Il documentario prova a far luce sugli ultimi 13 anni di vita di Britney Spears mentre è stata sotto messa sotto il controllo legale del padre. |
Come qualsiasi documentario o riproposizione di eventi più o meno recenti che riguardino persone ancora in vita, il rischio di offrire una visione non proprio oggettiva è sempre dietro l’angolo. Questo, per esempio, è il principale motivo per cui Peter Morgan si rifiuta di affrontare tematiche e fatti recenti della storia della famiglia reale britannica. La necessità di lasciar sedimentare gli eventi evitando anche commenti e critiche che potrebbero arrivare ancora “a caldo” è un qualcosa che non sembra interessare molti filmaker ultimamente ed è ovviamente il caso anche per Erin Lee Carr, regista di questa pellicola.
Britney Vs Spears arriva infatti in un momento molto particolare della vita di Britney Spears perché giusto il giorno dopo l’uscita della pellicola, ovvero il 29 settembre, è stata finalmente revocata (parzialmente) la “conservatorship” a Jamie Spears e, allo stesso tempo segue un altro documentario uscito a febbraio 2021 intitolato Framing Britney Spears.
It’s like… it’s bad. I’m sad.
Per Erin Lee Carr il fulcro del documentario non è Britney in sé e per sé, quanto piuttosto tutti quelli che la circondano. La cantante infatti, anche legalmente, non risulta come parte integrante dello show e non rilascia alcuna intervista a riguardo, anche se il punto è un altro. La pellicola prova a raccontare cronologicamente alcuni eventi salienti degli ultimi 13 anni attraverso interviste fatte a personaggi che, in un modo o nell’altro, sono assurti agli onori delle cronache durante questo periodo di “conservatorship”. E qui nasce il problema principale: la soggettività offerta.
Erin Lee Carr, autodichiaratasi fan di Britney Spears, opta per un taglio estremamente fazioso della vicenda in cui sembra palese l’intento di additare il padre di Britney, Jamie Spears, come vero ed unico colpevole. Il che non vuol dire che non sia vero (anche se non sta a chi scrive esprimere un giudizio al riguardo) ma la visione è ovviamente compromessa perché non permette allo spettatore di potersi fare una propria opinione a riguardo dato che ogni fonte è semplicemente avversa alla figura di Jamie Spears. Certo, ci sono diversi fatti che, per come sono raccontati e per quanto sembrino oggettivi, portano ad additare il padre di Britney come la causa di tutti i mali ma tutto sembra un po’ troppo forzato.
La regista non fornisce altro che una prospettiva viziata da un’idea iniziale che viene perpetrata costantemente fino alla fine dei 93 minuti. Il che può anche andare bene, fintanto che l’obiettivo sia stato dichiarato inizialmente, cosa che qui, sfortunatamente non è accaduta.
Not only did my family not do a goddamn thing but my dad was all for it. He loved every minute of it. The control he had over someone as powerful as me, 100.000% he loved it
L’approccio di Erin Lee Carr agli ultimi 13 anni di Britney è totalmente focalizzato sulla prospettiva esterna di tutte quelle persone che, in un modo o nell’altro, hanno fatto parte della sua vita e che sono poi state infangate o dalla stampa o dalla famiglia Spears. Britney è e rimane sempre sullo sfondo, come un pupazzo che viene portato a destra e a sinistra senza possibilità di decidere, viene descritta da altri e non appare praticamente mai. Se da un lato questo rispecchia abbastanza la sua vita, dall’altro rispecchia una certa superficialità che il documentario non riuscirà a scrollarsi di dosso per tutta la visione.
Britney Vs Spears farà sicuramente la gioia di tutti i supporter del movimento #FreeBritney ma non renderà felice quello spettatore, più distante dall’argomento, che è alla ricerca di informazioni oggettive e di un documentario che aiuti a far luce sulla situazione. Certo, ci sono diversi elementi interessanti, peccato che il tutto prenda una direzione estremamente poco professionale che lascia alquanto delusi.
TITOLO ORIGINALE: Britney Vs Spears REGIA: Erin Lee Carr SCENEGGIATURA: Sloane Klevin DISTRIBUZIONE: Netflix DURATA: 93′ ORIGINE: USA, 2021 DATA DI USCITA: 28/09/2021 (USA) |