Doctor Who è cambiato, questo è indubbio. Chibnall sta cambiando il modo di raccontare le diverse storie del Dottore ed il modo in cui gli spettatori sono stati abituati negli ultimi anni. Sta cambiando la sua mitologia e sta dando la sensazione di non poter più tornare indietro.
Eppure dopo Chris Chibnall tornerà Russell T Davies, il più “classico” ormai della nuova era, che prenderà le redini di uno show che forse ora sta proponendo, dal 2005, la più “Classica” delle storie.
Tutto ciò è senz’altro intrigante. Disorienta, ma è intrigante.
UN EPISODIO CLASSICO COME NON MAI
Iniziare da un cliffhanger (subito ribaltato) e finire con un cliffhanger, che probabilmente si ribalterà. Basterebbe già questo per vedere rievocati stilemi della serie classica, con i suoi plateali finali tra un episodio e l’altro. A questo però si possono aggiungere altri elementi stilistici che vanno a caratterizzare l’intero episodio. Ad esempio le storyline nettamente separate che (nel bene e nel male) rallentano di parecchio i tempi scenici.
Yaz, Dan e il ben ritrovato Jericho inseguono una lunga missione nell’anno 1904, con un gran palcoscenico quindi a loro dedicato. Poco importa che gli attuali companion rubino meno la scena di altri del passato: sono funzionali alla trama, e tanto basta. L’alone di sacralità e intoccabilità che dal 2005 pervade lo show sembra quindi sciogliersi anche in questo campo, in cui il Dottore è solo parzialmente protagonista, lasciando spazio a tanti altri fattori in campo. Come la UNIT, che torna in questo caso per percorrere (e riscrivere) la sua storia, con il tizio dei serpenti in prima linea.
Per essere un quasi-finale, quindi, la narrazione entra nel vivo solo in parte, prediligendo una struttura frammentata. Come sentieri differenti che dovranno poi ad un certo punto congiungersi.
TECTEUN: “QUESTO UNIVERSO NON È UN ALBERGO”
E alla fine il Flux altro non è che una schermaglia tra genitori e figli, volendo semplificare il tutto al limite del ridicolo. Lo stravolgimento di mitologia che si attribuisce a Chibnall altro non è che un allargamento della filosofia con cui Doctor Who si è mosso fino ad adesso.
Già ai tempi dell’hybrid la trama orizzontale girava intorno al Dottore che vagava per l’universo in compagnia di un/una partner umano/a. Il Flux è stato generato dalla Division, il Dottore è stato parte della Division, la Division altro non faceva che anticipare, in maniera meno etica, viaggi e interferenze. Il Dottore, divenuto tale, ha cominciato a riprendere un’antica abitudine, diventando un vero e proprio virus per l’universo. Virus da debellare facendo saltare tutto.
Per rivoltare il concetto, il Dottore nelle sue precedenti incarnazioni, si rivolta alla madre adottiva (fondatrice della Division), per poi fare esattamente come lei. Come il figlio che riprende schemi della propria famiglia dopo averli rifiutati. L’accostamento dei companion come esperimenti, al pari dell’esperimento che il Dottore è stato per Tecteun, è tanto crudele quanto efficace.
L’orologio con i ricordi perduti a questo punto rimane una tentazione pericolosissima per la protagonista, ma anche per gli spettatori. Quello potrebbe essere il momento in cui tutto effettivamente cambia nella concezione dello show.
CONCETTI NUOVI, PERSONAGGI ANTICHI
Ormai non ci si è ancora rassegnati ai cambiamenti che il buon Chris ha portato nello show. Forse non ci si è rassegnato nemmeno lui, tant’è che l’intero ciclo Flux, attualmente, porta con sé una carrellata di figure e personaggi amarcord, in un mondo narrativo, però, abbastanza inedito, almeno secondo gli standard fissati dal 2005 in poi.
Entità malvagie e antiche, quasi mitologiche, sono affiancate da un simpatico Ood; la storia del Dottore che stravolge 58 anni di serie è contenuta all’interno di un orologio tanto caro ai nostalgici dell’epoca Tennant; una stagione per la prima volta (sempre dal 2005) completamente orizzontale ha visto comparire: weeping angels, Dalek, Cybermen, Sontaran, UNIT.
C’è un disegno ben chiaro in tutto questo per far ritornare la serie in una confortante classicità (e il ritorno di Russell T Davies farebbe coincidere il tutto), oppure l’attuale showrunner è vittima di un conflitto interiore di notevole portata?
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Postilla finale, sempre in attesa di essere smentiti. Viene fatto rivedere il Timeless Child, ricordando le sue fattezze, molto somiglianti a quelle di Bel… Ma sicuramente ci si sbaglia.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.