Bisogna ammettere che la sensazione generale che si aveva prima del rilascio di Ms. Marvel non fosse delle migliori. Un mix di scetticismo, toni più fanciulleschi e più in generale un collegamento a Captain Marvel che non è assurto agli onori della cronaca né come miglior film, né come miglior character. Poi però è arrivato “Generation Why” e, pur non esaltando al livello di Wandavision o Loki, si è cominciato a capire il perché Kevin Feige abbia deciso di puntare su Kamala Khan e la misconosciuta Iman Vellani.
Con una breve ricerca su Google Trends (che chiunque può fare) si avrà visivamente un po’ più di chiarezza e di conferma su quanto si sta affermando: Ms. Marvel non è esattamente lo show Disney+ con più hype di sempre, anzi è quello che sembra riscontrare meno eco e passione di tutti. Per ora, e anche dopo una buonissima series premiere, l’hype generale sembra rimanere basso ma le potenzialità ci sono tutte.
ORIGIN STORY MOLTO INTIMA
Bisogna ammettere che ci sono diverse somiglianze tra il modo in cui Kamala Khan sta provando a diventare una supereroina e quello di svariati supereroi. Viene innanzitutto alla mente lo Spider-Man di Tom Holland, principalmente per la verve che accomuna Holland e Vellani ma anche per le difficoltà insite nell’essere un teenager con dei superpoteri nati all’improvviso. Ma c’è anche qualche riferimento ad un’altra serie che non è sfociata in un successo, ovvero Marvel’s Runaways. Fortunatamente sembra che l’imprinting iniziale di Ms. Marvel sia molto più simile a quello di Spider-Man piuttosto che a quello dei Runaways.
Una differenza principale che emerge in “Crushed” è però l’intimità che si respira all’interno della serie, ovvero un modo di scrivere la storia e i personaggi che è più dedito a renderli umani piuttosto che “super”, elemento che potrebbe sembrare in netta controtendenza con l’interesse dello spettatore. Eppure è proprio questo l’elemento che lega il pubblico a Kamala: la normalità dei suoi problemi. Tra cotte liceali (Kamran), amori non corrisposti (Bruno) e dei genitori che non sono proprio facili da gestire, sicuramente i punti in comune con la storia personale di ciascun spettatore sono molteplici. Se poi si aggiunge un certo twist narrativo derivante dal background (finalmente) diverso della protagonista e dall’impatto della religione sulla vita di tutti i giorni, allora il tutto acquisisce un altro sapore.
POTENZIALITÀ INESPLORATE
Proprio la scelta di dedicare più tempo alla vita quotidiana di Kamala e di concedere più spazio anche a Nakia, la sua migliore amica, permette di esplorare un territorio completamente nuovo per l’MCU, un territorio che in generale è sconosciuto anche alla maggioranza del pubblico occidentale.
Ecco quindi che la preghiera nella moschea enfatizza le differenze tra uomo e donna mussulmani, così come l’utilizzo o meno del velo, per non parlare del punto di vista politico e allo stesso tempo delle similitudini con qualsiasi altra comunità che ha praticamente lo stesso tipo di gruppi al suo interno.
“Crushed”, con l’arrivo in scena del Department Of Damage Control (DODC per gli amici) specialmente durante l’interrogatorio, dimostra un palese bias sulla comunità mussulmana che aiuta a mettere in prospettiva un certo tipo di comportamento e anche di finta uguaglianza. Un qualcosa non di poco conto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Pur non essendo ancora al suo massimo, Ms. Marvel continua ad essere una piacevole coloratissima sorpresa che affonda le sue grinfie in tutti i lati positivi della sua versione cartacea e li ripropone con un discreto successo. L’intimità che si respira anche in questo secondo episodio è il valore aggiunto che serviva.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.