0
(0)
Quali sono gli effetti che, inevitabilmente, la distanza ha sul rapporto tra due persone che si amano?
Sembra questa la domanda implicita del settimo episodio di Outlander che, dopo “A. Malcom“, si sofferma a mostrare le personalità e i differenti percorsi di vita di persone che hanno vissuto separate, dal tempo e dai secoli, per vent’anni.
Che tra i due protagonisti il sentimento sia fortissimo e mai sopito è evidente ma ciò che sono ora, le scelte personali che hanno compiuto, incidono non solo sulla loro personalità da singoli ma anche su quella di coppia.
Claire, donna volitiva e tenace, è diventata un chirurgo quando le donne erano considerate esclusivamente simbolo di famiglia, maternità e doveri coniugali. Ha lottato duramente per affermare la propria indipendenza, forte di ciò che aveva vissuto anche nella sua prima vita scozzese, ed è riuscita ad ottenere ciò che desiderava.
Alla luce di tutto ciò, è normale che all’istinto di sopravvivenza -ovvero colpire il suo assalitore- sopraggiunga il desiderio di guarire l’uomo, poiché il giuramento che ha pronunciato nel momento in cui è diventata un medico, le impone di non giudicare la vita umana ma di adoperarsi con ogni mezzo per salvarla.
Questo provoca il primo screzio tra la donna e Jamie, che inizialmente non capisce Claire, scambiando le sue azioni con semplice testardaggine: per lui quell’uomo rappresenta un pericolo, ha attaccato sua moglie e merita di morire. Del resto, nel secolo nel quale Jamie vive, certe cose sono bianche o nere, le sfumature non esistono ed è quindi complicato per lui capire le ragioni per le quali Claire è così determinata a salvare chi poco prima voleva la sua morte.
Nonostante questo, il legame tra i due e la fiducia che hanno l’uno nei confronti dell’altro, fa si che Fraser non metta i bastoni tra le ruote al piano della moglie e sarà il destino a scegliere per entrambi cosa accadrà all’uomo ferito.
Ma non solo Claire è cambiata nel tempo in cui i due amanti sono stati separati: Jamie, ragazzo onesto e tutto d’un pezzo, si è ricostruito una vita difficile, fatta anche di bugie e menzogne. Sopravvivere a ciò che ha passato, da Culloden in poi, lo ha trasformato in un uomo che aveva perso tutto e che a piccoli pezzi ha dovuto ritrovare il proprio posto in un mondo ostile. Jamie torna ad essere limpido e sincero quando guarda la sua amata negli occhi, quando le dice accoratamente ciò che prova per lei, quando la luce del loro amore lo libera dall’oscurità di una vita complicata. Lo spettatore in quel momento rivede il giovane Highlander dal coraggio di un leone ma basta poco per capire che, nonostante la purezza del suo cuore, c’è qualcosa che sta nascondendo sia a se stesso, che a Claire. Si intuisce che le prove che entrambi dovranno superare per riscoprirsi e ricominciare saranno molte, che il dialogo e il confronto saranno gli strumenti che li aiuteranno a costruire ponti tra loro e non barriere. La scommessa è questa, e non resta che aspettare gli ulteriori sviluppi per capire se entrambi la vinceranno.
All’occhio attento del pubblico, ciò che colpisce di “Creme De Mènthe” è l’ottimo equilibrio che gli sceneggiatori utilizzano nel mostrare la situazione personale e intima dei protagonisti, senza rinunciare all’azione, costruendo un episodio concitato in cui accadono diverse situazioni. Non ci si perde nell’eccessivo sentimentalismo, dimostrando come Outlander non sia solo una serie che racconta delle gesta romantiche di Jamie e Claire. Questo regala una credibilità alla vicenda molto importante, dove ciò che accade non si risolve facilmente o magicamente ma con sangue e sudore, così come l’epoca in cui il tutto è ambientato richiede.
Tornando alla domanda posta ad inizio recensione, la risposta, anche qui, non è una sola. Fin dalla prima stagione i due protagonisti hanno sempre avuto caratteri differenti ma una connessione così forte da riuscire a trovare sempre un compromesso per vivere insieme, affrontare le difficoltà e superarle. Qui rivediamo la stessa complicità ma non si può non notare come sia più tortuoso, per entrambi, capire le scelte dell’altro, frutto di un percorso che non hanno potuto condividere e che li ha portati ad essere diversi, almeno in parte, rispetto a quando si sono incontrati la prima volta. Ma questa serie ha sempre degli assi nella manica che decide di giocare a momento debito: la forza interiore dei suoi protagonisti è una certezza, soprattutto quando non ce lo si aspetta. Il modo in cui si è arrivati al ricongiungimento di Jamie e Claire è stato magistrale, così come il modo in cui, in questo episodio, viene mostrata una sfaccettatura diversa del loro rapporto. Non resta che seguirne gli sviluppi, in attesa di altri avvenimenti non banali ma in linea con la bellezza del racconto a cui si sta assistendo.
Sembra questa la domanda implicita del settimo episodio di Outlander che, dopo “A. Malcom“, si sofferma a mostrare le personalità e i differenti percorsi di vita di persone che hanno vissuto separate, dal tempo e dai secoli, per vent’anni.
