Dopo il delirante e sorprendente finale dello scorso episodio, la sensazione di resa dei conti è sempre più nell’aria.
Le atmosfere di questa terza stagione di Barry hanno però subito, se possibile, un ulteriore aumento nello straniamento generale. Il surrealismo sembra come essere aumentato. Per certi verso sembra di trovarsi, molto in piccolo, di fronte al Lynch dell’ultimo Twin Peaks.
I silenzi hanno la meglio sui dialoghi, lo straniamento dei personaggi è reso ancora di più dall’assenza di musiche e da primi piani importanti.
Gli scatti d’ira di Sally, più disagianti che spaventosi, ne sono un esempio. Per completare il paragone con il recente Twin Peaks, il protagonista è muto per tutto l’episodio, in uno stato di straniamento e alienazione, oscillando tra allucinazione e realtà.
IL MONDO INTORNO A BARRY SI DISGREGA
Senza contare che Barry è stato avvelenato alla fine del precedente episodio, tutto sembra sempre più ricondurre ad un finale di stagione in cui i nodi verranno al pettine. L’identità di The Raven aka Fuches non poteva reggere fino in fondo con una figura più sveglia come l’ex commilitone del protagonista. Così come l’ingresso in scena del padre della defunta detective può far cadere facilmente la menzogna di Cousineau, che ha deciso di coprire il killer della sua amata. Degna di nota l’inquadratura del dettaglio della fronte sudata.
Barry dal canto suo, come già detto, rimane abbastanza defilato dalla scena, visto il suo stato di salute. Il momento onirico, oscillante tra la vita e la morte, regala sempre grandi suggestioni, soprattutto per le apparizioni di figure appartenenti al passato dello show.
Non è certo una novità assoluta quella del momento lisergico del protagonista, basti pensare a memorabili sequenze di serie come The Sopranos. Il modo in cui viene mostrata in questo caso però è in perfetto stile Barry: senza troppi fronzoli, senza durare troppo, senza dialoghi.
SALLY E L’EFFIMERO MONDO DELLO SPETTACOLO
Che anche Sally non fosse una figura totalmente stabile lo si intuiva dall’inizio della serie. Il fragile castello di carta messo su dal suo show televisivo, dal suo 98 su Rotten Tomatoes, così come dalla collaborazione della sua ex compagna di corso/amica/collaboratrice, era presto destinato a crollare.
Anche in questo caso lo stile Barry colpisce ancora. Non bastava rendere inutili tutti gli sforzi fatti per un lavoro comunque evidentemente scadente. L’uscita di scena di Sally arriva proprio in grande stile, rendendosi conto della pugnalata alle spalle da parte di una persona che lei riteneva fidata ma che comunque non aveva mai trattato veramente bene. Da lì la scenata isterica, il conseguente video, le scuse ancora più imbarazzanti, la separazione con l’unica persona che le era rimasta accanto costituiscono l’intero comparto di cringe che lo show adora mettere in scena.
Chissà che con il finale non ci sia anche un riavvicinamento a Barry, magari questa volta accettando le misure un po’ estreme che lui con estrema dolcezza le aveva offerto per aiutarla.
KARMA E PREDESTINAZIONE
Ciò che emerge, soprattutto da questa stagione, è che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Barry inizia a fare i conti con i suoi fantasmi, Sally crolla da una situazione troppo grande per lei e per il suo fragile carattere. Allo stesso modo un Cousineau che già, anche lui a causa di una personalità non linearissima, era finito ai confini del mondo dello spettacolo si vede così “risarcito” da una perdita così importante, con una nuova ribalta, ma forse anche stavolta effimera.
In conclusione l’importanza delle conseguenze delle proprie azioni si riscontra anche nell’ormai tenera storia tra Hank e Cristobal, dall’arrivo del primo in Bolivia, dalla sua cattura e dal dialogo surreale dalla sua cella.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’episodio, comunque di ottima fattura, paga semplicemente l’assenza di punte di eccellenza come la sequenza finale del precedente episodio. Segno che il palato dello spettatore di Barry è sempre più raffinato.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.