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From 2×06 – Pas De DeuxTEMPO DI LETTURA 3 min

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Gli ultimi episodi della serie creata da John Griffin hanno deluso fortemente, anche se con “Lullaby” si è intravisto qualche timido segnale di ripresa. Questo sesto appuntamento stagionale si può chiaramente suddividere in due diverse parti: una prima parte molto lenta e compassata, sulla scia delle puntate precedenti, mentre nella seconda parte il ritmo aumenta notevolmente e finalmente succede qualcosa di interessante.

ZERO NEGATIVO


Il caso vuole che chi scrive queste righe sia un zero negativo ma in realtà questo gruppo sanguigno è abbastanza raro e solo il 7% circa della popolazione italiana lo possiede, percentuale che sale al 15% se invece si guarda all’intera popolazione mondiale. La cosa importante da sottolineare è che chi ha questo gruppo sanguigno è donatore universale ma può ricevere una trasfusione solo ed esclusivamente da un altro zero negativo.
Queste semplici informazioni si possono trovare facilmente sul web ma una breve linea di dialogo al riguardo non avrebbe guastato, poiché lo spettatore a digiuno di tali nozioni faticherà a comprendere perché deve essere per forza Boyd a donare il sangue al figlio.
Ma rimanendo sul tema sangue, appare evidente come il sangue di Martin sia diventato uno dei main theme della stagione e in questo caso rappresenti il vero motore della puntata, dove il ferimento di Ellis rappresenta un ottimo escamotage narrativo per cambiare radicalmente la situazione del padre.
Lo sceriffo Boyd che in “This Way Gone” aveva iniziato prepotentemente la sua parabola discendente, giunge a un passo dal collasso psicologico, con numerose allucinazioni a tema balletto che danno il titolo alla puntata e il consueto Padre Khatri, salvo poi liberarsi, almeno sulla carta, del sangue di Martin, riuscendo contemporaneamente a uccidere uno dei mostri.
Resta ora da capire come ciò sia stato possibile e soprattutto cosa significhi nell’economia generale dello show, ma a quanto sembra, dopo tante lamentele al riguardo in casa RecenSerie, i personaggi hanno finalmente iniziato a parlarsi, situazione che ha aiutato Boyd a sopravvivere e che potrebbe portare a una più rapida comprensione di ciò che accade realmente nella città e nella foresta.

SBAVATURE


Non si possono non evidenziare alcune soluzioni narrative poco convincenti che in parte compromettono la piena riuscita della puntata e ovviamente incidono sulla valutazione finale.
La modalità in cui avviene il ferimento di Ellis è ai limiti del ridicolo, con Dale che agita un coltello mentre taglia le verdure e durante una normale discussione ferisce quasi mortalmente Ellis, situazione assurda e poco credibile. Si può dire lo stesso per il suo salvataggio, con Elgin e Fatima che lo spostano prima sul van e poi lo trasportano dalla Colony House all’infermeria, senza esser però mai fermati o realmente disturbati dai mostri nonostante sia piena notte, anche qui lo spettatore deve chiudere entrambi gli occhi e far finta di niente.
Menzione finale per la complicata relazione tra Kristi e Mari, con la tossicodipendenza di quest’ultima che palesemente è destinata a creare problemi, rapporto a cui è stato dedicato già diverso screen time sin dalla season premiere ma per ora rimane un filone narrativo piuttosto sterile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Buon espediente narrativo il ferimento di Ellis per smuovere le acque…
  • Boyd risorge a un passo dalla follia
  • l sangue di Martin e la sua importanza crescente
  • Finalmente i personaggi iniziano a comunicare tra di loro.
  • … ma come avviene è veramente ridicolo. Coltellate random in cucina mentre si tagliano verdure? Si doveva fare meglio.
  • Inverosimile che Elgin e Fatima non vengano bloccati mentre si spostano da Colony House all’infermeria, anche se sono in van
  • I problemi di coppia tra Mari e Kristi

 

Un buon episodio per From ma viziato da diverse soluzioni narrative molto tirate, senza dimenticare una prima parte di puntata lenta e compassata che non ha entusiasmato, al contrario invece della seconda metà che ha catturato l’attenzione dello spettatore. Il risultato finale è una sufficienza abbondante, ma i fasti della prima stagione sono ancora lontani.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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