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Mentre ci si sta avvicinando faticosamente e con diverse pause al finale di stagione, per il cast di Clarice, i suoi produttori esecutivi e per il pubblico arriva una notizia che sembra molto positiva ma rischia di non esserlo completamente.
Il rinnovo di Clarice è infatti entrato nelle fasi più salienti e le discussioni sul proseguimento della serie di Jenny Lumet e Alex Kurtzman si fanno più accese, specie perchè CBS non vuole proseguire. Gli ascolti della serie sono infatti piuttosto insoddisfacenti per il network più grande del panorama statunitense, il che ovviamente non ripaga in termini di spese di produzione ed introiti pubblicitari. Specialmente se a guardarlo in diretta ci sono solamente due milioni e mezzo di spettatori (che salgono poi a cinque con gli ascolti in differita dei DVR), quando il rinnovo non sarebbe garantito nemmeno con il doppio del pubblico.
Qui però nasce la speranza (tralasciando l’assenza di una vera e propria necessità di continuare lo show), e si chiama Paramount+. Il “nuovo” servizio streaming rappresenta il recente tentativo di dare nuovo lustro al precedentemente noto CBS All Access e aumentare l’offerta nel mercato con delle serie già famose. Quindi l’operazione in atto è semplicemente quella di trasferire i fan di alcune serie tv da CBS a Paramount+ (ovviamente solo in America), il che vede coinvolti ad ora SEAL Team, il bellissimo Evil (in hiatus da più di un anno ormai) e probabilmente Clarice. Rimane da capire se la serie verrà rinnovata per venire spostata su Paramount+ o se invece verrà cancellata.
Il rinnovo di Clarice è infatti entrato nelle fasi più salienti e le discussioni sul proseguimento della serie di Jenny Lumet e Alex Kurtzman si fanno più accese, specie perchè CBS non vuole proseguire. Gli ascolti della serie sono infatti piuttosto insoddisfacenti per il network più grande del panorama statunitense, il che ovviamente non ripaga in termini di spese di produzione ed introiti pubblicitari. Specialmente se a guardarlo in diretta ci sono solamente due milioni e mezzo di spettatori (che salgono poi a cinque con gli ascolti in differita dei DVR), quando il rinnovo non sarebbe garantito nemmeno con il doppio del pubblico.
Qui però nasce la speranza (tralasciando l’assenza di una vera e propria necessità di continuare lo show), e si chiama Paramount+. Il “nuovo” servizio streaming rappresenta il recente tentativo di dare nuovo lustro al precedentemente noto CBS All Access e aumentare l’offerta nel mercato con delle serie già famose. Quindi l’operazione in atto è semplicemente quella di trasferire i fan di alcune serie tv da CBS a Paramount+ (ovviamente solo in America), il che vede coinvolti ad ora SEAL Team, il bellissimo Evil (in hiatus da più di un anno ormai) e probabilmente Clarice. Rimane da capire se la serie verrà rinnovata per venire spostata su Paramount+ o se invece verrà cancellata.
L’INTRIGO PRINCIPALE
Tralasciando quanto accade nel dietro le quinte dello show, Clarice prosegue nello sviluppo della trama orizzontale a spizzichi e bocconi. Il formato procedurale, ovviamente, non aiuta l’evoluzione di un’indagine chiaramente complessa ma anche diluita in maniera minuziosa e fino allo stremo. Poche novità, assenza di scene d’azione ed una matassa che non si riesce a sgomitolare: questi sono i tratti somatici di una serie che poteva funzionare bene nella scorsa decade televisiva e ora un po’ stenta a funzionare.
Il vero e solo cambiamento arriva dal primo ed unico proseguimento di un caso verticale dalla scorsa “Add-A-Bead” e, ovviamente, per mano di Clarice. Ecco quindi che, finalmente, si prova a creare qualcosa di più articolato e meno isolato. Rimane comunque da notare come il capo della task force VICAP, Paul Krendler, sia ancora troppo emotivamente coinvolto nel suo divorzio per poter fare qualcosa con il suo avvocato, avvocato che è in realtà la vera e propria variabile impazzita dello show e che meriterebbe un po’ più di attenzione.
Il vero e solo cambiamento arriva dal primo ed unico proseguimento di un caso verticale dalla scorsa “Add-A-Bead” e, ovviamente, per mano di Clarice. Ecco quindi che, finalmente, si prova a creare qualcosa di più articolato e meno isolato. Rimane comunque da notare come il capo della task force VICAP, Paul Krendler, sia ancora troppo emotivamente coinvolto nel suo divorzio per poter fare qualcosa con il suo avvocato, avvocato che è in realtà la vera e propria variabile impazzita dello show e che meriterebbe un po’ più di attenzione.
GLI INTRIGI SECONDARI CHE NON INTERESSANO A NESSUNO
Per compensare il minutaggio risparmiato non portando avanti la trama, nella stanza degli sceneggiatori hanno deciso di creare sia un plot a sfondo razzista, sia di riesumare nuovamente Catherine.
Se il primo può essere un qualcosa di vagamente interessante perchè tratta una tematica purtroppo sempre molto attuale, sfortunatamente tutto il tempo dedicato a Catherine è fuori luogo, specie perchè non ha alcun impatto sulla trama orizzontale. È chiaro l’intento di tenere vivo un collegamento con il film dalla cui costola è stata creata Clarice, però questo non è sufficiente nè per destare interesse, nè per giustificare tutto questo minutaggio. Anche qui, molto facilmente, basterebbe o unire la trama secondaria a quella principale o esplicitare il senso di tutto ciò. Anche perchè Catherine non è poi chissà così rilevante ai fini della vera trama.
Se il primo può essere un qualcosa di vagamente interessante perchè tratta una tematica purtroppo sempre molto attuale, sfortunatamente tutto il tempo dedicato a Catherine è fuori luogo, specie perchè non ha alcun impatto sulla trama orizzontale. È chiaro l’intento di tenere vivo un collegamento con il film dalla cui costola è stata creata Clarice, però questo non è sufficiente nè per destare interesse, nè per giustificare tutto questo minutaggio. Anche qui, molto facilmente, basterebbe o unire la trama secondaria a quella principale o esplicitare il senso di tutto ciò. Anche perchè Catherine non è poi chissà così rilevante ai fini della vera trama.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Clarice dopo questo episodio ritorna nuovamente in pausa per un altro mese, sperando di avere un po’ più di coraggio per smuovere una trama che ha ancora molto da dire se solo glielo si concedesse.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.