanti il dubbio finale. A questo punto Barry avrà due possibilità: percorrere la vita di attore e rivivere ancora e ancora quei brutti ricordi rimanendo un bad boy, oppure scegliere strade alternative che lo porteranno in un luogo inesplorato che, proprio come il palcoscenico, presenta infinite possibilità, questo è il nodo che l’episodio finale della prima stagione dello show dovrà sciogliere.
Il settimo episodio di Barry è perfetto sotto ogni punto di vista, la comicità lascia spazio ai personaggi secondari e fa vivere ancora di più allo spettatore il dramma del protagonista, solo e perso nel suo rimorso e nel suo dolore. La straordinaria interpretazione di Bill Hader si combina perfettamente con lo shock arrivato dopo la morte di Chris e sviluppato grazie alla parte nel dramma Shakesperiano.
Dopo un’esilarante inizio in cui i russi e i colombiani si scambiano promesse di guerra, condito da black humor di ottimo gusto, e in cui vengono risolte delle dinamiche relative all’episodio precedente, ritroviamo Barry alle prese con l’acting.
Per lui rimane sempre difficile trovare una dimensione su un palcoscenico, in passato ha cercato la motivazione, ha sciolto i dubbi che lo attanagliavano, ha superato la paura del fallimento, eppure le sue capacità non sono ancora sufficienti. Il non riuscire nemmeno a tirare fuori una singola battuta corretta simboleggia lo stato d’animo del protagonista, bloccato da una situazione che lo mette in una prigione psicologica e lo divora lentamente dall’interno.
L’incontro successivo con Chris, in cui ritroviamo la sua confessione di sentirsi a disagio e di avere la coscienza sporca, è il catalizzatore di tutte le emozioni del protagonista. In una delle scene migliori dell’episodio Barry cerca in tutti i modi di limitare lo sfogo dell’amico, ma finisce con l’assecondare le sue difficoltà e uccidere l’ex compagno di missione, in uno specchio di sensi di colpa che vede i due litigare in maniera molto accesa prima dello sparo. Quello che colpisce veramente in questa occasione è il confronto molto particolare tra i due, il fatto che sia Chris a volersi consegnare alla polizia in particolar modo: dalla sua stessa bocca infatti escono le preoccupazioni per la famiglia e per i figli, un gesto nobile quello di volersi comunque assicurare alla giustizia, che Barry (pur essendo privo di affetti) però non può permettere in quel contesto, il suo lavoro può aiutare Chris a rimanere nascosto e al sicuro ma la volontà dei quest’ultimo è ferrea e al nostro antieroe non rimane altra scelta se non la pallottola.
A questo punto un protagonista segnato nel profondo dalle sue azioni raggiunge la sua classe di recitazione, impegnata nella rappresentazione di “Macbeth”, simbolico come sia proprio la tragedia Shakesperiana, molto concentrata sulla tematica del senso di colpa, a far uscire il miglior Barry dal punto di vista attoriale. Il senso di colpa è infatti il sentimento primario che spinge Mabeth alle sue azioni malvagie e conduce la moglie prima alla follia e poi alla morte.
Ripercorrendo i suoi passi, ed entrando nella mente dei famigliari di Chris, Barry subisce uno shock notevole grazie al quale riesce finalmente a dire la sua “One fuckin’ line” sprigionando tutti i suoi sentimenti repressi. Fantastica l’interpretazione di Bill Hader nell’occasione, così come la scena succesiva in cui Barry si trova da solo sul palco a guardare il nulla. Proprio qui il regista Alec Berg riesce nel capolavoro, mettendo il personaggio, e anche lo spettatore che lo guarda, in mezzo alla scena e di fronte ad una dura realtà, le sensazioni che hanno accompagnato Barry nel momento della rappresentazione di Macbeth hanno sbloccato una sorta di potenza creativa che gli ha permesso di diventare un attore a tutti gli effetti, davanti a tutto ciò lui, che vuole disperatamente essere un bravo ragazzo, si ritrova solo in mezzo al nulla che gli pone davanti il dubbio finale. A questo punto Barry avrà due possibilità: percorrere la vita di attore e rivivere ancora e ancora quei brutti ricordi rimanendo un bad boy, oppure scegliere strade alternative che lo porteranno in un luogo inesplorato che, proprio come il palcoscenico, presenta infinite possibilità, questo è il nodo che l’episodio finale della prima stagione dello show dovrà sciogliere.
Il settimo episodio di Barry è perfetto sotto ogni punto di vista, la comicità lascia spazio ai personaggi secondari e fa vivere ancora di più allo spettatore il dramma del protagonista, solo e perso nel suo rimorso e nel suo dolore. La straordinaria interpretazione di Bill Hader si combina perfettamente con lo shock arrivato dopo la morte di Chris e sviluppato grazie alla parte nel dramma Shakesperiano.
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Finalmente Barry possiede gli strumenti necessari per essere un attore, sbloccato proprio dai sentimenti da cui voleva scappare diventando tale. L’evoluzione del personaggio è stata notevole e in vista di un season finale si sono aperti scenari molto ambiziosi e attrattivi, il crollo psicologico di Barry e le sue difficoltà lo porteranno ad una decisione importante, il suo futuro di attore è in bilico e solo lui potrà decidere come e se gestire i sentimenti che per tanto tempo ha cercato di evitare.
Chapter Six: Listen With Your Ears, React With Your Face 1×06 | 0.5 milioni – 0.2 rating |
Chapter Seven: Loud, Fast And Keep Going 1×07 | 0.6 milioni – 0.2 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.