Romulus 2×03 – MostroTEMPO DI LETTURA 3 min

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Romulus 2x03 RecensioneLa seconda stagione di Romulus, rispetto alla prima, sta dimostrando di voler entrare molto più a gamba tesa sulla versione “mainstream” della fondazione di Roma, per come è conosciuta dal grande pubblico.
La sorpresa, ad inizio serie, della morte del fratello di Yemos, sembrava voler dirottare le aspettative del pubblico verso una nuova versione della storia della Storia. Più plausibile per certi versi (guerre tra villaggi), più televisiva per altri (non sapere cosa aspettarsi se non infiniti sviluppi tra personaggi più o meno secondari).
La seconda stagione sterza prepotentemente verso la bromance tra Yemos e Wiros, ricostituendo così il dualismo Romolo-Remo che tutti un po’ sotto sotto si aspettano.

LA PROFEZIA


Ad accelerare il processo di ricongiungimento con la leggenda come la si conosce e quanto narrato dalla serie tv ci pensa la sacerdotessa sabina Ersilia (interpretata da Valentina Bellè, la Dori Ghezzi di “Fabrizio De Andrè – Principe Libero”) che, con il disappunto delle compagne, spiattella una profezia a dir poco destabilizzante. Destabilizzante ma che porta l’intero pubblico a dire “sì vabbè certo“: dei due Re, uno è destinato a morire e l’altro a governare. Semplice semplice.
Si analizzerà poi nell’ultimo paragrafo questa scelta a cosa porta a livello narrativo e televisivo. Sta di fatto che l’intero episodio accentua ulteriormente la differenza di indole tra Yemos e Wiros. Sicuro e disposto al sacrificio il primo, insicuro e con un netto complesso di inferiorità il secondo.
Ma lo spettatore seriale con un buon bagaglio di esperienza si chiederà: chi sarà veramente Romolo e chi Remo? Soprattutto tra quando lo si scoprirà?

FLASHBACK


L’importanza che riveste un “banale” terzo episodio di stagione lascia comunque spazio allo sviluppo di personaggi nuovi, personaggi vecchi e personaggi nuovi con personaggi vecchi.
Intanto, grazie ad un flashback, si ripercorrono gli eventi che hanno visto protagonista l’ex-antagonista Amulius. Ora Servios, come buon villain che si rispetti, colui che è stato quasi sconfitto si ritrova a ricominciare da capo. Prima allo stato brado, poi catturato dalle milizie sabine, poi valido guerriero al servizio di Re Titos, giusto per non disperdere troppo le storyline, cosa senz’altro da apprezzare.
E infatti sempre al cospetto di Titos si trova anche Silvia, in una posizione a dir poco ambigua. Da una parte cercando a tutti i costi di difendere il figlio Yemos (unico figlio rimasto in vita), dall’altro diventando sempre più devota al sovrano dei sabini. Il ritrovamento del cadavere di Re Numitor sembra essere un gesto degno di grande gratitudine.
Re Titos per questa ragione decide di farsi lavare dalla madre del protagonista e farsi togliere di dosso un qualcosa di colloso che sembra essere miele.

COLPO DI SCENA!


E il protagonista a quanto pare muore. Riprendendo quanto detto nel primo paragrafo, lo spettatore attento, soprattutto in ambito seriale storico, sa che spesso a sopravvivere non è il più forte, e nemmeno quello che sembra essere il protagonista. Ned Stark insegna.
Ci si poteva aspettare che a soccombere fosse proprio quello che se si cerca su Wikipedia appare come primo degli interpreti? Forse sì. Proprio per l’accelerata narrativa causata dalla profezia e per il fatto che Wiros è stato mostrato come sfigatissimo.
Ovviamente non è detta l’ultima parola, occorrerà assistere ai primi minuti dell’episodio successivo per capire se effettivamente la Y di Yemos andrà sostituita con una R. Tuttavia mai come ora è da apprezzare la commistione tra Storia, leggenda e serialità.
L’ascesa di Roma sarà tutta nelle mani di Wiros? Il sangue reale di Yemos era uno specchietto per le allodole? E chi si sarebbe mai aspettato una svolta simile in una banalissima 2×03?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Colpo di scena finale
  • La profezia
  • Storyline contenute e compresse in pochi ambienti e pochi contesti
  • Forse un’accelerata un po’ brusca
  • Ilia che continua a risparmiare il padre

 

Episodio che si regge in piedi su alte valutazioni grazie al colpo di scena finale, mettendo in secondo piano un po’ di stereotipi narrativi qui e lì.
Che poi Andrea Arcangeli, interprete di Yemos, doveva in qualche modo liberarsi dal peso di far ascendere Roma se voleva anche essere Roberto Baggio.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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