Che tra i due protagonisti il sentimento sia fortissimo e mai sopito è evidente ma ciò che sono ora, le scelte personali che hanno compiuto, incidono non solo sulla loro personalità da singoli ma anche su quella di coppia.
Claire, donna volitiva e tenace, è diventata un chirurgo quando le donne erano considerate esclusivamente simbolo di famiglia, maternità e doveri coniugali. Ha lottato duramente per affermare la propria indipendenza, forte di ciò che aveva vissuto anche nella sua prima vita scozzese, ed è riuscita ad ottenere ciò che desiderava.
Alla luce di tutto ciò, è normale che all’istinto di sopravvivenza -ovvero colpire il suo assalitore- sopraggiunga il desiderio di guarire l’uomo, poiché il giuramento che ha pronunciato nel momento in cui è diventata un medico, le impone di non giudicare la vita umana ma di adoperarsi con ogni mezzo per salvarla.
Questo provoca il primo screzio tra la donna e Jamie, che inizialmente non capisce Claire, scambiando le sue azioni con semplice testardaggine: per lui quell’uomo rappresenta un pericolo, ha attaccato sua moglie e merita di morire. Del resto, nel secolo nel quale Jamie vive, certe cose sono bianche o nere, le sfumature non esistono ed è quindi complicato per lui capire le ragioni per le quali Claire è così determinata a salvare chi poco prima voleva la sua morte.
Nonostante questo, il legame tra i due e la fiducia che hanno l’uno nei confronti dell’altro, fa si che Fraser non metta i bastoni tra le ruote al piano della moglie e sarà il destino a scegliere per entrambi cosa accadrà all’uomo ferito.
Ma non solo Claire è cambiata nel tempo in cui i due amanti sono stati separati: Jamie, ragazzo onesto e tutto d’un pezzo, si è ricostruito una vita difficile, fatta anche di bugie e menzogne. Sopravvivere a ciò che ha passato, da Culloden in poi, lo ha trasformato in un uomo che aveva perso tutto e che a piccoli pezzi ha dovuto ritrovare il proprio posto in un mondo ostile. Jamie torna ad essere limpido e sincero quando guarda la sua amata negli occhi, quando le dice accoratamente ciò che prova per lei, quando la luce del loro amore lo libera dall’oscurità di una vita complicata. Lo spettatore in quel momento rivede il giovane Highlander dal coraggio di un leone ma basta poco per capire che, nonostante la purezza del suo cuore, c’è qualcosa che sta nascondendo sia a se stesso, che a Claire. Si intuisce che le prove che entrambi dovranno superare per riscoprirsi e ricominciare saranno molte, che il dialogo e il confronto saranno gli strumenti che li aiuteranno a costruire ponti tra loro e non barriere. La scommessa è questa, e non resta che aspettare gli ulteriori sviluppi per capire se entrambi la vinceranno.
All’occhio attento del pubblico, ciò che colpisce di “Creme De Mènthe” è l’ottimo equilibrio che gli sceneggiatori utilizzano nel mostrare la situazione personale e intima dei protagonisti, senza rinunciare all’azione, costruendo un episodio concitato in cui accadono diverse situazioni. Non ci si perde nell’eccessivo sentimentalismo, dimostrando come Outlander non sia solo una serie che racconta delle gesta romantiche di Jamie e Claire. Questo regala una credibilità alla vicenda molto importante, dove ciò che accade non si risolve facilmente o magicamente ma con sangue e sudore, così come l’epoca in cui il tutto è ambientato richiede.
Tornando alla domanda posta ad inizio recensione, la risposta, anche qui, non è una sola. Fin dalla prima stagione i due protagonisti hanno sempre avuto caratteri differenti ma una connessione così forte da riuscire a trovare sempre un compromesso per vivere insieme, affrontare le difficoltà e superarle. Qui rivediamo la stessa complicità ma non si può non notare come sia più tortuoso, per entrambi, capire le scelte dell’altro, frutto di un percorso che non hanno potuto condividere e che li ha portati ad essere diversi, almeno in parte, rispetto a quando si sono incontrati la prima volta. Ma questa serie ha sempre degli assi nella manica che decide di giocare a momento debito: la forza interiore dei suoi protagonisti è una certezza, soprattutto quando non ce lo si aspetta. Il modo in cui si è arrivati al ricongiungimento di Jamie e Claire è stato magistrale, così come il modo in cui, in questo episodio, viene mostrata una sfaccettatura diversa del loro rapporto. Non resta che seguirne gli sviluppi, in attesa di altri avvenimenti non banali ma in linea con la bellezza del racconto a cui si sta assistendo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Outlander non delude, continua ad inanellare un colpo dietro l’altro: “Crème De Menthe” non raggiunge l’epicità dello scorso episodio ma la sua valutazione non può che essere positiva, accrescendo la voglia dello spettatore di immergersi sempre più nelle vicende di Jamie e Claire.
A. Malcom 3×06 | 1.71 milioni – 0.4 rating |
Crème De Menthe 3×07 | 1.52 milioni – 0.3 rating |
Sponsored by Outlander Italia – Outlander Italy
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.