Billions 7×04 – Hurricane RosieTEMPO DI LETTURA 3 min

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Billions 7x04 recensioneNel momento in cui si stanno scrivendo queste righe, Lio Sigerson, sceneggiatrice di “Hurricane Rosie”, sta (molto probabilmente) scioperando insieme a tutti i suoi colleghi sceneggiatori (sempre molto probabilmente) sotto gli uffici di Showtime a New York City. Una protesta più che giusta e che chiunque con un briciolo di buon senso sosterrebbe, ma non è questo il punto.
La Sigerson è infatti responsabile di aver redatto l’ennesimo “compitino” in Billions, un compitino che non fa altro che indispettire ancora di più quell’abbondante porzione di pubblico che, dopo aver assistito a oltre 75 episodi della serie, può facilmente prevedere lo svolgimento di ogni puntata che non sia la season premiere o il season finale. O forse anche di quelle.
Ed ecco quindi che “Hurricane Rosie” diventa facilmente uno di quegli episodi che si possono mettere in sottofondo mentre si cucina o mentre si fa qualsiasi altra cosa perché, di fatto, non aggiunge (e non toglie) niente alla trama verticale che come al solito si consuma nel corso dell’ora di visione e che porta nuovamente a porsi la solita domanda retorica: c’era davvero bisogno di un’altra stagione 12 episodi? Ovviamente la risposta è no.

URAGANI, SUPERFICIALITÀ E SORRISI SORNIONI


Ci si vuole soffermare su Lio Sigerson perché la sceneggiatrice non è una nuova penna di Billions, anzi su LinkedIn compare nello staff sin dalla 4° stagione e ha firmato altri due belli episodi nella scorsa annata chiamati “Burn Rate” e “The Big Ugly“. Eppure, la scrittura di questa puntata appare scialba e si sente la mancanza di Brian Koppelman e David Levien alla sceneggiatura. Un susseguirsi di situazioni già viste non possono infatti bastare per giustificare l’ora di visione, soprattutto se al termine della puntata tutto si risolve come una bolla di sapone.
Chuck contro Mike, Taylor e Phillip che si aggirano per New York reclamando attenzione senza aggiungere valore alla puntata e infine le classiche scene con tutti i character di circostanza che formano i micro-universi di Chuck e Mike. Ecco quindi che i vari Scooter, Wags, Ira e Rhoades Sr. compaiono per sostenere i flussi mentali dei protagonisti e poco altro.

WENDY IS BACK?


A gettare un barlume di speranza per le rimanenti 8 puntate della stagione c’è però un character che è in disuso da parecchio tempo e che ormai è semplicemente l’ombra di se stesso (un po’ come tanti altri character a dirla tutta): Wendy Rhoades. Dalla dipartita di Axe, ovvero dalla scorsa stagione, Wendy è stata impattata pesantemente diventando fondamentalmente un personaggio senza scopo e pertanto è passata dall’essere un valore aggiunto ad un peso da portarsi al seguito. Lo stesso si potrebbe dire di Taylor ma qui il caso è diverso visto che Talyor non ha mai veramente dimostrato tutto il suo potenziale.
Il fatto che Wendy vada da una coach per affrontare le sue problematiche personali è quasi come una presa di coscienza da parte degli sceneggiatori che confermano quanto era già sotto gli occhi di tutti. L’obiettivo di ridare lustro a Wendy è apprezzabile e diventa l’unico elemento positivo degno di nota nell’intera puntata, elemento positivo che però ora dovrà fare la differenza nell’economia della serie e che deve traghettare lo spettatore fino al flashforward iniziale visto in “Tower Of London“.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Wendy (ri)trova finalmente uno scopo per esistere
  • Le scommesse sull’uragano Rosie sono talmente borderline da essere divertenti
  • Ennesimo nulla di fatto a livello di trama per i due contendenti
  • Scooter trattato come un bidello
  • Un’ampia varietà di situazioni e character che potevano semplicemente non esistere e la puntata non ne avrebbe risentito

 

In una stagione di 12 episodi non ci si può certo aspettare un colpo di grazia già alla quarta puntata, però mettere un po’ di pepe in più e, soprattutto, una trama che non si trasforma in bolle di sapone al termine di ogni episodio non sarebbe poi così male.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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