“Vabbè dai, la prossima faccio io però.”
Quante volte avete sentito questa frase? Pronunciata da noi stessi o da quell’amico che desiste al nostro fermo gesto di offrire un qualcosa? Quanto è reale e autentico il dispiacere di colui che non paga, quella presunta indignazione, come a dire “non esiste proprio che paghi tu”?
Inside No. 9 torna un paio di mesi dopo quello che sembrava essere uno speciale natalizio, rivelatosi poi la vera e propria premiére di questa terza stagione. Torna con il classico bottle episode, non più caso isolato di una serie TV, bensì DNA dello show.
La tematica è proprio quella sopracitata, portata in scena da quattro uomini, con la partecipazione di una cameriera. Tra gli interpreti, ovviamente, gli immancabili Reece Shearsmith e Steve Pemberton.
Proprio i due onnipresenti “protagonisti” della serie riescono a confermare uno degli aspetti più caratteristici di questa minimale serie britannica. La loro capacità di apparire sempre e comunque sgradevoli, oltremodo antieroici, sgraziati e grotteschi è uno degli ingredienti principali per accrescere il senso claustrofobico di crescente ansia che colora ogni singolo episodio.
In “The Bill”, come in un perfetto incubo, non si riesce a uscire dalla particolare ossessione dei loro personaggi di voler pagare il conto, arrivando ad esasperare esageratamente i toni.
Sembra facile portare avanti un episodio di Inside No. 9, ma così non è. Arrivati alla terza stagione, l’elemento caratterizzante la serie, ovvero l’ambientazione unica, non rappresenta più un fattore di novità. Per questo motivo, quando appaiono le prime immagini dell’esterno del ristorante, lo spettatore già sa che fuori da quel ristorante non si uscirà. Allo stesso modo, i primi scambi di battute verranno seguiti con pochissima attenzione, per una ragione ben precisa. Lo spettatore di Inside No. 9 ha imparato che gli ingredienti del singolo episodio, quegli ingredienti che condurranno la storia verso il colpo di scena finale, vengono aggiunti mano a mano. La visione di ogni episodio è infatti caratterizzata da una lenta presa di consapevolezza sia della questione centrale (non percepibile dalle prime battute), sia dalla direzione della storia.
Certo, questo non significa sia sempre facile indovinare il colpo di scena, soprattutto quando nelle precedenti due stagioni ne sono stati presentati di altissimo livello (“The 12 Days Of Christine” ha dell’insuperabile). Il rischio della serie, con il suo procedere, tuttavia, è proprio quello di portare l’esperto spettatore a intuire (quando non indovinare) il colpo di scena finale.
Perché era facile indovinare il plot twist della 3×02? Perché per quasi tutto l’episodio si insiste su un aspetto: dei quattro presenti al tavolo, tre si conoscono tra loro, il quarto no. Chi ha bazzicato la narrativa inerente l’arte della truffa non può non aver sentito un enorme campanello di allarme suonare (e noi abbiamo recentemente recensito questo, quindi non ci poteva essere scampo).
Altro indizio martellante era quello che rincarava la dose sulla ricchezza del quarto membro del gruppo. Certo, nei 28 minuti di episodio, la storia prende una piega talmente surreale che è difficile pensare ad una truffa così articolata, ciò non toglie che, nel momento in cui essa viene rivelata, la sorpresa è potenzialmente ai minimi storici.
Unico aspetto che prende di sorpresa è un aspetto di contorno: vedere come il tirchio Kevin sia la mente di tutto crea un buon contrasto con la personalità da lui presentata da inizio episodio. Nell’ambito della rivelazione del colpo di scena, è lui infatti a determinare il cambio di rotta, l’espressione decisiva, la battuta improvvisa che solitamente normalmente determina il plot twist conclusivo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’idea che l’intera scenata nel ristorante potesse essere uno stratagemma per spillare soldi al “pollo” di turno era facilmente intuibile da diversi aspetti e dalla classicità del tema. Ciò, purtroppo, grava come un macigno nella valutazione dell’episodio. Ovviamente non ci si dimentica di che appuntamento gradito e sospirato sia Inside No. 9. Per questo motivo vogliamo tornare a sorprenderci al più presto.
The Devil Of Christmas 3×01 | 1.03 milioni – ND rating |
The Bill 3×02 | 1.47 milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.