Pretty Little Liars 4×13 – Grave New WorldTEMPO DI LETTURA 5 min

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Devo essere sincera: non amo particolarmente Halloween.
E’ una festa americana che abbiamo importato nel nostro Paese per quella nostra recente abitudine di copiare ogni cosa agli amici d’oltreoceano. Tra poco ci ritroveremo persino a festeggiare il Ringraziamento solo perchè lo fanno gli americani. Soltanto che, mentre questi
hanno alcune tradizioni per un motivo, noi le seguiamo soltanto perchè l’America è figa, e da qui ne deriva il mio astio nell’assorbire senza alcuna valida motivazione una festa appartenente ad un’altra cultura. Detto ciò, devo però aggiungere che apprezzo la scusa che Halloween ci propone, ovvero di vestirci in maniera diversa e più dark in una sera d’autunno. Fa sempre bene dopotutto prendersi poco sul serio per un giorno in più all’anno.
Questa volta però ad essere onesta, aspettavo con maggiore trepidazione la fine di Ottobre perchè sapevo ci sarebbe stato lui: l’episodio più grottesco dell’intera stagione di Pretty Little Liars.
Se anche a voi il Summer Finale vi ha lasciato davanti allo schermo con una faccia simile alla maschera di Scream ( per restare un po’ in tema), questa puntata non vi deluderà. O meglio, magari su alcune cose preferirete glissare invece che mettere tutti i puntini al posto giusto (siamo pur sempre in una serie che ha avuto una terza stagione a dir poco disastrosa, non dimentichiamolo), ma in generale si nota una ripresa di qualità da parte della King e per questo non possiamo che essergliene grati. Vanno menzionati anche quegli artefatti simil-film horror degli anni’40 ( il cimitero, i passaggi segreti, la villa di inizio secolo), soprattutto perchè vengono messi al posto giusto al momento giusto, senza stonare e senza rendere ancor più superficiale la storia. Insomma, scorre bene questa puntata.  
Così come era da tempo che aspettavamo -abbiamo atteso solo per ben 4anni- l’incontro tra Ali e le ragazze. Quando poi sul più bello arriva Ezra e gli occhi della biondina sembrano voler dire tutto ma non poter dir niente beh, ci è davvero sembrato di ricordare quel telefilm che tanto c’aveva appassionato in quell’estate del 2010. 
Ma adesso veniamo ai contro. Sì perchè, come ho detto, questo è stato un episodio che segna la ripresa di un serial che pian piano cerca di ritornare ai livelli delle prime stagioni. Ovviamente però, ancora non ci siamo. E sappiamo anche che il problema non è dovuto alle potenzialità del telefilm o agli attori in sé per sé, più che altro ai problemi di coerenza della trama, grossa croce di questo prodotto.
Innanzitutto, l’incontro tra Caleb e Miranda. Questa puntata, si sapeva, doveva avviare anche la nuova serie “Ravenswood”, in America trasmessa subito dopo PLL. Per questo motivo, i personaggi principali dovevano essere in qualche modo introdotti, e sapevamo che tra questi ci sarebbe stato anche Caleb. Il motivo per cui questi si ritroverà fuori Rosewood vengono spiegati proprio sul finale di questo episodio (e anche lì, non possiamo che pensare alle sostanze che ingeriscono alcuni autori durante la stesura di alcune scene). Il problema principale è che sempre Caleb, mentre è sull’autobus per raggiungere Hanna alla festa, incontra questa ragazza, Miranda, sua coetanea e con passati problemi dovuti all’affidamento a varie famiglie, proprio come lui (qualcuno di voi avrà riconosciuto nella giovane Nicole Anderson, la Kelly Parker di “Make It Or Break It”). Ebbene, i due subito diventano grandi amiconi, si raccontano tutto del proprio passato e del presente, e sono immediatamente disponibili quando uno ha bisogno dell’altra e viceversa. Il tutto a pochissime ore dall’incontro. Sarà l’America, che è così figa anche nel socializzare? Ne dubito. Semplicemente sembra che il fine -in questo caso di iniziare in qualche modo una nuova serie- giustifichi il mezzo -ovvero una trama che fa acqua da più parti. Insomma, il solito problema di questo telefilm che, ahimè, non riesce proprio ad essere superato.
Altro punto a sfavore -quando mai- è Hanna. La Banana in questo Halloween passa da avventuriera solitaria, a centralinista intrappolata in una cabina antica a, infine, ragazza che si fida completamene del proprio uomo, tanto da lasciarlo solo in una città da brividi, con un’altra ragazza altrettanto carina, a vivere avventure. Al che viene subito da domandarsi: quando si è avuto di grazia questo totale cambiamento a donna matura della Marin? Evidentemente in questi due mesi di assenza, non c’è altra spiegazione. Tuttavia, nemmeno questo ci è dato sapere, pare.
Vorrei infine -ma non so se posso- sorvolare anche sui vestiti che le nostre Liars indossano, che in teoria dovrebbero rimandare a costumi femminili di fine ‘800/inizio ‘900 ma che in pratica sembrano più indumenti di un qualche film per adulti. A volte ci piacciono, altre volte no, e anche questo deve esser detto.

