Se fossimo nel 2009 diremmo che Mr. Corman è una serie indie: storie d’amore disfunzionali ma realistiche, protagonisti intelligenti e malinconici dai gusti ricercati e sofisticati dialoghi ironici e pungenti. Se fossimo nel 2009 diremmo che Joseph Gordon-Levitt si è preso bene a fare “500 giorni insieme“ e ha pensato di cavalcarne l’onda del successo, così ha preso il protagonista con i suoi drammi amorosi e ne ha ampliato lo spettro di disagi. Perché non importa in quanti film di Nolan tu abbia lavorato; se devi spiegare il tuo costume di Halloween e non sei Sheldon Cooper torni subito il fidanzatino d’America alternativo, quello senza six pack ma con l’animo sensibile.
PICCOLI PROBLEMI DA MILLENNIAL
C’è da dire che la serie di Gordon-Levitt sembra proprio voler descrivere un compendio delle dinamiche che affliggono i millennial, tramite il coetaneo protagonista. In effetti, sebbene Josh sia un particolare concentrato di disagio, è indubbio che un trentenne, non solo americano, trovi almeno un punto di contatto tra la sua vita e la propria: la difficoltà di instaurare relazioni amorose, la frustrazione derivante dalla rinuncia ai propri sogni per lavori sicuri ma insoddisfacenti, i conflitti irrisolti con i genitori, i problemi psicologici trattati superficialmente. A questo si aggiunge un sentimento di inadeguatezza rispetto alla società e ai propri simili che gli analisti del nostro tempo spesso attribuiscono ai social. Ed è proprio la dinamica del rapporto con i social che viene presa in analisi in questa puntata, grazie a Dax.
ANIMA DRAMEDY
Il personaggio interpretato dal rapper Logic è il totale opposto di Josh: un macchiettistico PR che il protagonista guarda dallo stesso piedistallo da cui giudica chi ascolta musica banale e indossa costumi di Halloween banali. Così il cinismo e la misantropia di Josh finiscono per ricordare quelli di Tony in After Life. Sebbene quest’ultima si muova all’interno di uno spettro più ampio di comicità e tragedia, le due serie condividono l’anima dramedy che in questo episodio si rafforza: dai paragoni in base al seguito Instagram alla rissa reimmaginata in chiave fumettistica, sino al finale dark. Così si passa dal fastidio alla compassione, dallo humor sottile alla cupa realtà, dal bambino all’adulto.
La svolta surreale del combattimento con la gang di “cattivi” coglie di sorpresa così come di sorpresa coglie l’amaro finale: l’unico risultato raggiunto da Dax sarà aver fatto raggiungere a Victor i 500 follower con la sua morte.
NO TRAMA NO DRAMA
Mr. Corman, comunque, continua ad avere il problema la caratteristica di non essere inquadrabile in un genere specifico e non avere una vera e propria trama. Gli episodi, infatti, sono tutto sommato autoconclusivi, con l’unico fil rouge di avere (quasi) sempre lo stesso protagonista. La mancanza di una vera e propria trama orizzontale per il momento non rappresenta un problema però. Infatti, episodio dopo episodio, continua il viaggio dello spettatore alla scoperta dei tanti aspetti della vita insoddisfatta di Josh. Inoltre, dopo aver conosciuto meglio Victor nell’episodio a lui dedicato, è auspicabile che si continui ad aumentare il minutaggio dedicatogli, visto che il personaggio funziona benissimo sia nell’elemento drammatico che in quello comico.
THE GENERI
Altro elemento che non fa temere la mancanza di un arco narrativo vero e proprio è l‘originale peculiarità stilistica. Le incursioni nell’immaginazione dei protagonisti, in forma di musical o in forma di fumetto, sono un elemento interessante. Da un lato sdrammatizzano l’atmosfera cupa spesso emanata dallo stesso protagonista, dall’altro incuriosiscono e intrattengono apportando sempre un elemento di novità.
Proseguendo sulla scia di paragoni azzardati iniziata sopra con Gervais, si potrebbe dire che questa struttura quasi antologica degli episodi e la sperimentazione di diversi stili “cinematografici” potrebbe richiamare il lavoro del nostrano Maccio Capatonda in The Generi: in un viaggio immaginario alla ricerca di sé stesso il protagonista della serie si trova alle prese con un genere, appunto, cinematografico diverso ad ogni episodio. Chissà se l’apprezzerebbe anche Joseph Gordon-Levitt.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ancora un ottimo episodio per Mr. Corman, la serie per millennial in crisi che, episodio dopo episodio, mostra tutti i disagi che la generazione Y vive quotidianamente, con la non trascurabile aggiunta di elementi stilistici interessanti.
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