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La penultima sequenza dell’episodio, quella di Barry nel covo della mafia birmana, rappresenta silenziosamente lo spirito intero dello show. Una figura che armata si addentra in una casa piena di criminali, senza farsi scoprire da nessuno, arrivando al punto di poter uccidere la persona più influente lì dentro; segue crisi di coscienza, situazione surreale in cui Barry si trova di fronte a tutti i criminali lì concentrati; momento di perplessità, dopodiché riesce a uscire dalla casa in preda al panico (e anche un po’ all’imbarazzo); uscito dalla casa succede il delirio e il protagonista si becca una pallottola, si schianta con la macchina e scappa.
Barry è una serie tv in cui si mescolano personaggi assurdi e tendenzialmente dementi con questioni morali pesantissime e crisi esistenziali molto profonde, inserite in un contesto totalmente surreale. Esattamente come l’irruzione di Barry nella casa di Esther: un sicario armato si trova in imbarazzo di fronte ad un insieme di criminali, la facilità con cui entra dentro casa e arriva a puntare la pistola alla boss si scontra con lo scatafascio della fuga.
Se nella prima stagione il protagonista viveva la sua (tormentata) doppia vita in maniera totalmente indisturbata, circondato da personaggi fondamentalmente troppo pieni di se stessi per accorgersi di qualcosa, questa seconda stagione sembra tracciarsi sul corrispettivo della fuga dalla casa di Esther, ovvero su una potenziale montagna di merda in arrivo.
Il personaggio di Sally arricchisce l’episodio con una storyline secondaria che inevitabilmente dovrà portare da qualche parte nel prosieguo della stagione. Il suo distaccarsi dal gruppo di recitazione, contrario all’attaccamento del partner, sicuramente porterà a risvolti significativi nell’economia della storia. A questo va aggiunto che, nella godibilissima comicità della serie, la compilation delle comparsate di Sally aggiunge dell’ironia mista a demenzialità, nel voler andare a pescare esempi di show dozzinali. Da applausi l’interpretazione della moglie aliena.
Proprio dal punto di vista comico, l’episodio si mantiene in diretta continuità con la premiére, seppur sfumando alcuni aspetti. Torna a fare capolino la strana gelosia di Hank per il boss boliviano e per la nuova amicizia di questo con Esther, tanto da commissionarne a Barry l’omicidio.
Profonda e esilarante allo stesso tempo è la nuova pratica nel corso di recitazione, sulla scia del monologo autobiografico condotto da Barry nel precedente episodio. Partendo da un momento così significativo ed intenso, la situazione va piano piano degenerando con racconti sicuramente tristi ma meno “segnanti” di quelli vissuti da Barry. Se da un lato questo momento è utile per arricchire il comparto comico dello show, dall’altro è la scusa buona per un approfondimento sulla tematica dell’identità del protagonista: chi è Barry? Cosa definisce Barry? Quello che fa e sa fare o quello che vuole fare? Barry è una persona buona perché rifiuta i suoi gesti e riconosce la giusta strada da seguire, oppure è malvagio perché effettivamente compie azioni criminali? Compie azioni criminali perché è nato in questo modo (in guerra si rivela cecchino infallibile e spietato), è quindi colpa sua o no?
L’etica e l’introspezione dello show sono sapientemente nascoste sotto uno strato ironico, sarcastico, surreale e fondamentalmente idiota. I personaggi si muovono sempre secondo stupidità e non si capisce mai se gli autori vogliono essere seri o meno, se vogliono raccontare un thriller coinvolgente a proposito di un killer, oppure dipingere uno scenario bizzarro, con l’obiettivo primario di strappare una risata.
Inutile dire che in quest’ambiguità sta una delle maggiori virtù di Barry.
Barry è una serie tv in cui si mescolano personaggi assurdi e tendenzialmente dementi con questioni morali pesantissime e crisi esistenziali molto profonde, inserite in un contesto totalmente surreale. Esattamente come l’irruzione di Barry nella casa di Esther: un sicario armato si trova in imbarazzo di fronte ad un insieme di criminali, la facilità con cui entra dentro casa e arriva a puntare la pistola alla boss si scontra con lo scatafascio della fuga.
Se nella prima stagione il protagonista viveva la sua (tormentata) doppia vita in maniera totalmente indisturbata, circondato da personaggi fondamentalmente troppo pieni di se stessi per accorgersi di qualcosa, questa seconda stagione sembra tracciarsi sul corrispettivo della fuga dalla casa di Esther, ovvero su una potenziale montagna di merda in arrivo.
Il personaggio di Sally arricchisce l’episodio con una storyline secondaria che inevitabilmente dovrà portare da qualche parte nel prosieguo della stagione. Il suo distaccarsi dal gruppo di recitazione, contrario all’attaccamento del partner, sicuramente porterà a risvolti significativi nell’economia della storia. A questo va aggiunto che, nella godibilissima comicità della serie, la compilation delle comparsate di Sally aggiunge dell’ironia mista a demenzialità, nel voler andare a pescare esempi di show dozzinali. Da applausi l’interpretazione della moglie aliena.
Proprio dal punto di vista comico, l’episodio si mantiene in diretta continuità con la premiére, seppur sfumando alcuni aspetti. Torna a fare capolino la strana gelosia di Hank per il boss boliviano e per la nuova amicizia di questo con Esther, tanto da commissionarne a Barry l’omicidio.
Profonda e esilarante allo stesso tempo è la nuova pratica nel corso di recitazione, sulla scia del monologo autobiografico condotto da Barry nel precedente episodio. Partendo da un momento così significativo ed intenso, la situazione va piano piano degenerando con racconti sicuramente tristi ma meno “segnanti” di quelli vissuti da Barry. Se da un lato questo momento è utile per arricchire il comparto comico dello show, dall’altro è la scusa buona per un approfondimento sulla tematica dell’identità del protagonista: chi è Barry? Cosa definisce Barry? Quello che fa e sa fare o quello che vuole fare? Barry è una persona buona perché rifiuta i suoi gesti e riconosce la giusta strada da seguire, oppure è malvagio perché effettivamente compie azioni criminali? Compie azioni criminali perché è nato in questo modo (in guerra si rivela cecchino infallibile e spietato), è quindi colpa sua o no?
L’etica e l’introspezione dello show sono sapientemente nascoste sotto uno strato ironico, sarcastico, surreale e fondamentalmente idiota. I personaggi si muovono sempre secondo stupidità e non si capisce mai se gli autori vogliono essere seri o meno, se vogliono raccontare un thriller coinvolgente a proposito di un killer, oppure dipingere uno scenario bizzarro, con l’obiettivo primario di strappare una risata.
Inutile dire che in quest’ambiguità sta una delle maggiori virtù di Barry.
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Episodio per forza di cose leggermente meno d’impatto del precedente. Non si registrano particolari difetti, ma ormai le aspettative per il Bless sono particolarmente alte.
The Show Must Go On, Probably? 2×01 | 0.53 milioni – 0.2 rating |
The Power Of No 2×02 | 0.42 milioni – 0.1 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.