Pubblicato a puntate tra il 1860 e 1861 su un quotidiano diretto da Dickens stesso, Grandi Speranze non è solo il romanzo più famoso di Dickens, ma anche quello più cinico.
Il primo episodio ha fatto vanto di tutte le sue qualità, tra sceneggiatura, costumi, regia e ambientazione, dimostrandosi una buona rappresentazione dell’opera. E anche il secondo capitolo mantiene la stessa linea.
Gli appassionati di Dickens noteranno una serie di piccolezze, non così rilevanti per la riuscita dell’episodio e della miniserie in generale ma che, in un’ottica di completezza di analisi, vale la pena prendere in considerazione.
Prima di fare ciò, però, è bene dedicare qualche riga al personaggio più atteso da tutti, lettori e non.
MISS HAVISHAM
Si tratta del character forse più famoso di Dickens, certamente quello iconico per eccellenza. Le sue riproduzioni sono state numerosissime e tutte fedeli all’immagine che ne ha dato il suo autore, nel sudicio vestito da sposa, chiusa in una stanza in cui il tempo si è fermato a un momento ben preciso della sua vita (non sarà sfuggito il particolare dell’orologio) a partire dal quale nulla sembra aver avuto più alcuna importanza.
Miss Havisham è il personaggio di Grandi Speranze. È lei a dominare il palco, soprattutto nella prima parte del romanzo, e Olivia Colman sembra offrire quella presenza scenica degna di tal veste. L’attrice britannica incarna perfettamente quello che è il primo approccio del lettore/spettatore con la fredda Miss Havisham. Il suo tono di voce, la sua saccenteria, la crudeltà che riversa sul giovane Pip fanno del personaggio della Colman l’antagonista principale del romanzo, almeno di primo acchito.
Se si dovesse riassumere la complessità del personaggio di Miss Havisham si potrebbe definirla come una di quelle persone che ha talmente tanti problemi che, risolverli, non è un’opzione praticabile… per cui li riversa sul prossimo. Un personaggio ben stratificato, insomma, uno dei più belli del romanzo, pieno di contraddizioni, luci e ombre che svelerà, piano piano, la sua reale natura, ben lontana dalla perfidia oggi narrata.
RISPETTO AL LIBRO
I primi due episodi accennano timidamente all’amicizia con Joe. Durante l’infanzia, trascorsa tra i giudizi e i ceffoni di Mrs. Grargery, Pip è affiancato da Joe che si dimostra, fin dalle prime pagine, il personaggio più dolce della storia. La riproduzione su schermo, invece, lo tratteggia quasi come un burbero e il suo rapporto con Pip risulta troppo superficiale, lasciando più spazio a quello tra Pip e Biddy. Così non è. Joe ha sempre spronato Pip a non scoraggiarsi e lo ha accompagnato nel percorso per diventare un uomo, lasciandolo a malincuore quando teme che la sua rozza presenza possa ostacolare il cammino di Pip verso le sue grandi speranze.
Ma il punto più importante su cui la sceneggiatura sembra aver fatto manovra è la premessa da cui parte l’intera storia: Pip e le sue grandi speranze. Miss Havisham, infatti, non prende Pip sotto la sua protezione, offrendosi di farlo studiare da gentiluomo, bensì per fare compagnia a lei e Estella, e successivamente si farà avanti come garante per l’apprendistato di Pip nella fucina di Joe.
Ma il dettaglio su cui davvero non si può soprassedere è il disegno della personalità di Pip, qui tratteggiato come un bambino ambizioso e con la risposta pronta. Tutt’altro. Il Pip di Dickens non si sarebbe mai sognato di rispondere a tono a Miss Havisham e, cosa più importante, non ha mai nutrito alcuna ambizione, alcuna speranza.Le grandi speranze di Pip sono del tutto scollegate dalla storyline di Miss Havisham e sorgeranno nel protagonista soltanto in un momento successivo, nel corso della sua formazione, che nel romanzo è decisiva per lo sviluppo del carattere e del futuro di Pip.
LA LONDRA DICKENSIANA
Il secondo episodio introduce un altro elemento caro alla penna di Dickens, la Londra della prima metà dell’800, in particolare, la periferia londinese. Il tema brucia molto tra le pagine di Dickens, che ha vissuto in prima persona le ingiustizie sociali della Londra ottocentesca (suo padre fu incarcerato per debiti e il piccolo Charles dovette rinunciare agli studi per mantenere la famiglia) tanto da non perdere mai occasione per ricordare a tutti l’altro lato della capitale inglese, quello che tutti fingono di non vedere.
Alla corte di Jaggers sfilano i reietti dei bassifondi, criminali, giustamente o meno incarcerati, alla ricerca di aiuto nell’unico avvocato disposto a impegnarsi nei tribunali per loro conto. L’atmosfera trasportata sullo schermo è esattamente quella che si respira tra le pagine di Grandi Speranze: l’altra faccia di Londra, quella meno pulita, meno di successo, quella reale. L’episodio mette immediatamente in scena la realtà londinese, quella che viene nascosta sotto i vittoriani tappeti della capitale, ma che pulsa di più nella società civile.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’iconico personaggio di Dickens si appropria della scena. Bentrovata, Miss Havisham.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.