L’ingrato compito del secondo episodio è quello di trasferire le prime impressioni su un piano completamente diverso, quello del coinvolgimento, anche parziale, rispetto alla trama e ai personaggi.
“First Bottle” ha rappresentato un lungo incipit, necessario a inquadrare l’intreccio, destinato a snodarsi con più semplicità nei successivi capitoli. Ed effettivamente il secondo episodio sembra promettere proprio questo.
“Lost my job, my car, then my house. I had to declare bankruptcy.”
OSSICODONE. CAUSA ED EFFETTI DI UN DISASTRO ANNUNCIATO
L’episodio si addentra negli effetti che l’Oxycotin genera nei suoi assuntori. In una carrellata di interviste e di scambio di informazioni, cominciano a manifestarsi i problemi legati al farmaco, il quale produce assuefazione già con piccole dosi (fin da subito raddoppiate in realtà, proprio a causa della dipendenza che la sostanza riesce a innescare nei pazienti).
Quasi tutti i fragili personaggi comparsi durante l’episodio sono diventati veri e propri consumatori abituali di droghe pesanti. Tutti partiti dall’assunzione di un farmaco, legale e sotto ricetta medica; tutti ridotti a fare i conti con l’acquisto dell’eroina e un prezzo altissimo da pagare, in termini di salute fisica e mentale, sacrificando una vita dietro all’assuefazione secondo uno schema causa-effetto fin troppo conosciuto ai giorni nostri.
Tramite una reti di indagini, testimonianze e verità appena sussurrate, Dopesick arricchisce la narrazione e aggiunge il primo tassello fondamentale di ogni dipendenza cronica: il dolore. I fruitori del medicinale si troveranno ben presto a fare i conti con effetti indesiderati e con dolori lancinanti, trovando sollievo nella stessa mano che li genera, fino a innescare un meccanismo da cui sarà, nella maggior parte dei casi, impossibile tornare indietro.
ANTE E POST: UN PERFETTO EQUILIBRIO
Nonostante l’iniziale difficoltà ad orientarsi tra i vari salti temporali con annessi personaggi, il secondo episodio centra perfettamente l’obiettivo e riesce a catturare definitivamente l’attenzione dello spettatore, il quale riesce a gestire lo sfondo in cui si intrecciano le varie vicende, senza grosse difficoltà.
L’episodio dosa in giusta maniera i due momenti più salienti della vicenda storica: il caso giudiziale e l’entrata in scena dell’Ossicodone. L’alternanza tra le due situazioni temporali non genera l’iniziale scompiglio dello scorso episodio, anzi, se possibile, aiuta a chiarire il processo sviluppatosi dietro una vicenda già di per sé molto nebulosa e complessa.
La prima difficoltà che incontra la serie è proprio questa: la realtà storica è molto complessa e non si riesce a venirne a capo con facilità; la moltitudine di personaggi e l’intreccio delle varie storie non aiuta una trama sulla carta già abbastanza pesante. Eppure la visione dell’episodio non scorre così lentamente come ci si aspetterebbe: la vicenda è macchinosa, ma la serie promette di non peccare di pesantezza e difficoltà nella narrazione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’Ossicodone inizia a manifestare i suoi effetti dando vita a un secondo episodio pronto ad addentrarsi nel cuore della trama, dividendosi tra la costruzione del caso giudiziario e la storia dell’entrata in scena del farmaco. Il connubio è perfetto.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.