Inside No. 9 3×01 – The Devil Of ChristmasTEMPO DI LETTURA 4 min

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Ai vari special natalizi che in questi ultimi giorni dell’anno hanno affollato le emittenti britanniche, si aggiunge anche la premiere della terza stagione di Inside No. 9, miniserie antologica partorita dalle geniali menti di Reece Shearsmith e Steve Pemberton, due quarti della famosa League Of Gentlemen, che nel 2009 diede alla luce il grottesto Psychoville, thriller psicologico in formato sit-com che in parte ispirò la serie di cui stiamo per parlarvi. Con i suoi sei episodi stagionali, Inside No. 9 si inserisce in un filone sempre più diffuso, quello antologico appunto – attualmente dominato dal controverso Black Mirror – proponendo però una tipologia di racconto unica nel suo genere, impossibile da incasellare dal punto di vista del genere in quanto multiforme e priva di elementi che permettano una qualsivoglia categorizzazione della serie all’interno di steccati concettuali ben definiti. Unico elemento di comunanza tra le diverse storie raccontate è la presenza costante del numero 9, legato, di volta in volta, alla location entro cui i nostri personaggi si muovono (il civico n° 9, la cabina n° 9 di un treno e così via).
Con il suo black humour grottesco e crudele, la serie cerca, ogni settimana, di creare intrecci narrativi privi di qualsiasi morale e mossi unicamente dal desiderio di stupire lo spettatore con un plot twist conclusivo carico di orrore e violenza. L’atmosfera claustrofobica che viene a crearsi grazie alla scelta della location singola non fa altro che favorire la dissoluzione della suddetta morale finale, lasciando spazio invece ad ambiguità, ferocia e comportamenti devianti di ogni genere. Il risultato che ne consegue è un racconto scevro da ogni logica e coerenza, sorretto principalmente dalla sua componente simbolica a discapito di quella scenica, qui in secondo piano rispetto alle grandi produzioni americane che fanno della grande narrazione il proprio punto di forza.
Sebbene “The Devil Of Christmas” non si configuri come l’episodio migliore tra quelli andati in onda nei tre anni di programmazione della serie, costituisce un buon punto d’inizio per un ipotetico recupero da parte dello spettatore. Sono infatti presenti tutti i punti di forza del telefilm: una storia apparentemente banale ambientata in una location nuova e misteriosa; la presenza di un mito e la paura ad esso legata; il plot twist di cui si è parlato in precedenza, questa volta addirittura duplice. Ed è proprio grazie a quest’ultimo elemento che l’episodio riesce a rappresentare una novità anche per gli spettatori di vecchia data, oramai disillusi rispetto al colpo di scena conclusivo e quindi parzialmente privati dell’effetto sorpresa.
Se la storia, infatti, non fosse stata arricchita da questo secondo piano narrativo, ora staremmo parlando di un episodio da Save politico, senza infamia né lode. Invece, proprio grazie all’ingresso della componente metatestuale ed extradiegetica (la voce fuori campo e il rewind iniziale), gli autori danno vita a un racconto nel racconto, nel quale i veri protagonisti non sono più i personaggi, bensì gli attori che li interpretano. La storia della fiction si conclude quindi con un colpo di scena abbastanza telefonato per uno spettatore abituale, ma proprio quando oramai la storia sembra conclusa, ecco che Pemberton e Shearsmith orchestrano magistralmente l’ennesima svolta narrativa, offrendoci il vero finale della storia, molto più macabro rispetto al precedente, e ribaltando l’intera struttura narrativa nel giro di una manciata di secondi.
Benché alla base di Inside No. 9 vi sia il proposito di scimmiottare il genere horror, è impossibile non ammirare la bravura autoriale messa in gioco nel totale ribaltamento di questa azione dissacrante. L’elemento parodico percepibile fin dai primi minuti di messa in scena finisce, proprio nei minuti finali, per mutare di segno, rendendo, di fatto, la componente horror, il cuore pulsante dell’intera opera. Il tutto condito da un lavoro di scrittura mai banale e una gestione dell’intreccio d’altissima caratura.
 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La serie conserva il suo smalto anche dopo tre anni di programmazione
  • L’elemento metatestuale
  • Il doppio plot twist finale
  • Contestualmente, non uno degli episodi migliori della serie

 

Inside No. 9 riparte con un ottimo episodio che ci fa ben sperare per il prosieguo della serie. Se non avete ancora avuto l’occasione di ammirare questo piccolo gioiellino televisivo, non perdete altro tempo e recuperate immediatamente le prime due stagioni. E se non avete molto tempo a disposizione, non preoccupatevi, il formato comedy (trenta minuti a puntata) e il numero contenuto di episodi stagionali (appena sei) rendono questa impresa assolutamente fattibile anche per gli spettatori più impegnati.

 

Séance Time 2×06 0.68 milioni – ND rating
The Devil Of Christmas 3×01 1.03 milioni – ND rating

 

 

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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