Inside No. 9 4×01 – ZanzibarTEMPO DI LETTURA 3 min

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Torna Inside No. 9 e solo la pochissima risonanza che avvolge questa raffinata serie inglese impedisce che si scateni un ulteriore dibattito su questo ritorno. Tanto ha fatto discutere, infatti, almeno nel piccolissimo universo di RecenSerie la quarta stagione della “sorella maggiore” antologica di Inside No. 9, ovvero Black Mirror. Senza cadere in grosse digressioni, l’opera di Charlie Brooker ha mostrato in più punti cenni di ripetitività e, secondo alcuni, di addolcimento delle trame presentate.
In realtà la questione è semplice: quando si propone un’opera tematica, cadere nel ripetitivo è la cosa più facile in assoluto.
Da brava sorella minore, Inside No. 9 sembra aver imparato dai giudizi non proprio eccelsi della scorsa stagione (sempre prendendo RecenSerie come riferimento, che Shearsmith e Pemberton leggono sempre, infatti mandiamo un saluto). Era stato riscontrato, infatti, anche in quel caso, uno schema ricorrente che non permetteva allo spettatore di godersi l’episodio senza sapere già che il colpo di scena era dietro l’angolo. Se la tematica comune è quella di un luogo chiuso qualsiasi numerato con il 9, una tematica nascosta è quella proprio del colpo di scena macabro e inquietante che cambia le carte in tavola alla fine dell’episodio. Vi furono casi in cui questo diventava quasi un esercizio di stile utile a chiudere l’episodio, lasciandosi anche per strada qualche buco (come accadde qui).
“Zanzibar” mette le carte in tavola presentando numerosi elementi di novità che sembrano voler dare una bella sbattuta, spolverata e stirata al marchio “Inside No. 9”, decretando il suo avvento nel 2018 sotto un’altra luce, almeno nella sua premiére. Vediamone alcuni.

 

  • La scenografia e le luci balzano agli occhi per i colori accesi ma neutri (viola, verde, giallo), oltre che per un’atmosfera aperta e quasi mai claustrofobica, grazie anche alla luminosità dell’ambiente descritto, contraria agli usuali ambienti tetri o ansiogeni degli altri episodi.
  • L’ambiente descritto, volendo, tecnicamente è fisicamente più stretto di altri, tuttavia si è scelto di rappresentare un corridoio e numerose stanze chiuse, ingrandendo così idealmente i luoghi di rappresentazione, quindi puntando moltissimo sul non detto e non visto (ovvero ciò che avviene nelle stanze), lasciando il corridoio come luogo di passaggio in cui parte della narrazione si svolge solo casualmente.
  • I dialoghi tra i personaggi sono alternati a monologhi declamati in rima, con i personaggi di volta in volta protagonisti che rompono la quarta parete guardando direttamente in camera. Tali monologhi, oltre ad aumentare l’atmosfera strettamente “teatrale” dell’episodio, tendono a rendere i personaggi trasparenti, in contrasto con l’apparente “non detto” e l’effettivo “non visto” del punto superiore.
  • Tale trasparenza contribuisce anche all’assenza del colpo di scena finale, elemento che determina di suo, paradossalmente, un effettivo colpo di scena. L’intero episodio tiene lo spettatore con il fiato sospeso, in attesa di un qualche stravolgimento finale. Con il senno di poi ci si rende conto che proprio l’apertura dei personaggi al pubblico rendono impossibile che qualcuno nasconda qualcosa. Esempio lampante è quello del signore suicida che parla di due gemelli, pochi istanti dopo aver visto due personaggi identici, entrambi interpretati da Rory Kinnear – alias il primo ministro che nella 4×01 di Black Mirror doveva copulare con un maiale -, distruggendo così qualsiasi plot twist finale. Esattamente come il personaggio interpretato da Shaersmith che rivela ad inizio episodio improbabili intenti omicidi.
  • L’atmosfera fiabesca allontana eventuali svolte macabre, pur mantenendo al suo interno svolte tutt’altro che delicate (vedi perversioni di uno dei due gemelli). La trame descritte e portate avanti con ritmo incalzante sono tutte caratterizzate da una scrittura fiabesca (i due gemelli ritrovati) e quasi da cartoon (la signora che, sbattendo la testa, prima perde e poi recupera la lucidità). Da non sottovalutare poi i giochi di equivoci e di scambio di persona tipici della commedia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scenografia e luci
  • Ambiente
  • Dialoghi e monologhi
  • Assenza di colpi di scena
  • Atmosfera fiabesca
  • Ritmo incalzante
  • Aspettativa dei colpi di scena

 

“Zanzibar” ha il doppio merito di presentare Inside No. 9 sotto con una nuova veste che, dovesse essere mantenuta, rappresenterà novità e voglia di sperimentazione per la serie, potendo, in caso contrario, anche far accogliere di buon grado un eventuale ritorno al classico, grazie a questo freschissimo stacco.

 

Private View 3×06 1.16 milioni – ND rating
Zanzibar 4×01 ND milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

2 Comments

  1. ..sarà anche scontato ma per me l’assenza del colpo di scena è stato un (gradito) colpo di scena, ho avuto l’ansia per mezz’ora e invece niente, ahah così imparo ad avere paura che la vecchietta di turno ammazzi qualcuno random.
    Battute in rima gradevolissime per me, molto teatrale se vogliamo. Avanti così.

  2. Hai sintetizzato alla perfezione la ragione della valutazione massima 🙂

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