PRO:

  • Alison’s back. Finalmente. Scena davvero attesa e ricca di suspance. Ha dimostrato che Ezra è -A.
  • Puntata in generale carina.
  • Il vetro/ghigliottina della finestra, i topi nella galleria, la mano dalla tomba: trucchi horror classici che possono ritrovarsi anche nei film anni ’40, ma che utilizzati a dovere rendono sempre thriller una puntata.
    CONTRO:
    • La sigla: adeguata ad un pubblico di età inferiore ai 12 anni.
    • Incontro Caleb-Miranda: noi persone normali se incontriamo una persona simpatica sull’autobus al massimo parliamo del tempo, di cosa facciamo nella vita, dei nostri amici. Loro no: si raccontano subito le vicende più intime, si scambiano i numeri e addirittura nel bisogno eccoli uno accanto all’altra. La realtà, questa sconosciuta.
    • Hanna Banana: non lasciatela da sola, please. Ha la capacità di rendere stupido anche il drama più tragico. Non so se è colpa della Benson -non credo- ma questo personaggio sembra diventare più idiota ad ogni puntata.

    Concludendo, l’episodio è stato in generale apprezzabile. Certo, non siamo ai livelli delle prime stagioni, ma siamo anche chilometri avanti rispetto al disastro dell’ultima. Il merito è per lo più di alcune scene ben scritte, più che per la totalità della storia, però è evidente un tentativo di miglioramento del serial che cerca di tornare agli alti livelli a cui Marlene ci aveva abituato. Continuasse così, potremmo -e dico potremmo- far finta che non ci sia stata una terza stagione.

    VOTO EMMY

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    5 Comments

    1. Realismo e trama sono i grandi problemi di PLL. Scusa, ma chiunque al posto di Alison avrebbe detto di CHI aveva paura come prima cosa non "Have you missed me?" D'altronde se così avesse fatto, non ci sarebbe telefilm quindi in fin dei conti va anche bene

    2. Fosse solo quello il problema di questo telefilm…Io chissà perchè immaginavo che dicesse quella frase,perchè la diceva sempre alle amiche..E comunque ribadisco,la storia di EzrA salva parecchio questo serial..

    3. E comunque io continuo a domandarmi:ma chi l'ha detto che PLL deve finire quando si scoprirà chi è A?Possono creare un sacco di storie attorno a questo tema..Invece,col fatto che si scopre chi è,poi no era un abbaglio,ma poi magari è Melissa,ma no lei ora a Londra,hanno sprecato tanto,tanto tempo.

    4. Beh, considera che almeno metà degli spettatori di PLL continuano a seguirlo perché vogliono scoprire chi è A e chi vuole uccidere Alison. (Io sono convinta che siano due persone diverse). Io non penso nemmeno che Ezra sia A., io credo che Ezra sia "Bei Pantaloncini" e che sia lo stalker di Ali, che vuole ucciderla, ma non credo che sia A.

    5. Bah,se A è addirittura un'altra persona renderebbero ancora più assurda la storia che già adesso ha dell'incredibile.Non so se Ezra è a capo di tutto o è Bei Pantaloncini,ma continuo a credere che PLL era nato come una sorta di Desperate Housewives giovanile,e come tale andava trattato:la storia di Alison andava bene per una stagione,forse per due,ora basta però. Perchè rischi di creare storie di pura fantasia solo per allungare il brodo. Mentre -questo è quello che penso io- se Ali fosse già tornata a casa potevano creare altre trame con nuovi personaggi,proprio come Desperate(che infatti,è durato anni).
      Il risvolto positivo è che almeno con la storia di Ezra la questione sembra un po'meno tediosa della norma.

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