George & Tammy 1×03 – We’re Gonna Hold OnTEMPO DI LETTURA 3 min

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George & Tammy 1x03 recensioneLa miniserie di casa Showtime, in collaborazione con la piattaforma Paramount+ su cui andrà successivamente in onda, arriva a metà del suo percorso con un terzo episodio che scava ulteriormente nella psiche dei personaggi, ormai famosi in tutto il nord America. La celebre coppia sembra ormai inarrestabile ma i demoni di Glenn sono sempre dietro l’angolo pronti ad emergere.

IL SUCCESSO DI TAMMY


Grazie a un’interessante cold open la puntata prende il via in modo ottimale e tramite un salto temporale si comprende quanto sia diventata famosa Tammy: sono lontani gli inizi da dilettante mostrati nel pilot, ora la cantante è famosa in tutti gli Stati Uniti e vende più dischi del celebre marito. La Wynette vince un Grammy grazie a “Stand By Your Man” che la rende l’artista country più importante del Paese.
Ed è proprio qui il primo punto di rottura di questo terzo appuntamento visto che, grazie all’amore della moglie e alla nascita della loro prima figlia, George Jones è ormai un uomo sobrio e rispettabile e le sue canzoni hanno perso il mordente del cantante maledetto e sempre al limite di cui i fan, e soprattutto le fan, erano follemente innamorati. Il risultato è che George Jones dà il meglio di sé sul palco con la moglie, mentre la sua carriera da solista annaspa e nessuna sua canzone è più una hit da primo posto in classifica.
Un tema ricorrente per i grandi cantanti, incastrati spesso in uno stile di vita folle e autodistruttivo ma che contribuisce in larga parte al proprio successo e alla composizione dei proprio brani.
Interessante notare come l’autrice, seppur brevemente, scavi nel passato di Glenn riesumandone l’infanzia infelice e il padre violento, andando ad approfondire le radici del comportamento visto nella puntata precedente.

LAS VEGAS


Mr & Mrs Country Music”, soprannome con cui erano chiamati George Jones e Tammy Wynette, hanno raggiunto ormai una tale fama che vengono chiamati a suonare a Las Vegas, evento completamente inusuale per due cantanti country.
Un concerto che rappresenta il secondo punto di rottura della puntata visto che George, timoroso di non essere all’altezza, ricade nel vizio dell’alcolismo,  mai veramente sconfitto.
L’esito del concerto, positivo grazie alla performance di Tammy, nonostante l’assenza di Jones, evidenzia la questione femminile di quegli anni: gli spettatori erano li principalmente per il cantante e gradiscono l’interpretazione soprattutto perché la Wynette canta diverse canzoni proprio sul suo rapporto travagliato con il marito.
Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 era inconcepibile che una donna abbandonasse il marito per fuggire con un altro, risposandosi, e Tammy, con diversi matrimoni alle spalle, è un character perfetto per evidenziare tale ipocrisia, anche se la serie decide di affrontare la questione in modo sottile, tramite poche linee di dialoghi secondari ed esternazioni attonite della cantante country che valgono però più di mille parole.
Nemmeno a dirlo ma le interpretazioni di Micheal Shannon e Jessica Chastain valgono da sole la visione della miniserie e sono veramente strepitose, vero punto di forza dello show.
Al contrario la mancanza di personaggi secondari degni di tal nome incide sull’economia della puntata e in generale della serie, per una narrazione a cui avrebbe giovato qualche sottotrama in più. Il tempo ci sarebbe stato, viste le sei puntate a disposizione ed è un peccato che si sia scelto di concentrarsi esclusivamente sui due character principali.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le interpretazioni di Micheal Shannon e Jessica Chastain valgono da sole la visione della miniserie
  • Cold open interessante che dà un ottimo inizio alla puntata
  • Tammy Wynette  e la questione femminile affrontata in modo sottile
  • Qualche personaggio secondario degno di nome non guasterebbe

 

Un ottimo episodio per la miniserie scritta da Abe Sylvia che conferma l’alta qualità di questo show sicuramente di nicchia, non solo perché si basa sulla biografia e carriera di due cantanti country, ma anche per il gran numero di scene cantate non facili da digerire da un pubblico generalista. La valutazione della puntata è ampiamente positiva per un prodotto televisivo di pregevole fattura.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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