Doctor Who 15×04 – Lucky DayTEMPO DI LETTURA 3 min

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Doctor Who 15x04 RecensioneLa serie positiva di questa stagione prosegue, confermando, con una certa dose di certezza, che Russell T Davies è l’autore che meglio ha sintetizzato le virtù di uno show particolare e pieno di sfaccettature come Doctor Who.
Ironia, pathos, tristezza, epicità, leggerezza, brillantezza, attualità e, per quanto possibile, un po’ di sana cura nei dettagli.
La genialità narrativa di un Moffat, per citare un altro che è stato showrunner, è utilissima nel momento in cui è inserita all’interno di una struttura narrativa collegata e coerente. Russell è in grado di partire da un punto A a un punto B senza particolari colpi di teatro, cercando il più possibile di creare un contesto familiare e percettibile allo spettatore, che non deve così dare vita a fantasiose interpretazioni e percezioni temporali oltre l’umano.

INSIGNI PREDECESSORI


“Lucky Day” ripropone una specialità tipicamente daviesiana. “Love And Monster”, “Blink”, “Turn Left”, e poi “73 Yards“. Sembra quasi come se Russell volesse dare voce a ispirazioni creative specifiche, utilizzando Doctor Who come base. Come se l’esigenza fosse quella di mettere in scena una storia brillante, che intrattenga bene, dove però il protagonista è quasi superfluo.
“Lucky Day” attinge da una pericolosa attualità, quella del negazionismo, del risalto mediatico attraverso social e media vari, dell’utilizzo della paura e della disperazione della gente per creare un nemico comune. Una scusa tra l’altro per riportare in auge l’Unit e Kate, vera e propria costante nello show da una dozzina di anni a questa parte.
Occorre rendere merito all’episodio in questione per il fatto che poteva sembrare un semplice filler che metteva al centro della scena il nuovo love interest di Ruby, salvo poi rivelarsi una trama ben più complessa. Oltre all’aspetto sociale, interessante come al solito la dinamica wibbly wobbley per cui tutta la trama viene messa in moto dall’ennesima tappa del Dottore e Belinda, utile a raggiungere nuovamente la Terra del 2025. L’incontro con un piccolo (e problematico) Conrad nel capodanno del 2007 mette in moto la catena di eventi.
Quando il Dottore compare di nuovo alla fine, non è quello che stiamo seguendo noi in questa seconda/quindicesima stagione, bensì quello dell’interregno tra Ruby e Belinda (infatti è da solo), infatti sapeva nella 15×01 di Belinda.

RUBY


Se “Love And Monsters” e “Blink” avevano un protagonista esterno e “Turn Left” e “73 Yards” avevano la companion di turno rimasta senza Dottore, in questo caso specifico, per la prima volta, va in scena una ex companion che, in ogni caso, ci era stato promesso che avremmo visto ancora.
Ruby aveva ancora molto da raccontare e il personaggio particolarmente ben riuscito e ben scritto, grazie anche alla grande interpretazione di Millie Gibson, sembrava quasi sprecato per soli 8 episodi.
Renderla nuovamente protagonista era un atto quasi dovuto, creando anche quel tipo di sinergia tra compagne di viaggio tipico della prima fase di Russell T Davies, quando Martha interagiva durante il periodo di Donna, oppure Rose ricompariva. Chissà che non siano state poste le basi per far tornare ancora Ruby, anche incontrando Belinda e il Dottore “attuale”.

I SOTTOTITOLI DANNO INDIZI


La dimensione unica dell’episodio non disdegna comunque dal portare avanti la trama orizzontale. Oltre alla continuità avuta grazie alla prima sequenza, il finale lancia ulteriori indizi.

“Oh, I’m the Governor.”

I sottotitoli. G. La G maiuscola. Senza colpevolizzare gente che lavora, ma è indubbio che quella G maiuscola vista grazie ai sottotitoli qualche pensiero lo dà. Sicuramente si sarà stati attenti a spoiler troppo grossi, ma il fatto che quello fosse quasi un nome, in stile Master per capirci, ora salta agli occhi più che mai. Mrs. Flood si definisce Governor. Un nome da Time Lord? Un altro di questi Dei casinari? Niente di tutto questo?

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Ritorno di Ruby
  • Attenzione alla continuità
  • Mrs. Flood nel finale
  • Temi trattati con acume
  • Citazione del Brigadier Lethbridge-Stewart, seppure insultato
  • In una stagione da soli 8 episodi usare, di nuovo, così poco il Dottore in una puntata fa storcere un po’ il naso, malgrado il buon risultato

 

La continuità qualitativa della scrittura e degli episodi fa tornare Doctor Who ad essere un appuntamento attesto con molto piacere durante la settimana. Anche se un po’ di ansia per quello che succederà finita la stagione si inizia ad affacciare.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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