Grey’s Anatomy torna a far parlare di sé con un episodio totalmente impegnato nel sociale, allontanandosi temporaneamente dagli ultimi appuntamenti, incentrati principalmente sulle dinamiche interpersonali e sulle personalità emergenti dei nuovi specializzandi.
Ancora una volta, trattare l’attualità fa splendere il Grey-Sloan quasi come ai tempi d’oro dello show.
ROE V. WADE: ACT II
Sembra passato molto tempo, eppure l’episodio “When I Get to Border”, il quinto della diciannovesima stagione, aveva già gettato le basi per quella che è probabilmente una delle tematiche sociali più importanti trattate finora. Questo in virtù del fatto che Grey’s Anatomy è prima di tutto un medical drama, ma anche uno show largamente diffuso e che può raggiungere più persone possibili.
Si tratta sempre della revoca della sentenza Roe vs. Wade da parte della Corte Costituzionale degli Stati Uniti (e quindi della cancellazione del diritto all’aborto), decisione che da neanche un anno sta dividendo e continua a dividere l’opinione pubblica.
Lo show, capitanato ormai dalla showrunner Meg Marinis, aveva già reso il personaggio di Addison Montgomery portavoce di questa lotta per i diritti umani, donando nuova vita ad un character non apparso da tempo e, sul cui ritorno, poteva aleggiare la triste fine riservata spesso ai personaggi storici (esatto Owen e Teddy, si parla proprio di voi).
Proprio Kim Raver, interprete di Teddy, si ritrova questa volta dietro la cinepresa, con l’arduo compito di trattare dignitosamente una tematica così attuale e importante. Il risultato supera le aspettative: sembra di trovarsi in una zona di guerra, nonostante ci si trovi sempre a Seattle.
La forza dell’episodio sta proprio nel fatto che la situazione descritta non sia poi così lontana dalla realtà, considerando che negli Stati Uniti l’impatto emotivo per forza di cose è molto più grande rispetto alla percezione di qualunque altro stato.
UN FINALE SOSPESO
L’episodio procede incalzante: prima si assiste al ritorno di una Addison in incognita, diversa dal solito, ma che ha trovato la sua strada. Successivamente, la situazione precipita e i medici sono costretti a difendersi da una folla inferocita quando in realtà cercano solo di salvare vite.
Lo show ritrova la potenza di alcuni episodi iniziali, quando il caso della settimana fagocitava interamente la trama orizzontale a favore di una situazione straordinaria, degna di essere ricordata.
Questo è ciò che accade con “Training Day”, che sarà ricordato come un episodio memorabile non solo per la tematica o per il caso della settimana, ma anche per le convincenti interpretazioni di Kate Walsh e Chandra Wilson, così come per l’epilogo finale sospeso. Il cliffhanger riguarda proprio Addison.
Nella parte finale dell’episodio, infatti, i medici escono da un’uscita secondaria per evitare le proteste. Nonostante ciò, anche quando la situazione sembra apparentemente risolta, una macchina appare all’improvviso e investe Addison insieme ad una giovane studentessa.
Questo finale (indipendentemente dall’esito che sarà svelato nel prossimo episodio) non sarà facilmente dimenticato, anche se il modo in cui la sopracitata scena è stata girata non è risultato molto efficace. Il momento importante avrebbe sicuramente richiesto una degna riproduzione, anche se non si può certo dire che le ultime stagioni saranno ricordate per una regia magistrale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Grey’s Anatomy abbandona lo stile degli ultimi episodi per farsi ancora una volta portavoce di una tematica attualissima negli Stati Uniti. Quando ci si trova davanti ad episodi come questo, sembra che lo show abbia ancora qualcosa da dire. Considerando che la serie è stata recentemente rinnovata per una ventesima stagione, non resta che sperare che continui su questa strada.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.