Great Expectations 1×03 – Episode 3TEMPO DI LETTURA 3 min

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Pip, ormai giovane adulto, sbarca a Londra. Qui, Mr. Jaggers si prende l’incarico di continuare la sua mala educazione, a cui finora avevano provveduto Miss Havisham ed Estella.
Con la stessa struttura già vista nelle puntate precedenti, l’episodio inizia con le sequenze più dure, al limite del disturbante. Prima c’era una panoramica sul sesso sadomaso nell’età vittoriana, stavolta c’è una presentazione della grande città, sporca, tentacolare e pericolosa. Si comincia con un giro al macello dei porcellini, poi si continua con una chiara lezione di spietatezza nei confronti del prossimo.
Viene, insomma, eliminata tutta quella parte più ironica presente nel romanzo. A sorpresa, però, spuntano qua e là raffinatezza e tocchi di classe. Le inquadrature del panorama di Londra, vista dal fiume, danno un’idea della città dei sogni. Citazione particolare per la scena in cui una mappa delle colonie britanniche, evidenziate in colore scuro, lascia il posto all’inquadratura dei gentiluomini della Camera di Commercio. Questi ultimi, vestiti di nero, sono disposti esattamente a riprodurre la forma di quelle terre.

STOP APOLOGIZING, START INTIMIDATING!


Mentre, dunque, Carmichael Jaggers dà l’esempio, con parole e opere, su come giostrarsi e prosperare nell’ambiente dove ci si può guadagnare i gradi di “gentiluomo”, sembra di cogliere alcuni richiami all’attualità. O meglio, viene da chiedersi se gli sceneggiatori non volessero leggere il classico di Dickens cogliendo nell’Ottocento vittoriano le origini del capitalismo moderno, coi suoi pregi e difetti.
Tra desiderio di scalata sociale e battaglie senza esclusione di colpi, infatti, sembra di vedere gli antenati dei moderni “diavoli” dell’alta finanza. A questo proposito, l’attore rapper Bashy si rivela una scelta più che azzeccata per dare allo spietato avvocato di Miss Havisham presenza scenica e imponenza fisica, togliendo allo stesso tempo qualsiasi tocco di umana simpatia. Colpisce anche la sua assoluta solitudine umana, senza parenti né amici né rimorsi, da vero strumento del Male.

I PROMESSI SPOSI


Su un altro fronte, si prepara il matrimonio di Estella con Mr. Drummle, assicuratore.
Tutto fa parte del perfido piano di Miss Havisham, ben spiegato nel libro: fare sposare la sua pupilla, bella, intelligente e aristocratica, all’uomo più volgare e squallido possibile, per far soffrire tutti quelli, più belli e più degni, che non l’avrebbero potuta avere.
La ragazza discute, cerca di ribellarsi a tutto questo. Ciò è molto diverso da quanto è scritto nel romanzo, ma viene da dire “per fortuna”. Sulla pagina, infatti, Estella si definisce “l’aliena“, nel senso di totalmente insensibile a quello che le capita o le viene fatto. Non batte ciglio, quindi, quando le vengono imposte le nozze.
Un tentativo, almeno, di rivolta e discussione modernizza il personaggio e rende più facile empatizzare con lei. Si arriva inoltre alla conclusione che “per cambiare veramente le cose, occorre cambiare tutto il mondo”. Parole sempre fonte di speranza quando messe in bocca ai giovani.

NELLA TERRA DEI CANGURI


Su un altro fronte ancora, anzi, esattamente all’altro capo del mondo, continua intanto la lotta fra Magwitch e il suo mortale nemico Compeyson. Il detenuto, dopo aver cercato di evadere, è infatti stato deportato in Australia. Il suo rivale, però gli sta sempre alle calcagna. Certo, gli sceneggiatori vogliono tenere viva questa sottotrama per arrivare poi a spiegare bene tutti i retroscena di come e perché saltò il matrimonio di Miss Havisham e della nascita di Estella. C’è tutto il tempo per svolgere l’argomento con la cura che merita.
Per ora, comunque, si segna un leggero vantaggio di Magwitch che riesce a sfregiare Compeyson.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’interpretazione di Bashy
  • Le inquadrature di Londra
  • La mappa ripresa dalla disposizione dei gentiluomini
  • Attualizzazione delle vicende
  • Concentrazione delle scene più dure, anche disturbanti, sempre a inizio puntata

 

Questa versione di Grandi Speranze ha un taglio decisamente cupo e duro. Bisognava capirlo dalle prime scene del primo episodio, dove Pip tenta il suicidio. Solo per restare all’episodio in oggetto, l’avvocato Jaggers pronuncia frasi simili a quelle, per esempio, di un Harvey Specter, ma senza la minima traccia di ironia o bonarietà. Tutti gli elementi, anche gli inizi di puntata da pugno nello stomaco, si riequilibrano comunque grazie alla compattezza stilistica del prodotto e alle buone interpretazioni dei protagonisti. Intrigante anche la possibilità di leggere nell’Ottocento la radice dei mali moderni.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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