L’atteggiamento nostalgico, inevitabile, certe volte potrebbe anche servire da riflessione su quello che in passato ha funzionato e su cui si potrebbe insistere, non necessariamente senza le dovute evoluzioni.
Necessario autocitarsi e riprendere la frase interna alle precedente recensione. Quella che era una frase quasi di rimprovero saccente diventa un manifesto che Russell T Davies fa suo ad un episodio di distanza. Sia per lo stile che caratterizza “The Well”, sia per la ripresa di uno storico episodio, forse non citato come altri, ma particolarmente amato dal fandom.
NOSTALGIA
E forse proprio il fatto di non essere citato come altri porta lo showrunner a creare una risposta interna ai fan del precedente episodio che incoronavano “Blink” come miglior episodio. “Midnight” aveva dalla sua elementi che lo rendevano un episodio di altissima fattura: una dimensione quasi “bottle”, recitazione di David Tennant esaltata al suo massimo, fantascienza di prima scelta, inquietudine costante.
“The Well” non solo riprende “Midnight”, ma lo fa costruendo un setting che richiama il Doctor Who anni 2005-2010 più che mai: un futuro lontano, un equipaggio in missione, logiche militari ottuse, sacrifici nobili, inquietudine costante. Prima di scomodare “Midnight” si poteva facilmente pensare a “42”, così come a “The Impossible Planet”-“The Satan Pit”, oppure all’imponente “The Waters Of Mars”. Il fan viene però colpito come da una martellata nel momento in cui viene fatto riferimento al pianeta ricoperto da diamanti 400.000 anni prima.
Russell T Davies, dopo aver fatto citare al Dottore alcune sue recentissime avventure per “contrastare” il successo di “Blink”, decide di calare l’asso e ricordarne una delle più amate. Non si può che apprezzare.
IPOTESI
Ma non è la prima volta che si è portati a pensare a “Midnight”. Giochiamo a fare alcune ipotesi. Nella 4×10, il Dottore e l’equipaggio della piccola navicella turistica si imbattevano in questa creatura praticamente invisibile (anche se lì, esattamente come in questo episodio, qualcuno aveva l’impressione di vedere qualcosa nel pianeta verosimilmente deserto). La creatura si impossessava di una passeggera e imparava letteralmente l’essere umano. Prima ripetendo parola per parola, poi parlando in contemporanea, ad un certo punto anticipando.
In “The Well”, 400.000 anni dopo, la creatura sembra aver imparato a muoversi diversamente, ovvero a utilizzare le persone come mezzi di trasporto. La sua essenza sfuggente, violenta e impercettibile rimane più che mai, impedendo di essere vista e rendendo tale visione letale.
Alla fine dell’episodio si capisce che il pericolo è tutt’altro che scampato, sia perché le persone a salire sulla navicella risultano quattro, anche se in realtà se ne vedevano tre. Ma soprattutto per il finale dolce-amaro che riguarda Mo. Secondo i commenti di alcuni fan le creature potrebbero anche essere più di una, considerando che in teoria la comandante che si sacrifica ne era provvista. Anche se bisognerebbe chiedersi come il Dottore abbia potuto guardarla di spalle poco prima che si buttasse.
Da tutto ciò emerge una domanda che si ricollega alla prima frase del paragrafo. E le creature di “Wild Blue Yonder“? Molto più avanti nel tempo (presumibilmente), in un’altra zona dell’universo (presumibilmente), avrebbero acquisito un’ulteriore capacità: ovvero quella di imitare la forma di chi si trovano davanti. Chissà che in futuro non ci sia un filo conduttore che unisca tutti questi elementi.
ANSIA
In tutto questo però la Terra non ci sta più, gli umani non si sa chi siano, il Dottore e Belinda non riescono a tornare, Mrs. Flood sbuca da ogni lato.
La componente ansiogena del filo orizzontale creato da Russell T Davies, suo vero e proprio marchio di fabbrica, assume contorni sempre più drammatici e apocalittici. Il merito è quello di creare attesa e curiosità, ma anche di aumentare le aspettative. Considerando che, per esempio, Mrs. Flood sta ronzando già dalla scorsa stagione, non ci si accontenterà di una soluzione semplice come quella di una divinità narrativamente comoda di queste che ogni tanto stanno saltando fuori. Poi sicuramente andrà così e sicuramente troveremo il modo di farcela andare bene. Ma la speranza di alcuni richiami al passato, come avvenuto in questo episodio, è sempre l’ultima a morire.
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La seconda/quindicesima stagione sembra procedere in crescendo. Se l’andazzo è questo sarà difficile non arrivare prossimamente ad una valutazione massima. Questo episodio la meriterebbe solo per la ripresa di “Midnight”, ma forse meglio continuare a volare un po’ bassi, anche se, a parità di valutazione, la differenza qualitativa con il precedente rimane notevole.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.