Mr. & Mrs. Smith 1×05 – Do You Want Kids?TEMPO DI LETTURA 5 min

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Mr And Mrs Smith 1x05 RecensioneContinua a stupire l’operazione remake marchiata Donald Glover chiamata Mr. & Mrs. Smith, ma che col suo predecessore condivide praticamente solo il titolo e l’idea iniziale. Seppur non sia stata ancora premiata col massimo dei voti, e abbia ricevuto un apprezzamento non così importante da parte del grande pubblico (come testimonia ad esempio IMDb), “Do You Want Kids?” conferma la sensazione di star guardando un prodotto caratterizzato da una qualità e un’originalità nella scrittura e nella messa in scena trovata in pochi prodotti che emergono tra il marasma di release di ogni settimana.
C’è un po’ di Atlanta, ormai richiamata nelle recensioni di ogni singolo episodio, così come c’è un po’ di Sciame, serie horror-grottesca sempre distribuita in Italia da Prime Video, ideata, guarda un po’, dal solito Donald Glover. C’è tuttavia un altro nome che ricollega questi tre show, ed è quello di Stephen Glover, fratello minore di Donald e suo fedele collaboratore, che figura come sceneggiatore per questo quinto episodio.

MADE IN ITALY


Si ritorna nel Belpaese. D’altronde questo è uno degli elementi caratterizzanti della tradizione spionistica cinematografica. L’Italia, già apparsa sullo sfondo in “First Vacation“, si sposa perfettamente con le tonalità sensuali e pericolose del genere. Lo 007 di Daniel Craig più volte ha dimostrato tale tesi, tra Casino Royale e l’ultimo No Time To Die. Allo stesso modo il competitor Ethan Hunt di Mission: Impossible nel recente Dead Reckoning. Stavolta a rubare la scena c’è il magnifico Lago di Como che, tra i tanti, ha ispirato anche George Lucas per concludere il suo romantico Episodio II.
C’è da apprezzare l’attenzione e la cura del team di Glover nel rispettare le location e le ambientazioni al di fuori dei confini statunitensi. “Do You Want Kids?” non sarebbe stato lo stesso se fosse stato ambientato in un qualsiasi altro luogo e questo è un grande punto a favore. Si sfruttano a pieno le caratteristiche del setting, come le infinite scalinate e i vicoli stretti della cittadina comasca, giustificando così l’ambientazione a effetto non solo per qualche establishing shot.

JANE-CENTRISMO


Do You Want Kids?” è anche un episodio sbilanciato dal punto di vista dei due protagonisti. Se finora il focus era sempre stato abbastanza equilibrato tra Jane e John, stavolta il personaggio di Maya Erskine sembra ricevere più di qualche attenzione dalla sceneggiatura. Attenzioni che, infatti, riceve anche da Hi-hi, che si interessa del suo benessere, dei suoi interessi e delle sue ambizioni. Una forte contrapposizione con il suo partner, che ormai sembra ben deciso a puntare più sulla relazione con sua “moglie” piuttosto che a una pericolosa carriera.
Il personaggio di Jane è infatti forse quello più ombroso ma allo stesso tempo sfaccettato. Più di una volta nei precedenti episodi si è suggerito un suo passato infelice, ma, a differenza di John, tutto ciò che riguarda Jane al di fuori del lavoro è ignoto ai più. Una scelta sicuramente motivata e che riguarderà i futuri episodi, ma bisogna dare i giusti meriti a una sceneggiatura forte e coraggiosa nel non svelare tutto riguardo una sua protagonista, oltre alla bravura dell’esordiente Erskine, capace di portare in scena un personaggio così pieno di sfumature.

BIVIO


Ecco che arriva, all’inizio di questa seconda metà di stagione, il primo vero bivio per i due protagonisti. La goccia che fa traboccare un vaso che sembrava ben saldo è la domanda che dà il titolo all’episodio, come nella stragrande maggioranza delle situazioni. C’è infatti da apprezzare come, pur narrando in maniera deliziosa una storia di spie, Mr. & Mrs. Smith è soprattutto una rom-com. L’elemento romantico viene trattato con originalità e realismo, nei dettagli e nelle situazioni, pur calandolo in un contesto abbastanza assurdo.
Alla fine, togliendo lo strato di spionaggio, tutto si riduce all’annosa questione “carriera o famiglia”. Una scelta che sembra avere due punti di vista non così allineati per i due coniugi, e che forse potrebbe far spezzare un qualcosa all’interno di una bellissima relazione di cui tutti gli spettatori sono testimoni. Anche l’Agenzia sembra metterci lo zampino, unita alle parole della Jane dello scorso episodio, lasciando forse presagire che qualche sorpresa per il finale potrebbe arrivare.

Toby:I mean, I’m not, I’m not Hitler evil. […] Who happens to still be alive, by the way. […] All right, true story. I’m down in Argentina, at a bar with some friends of mine. […] And I see across the room this guy. I just can’t take my eyes off him. You know, he’s got the little Charlie Chaplin beard with the hair. And I say to my friends: “I got to check this out, man. This is, like, whoa”. So I walk up to the guy and I say: “Excuse me, I apologize. I know I’ve been staring at you, but I got to ask you”. He’s: “No, you don’t have to ask me. I’m telling you, you’re right. I am who you think I am. And this is my wife Eva, and we are down here. We’re reorganizing. We’re gonna be bigger than ever. This time we’re going to kill 12 million Jews! And six acrobats!”. And I say: “Why six acrobats?”. He says: “You see, Eva? I told you nobody cares about the Jews”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’ambientazione sul Lago di Como e l’insolita cura nel trattare un setting al di fuori degli USA
  • L’azione diretta in maniera egregia, sfruttando tutte le possibilità che offre l’ambientazione
  • I dubbi che attanagliano Jane, personaggio pieno di sfumature pur non sapendo nulla del suo passato
  • Ron Perlman delizioso nei panni di Toby
  • La barzelletta su Hitler
  • I dialoghi tra John e Jane, veri e strappati dalla realtà, per ogni occasione
  • Nulla da segnalare

 

Mr. & Mrs. Smith è uno show delizioso, ennesimo progetto convincente del sottovalutato autore Donald Glover. A distanza di cinque episodi continua a non tradirsi e quindi è anche ora di iniziare ad assegnare un giudizio importante ma meritevole.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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