Il marchio The Walking Dead ha dalla sua sicuramente un potenziale illimitato per quanto riguarda la possibilità di creare spin-off dal nulla, oppure aumentare a dismisura il quantitativo di storie a tematica zombie.
Il marchio The Walking Dead, purtroppo, va avanti dal 2010 e di conseguenza deve stare veramente attento a non sbagliare nulla, ad evolversi, senza però diventare una caricatura o snaturarsi.
È mai riuscito a non diventare ripetitivo? No. Tranne in questo episodio che si rivela un simpatico divertimento e che però è sia una caricatura, sia un totale snaturamento della tipologia di narrazione marcata TWD.
Obiettivo, quindi, comunque fallito.
A COSA SERVE TALES OF THE WALKING DEAD?
A niente. E questo paragrafo potrebbe chiudersi anche qui. Ma sarebbe forse una valutazione un po’ superficiale. Si presuppone che Tales Of The Walking Dead voglia barbaramente sfruttare il brand giocare e spaziare su tutte le storie minori che possano aver coinvolto la popolazione: storie fugaci che non meritano una serie intera ma che possono ben figurare in un format antologico.
Il precedente episodio rappresentava esattamente ciò che si poteva temere/aspettare da uno show simile. La 1×01, infatti, altro non è che il classico filler che si sarebbe potuto trovare all’interno della serie madre o dello “spin-off madre”, come si potrebbe chiamare quel grandissimo esperimento fallito che è Fear The Walking Dead. Un approfondimento, magari, su uno o due personaggi da introdurre nel parco personaggi principale. Inutile dire che un’impostazione simile non aggiungeva niente a quanto già visto nei precedenti 12 anni.
La 1×02, in questo senso, sembra dare un enorme sospiro di sollievo allo spettatore: il setting è appena pre-apocalisse, i personaggi si trovano a metà tra conoscenza degli zombie e problemi di tutti i giorni, la struttura è un mix tra inizio di un survival e comedy. Non a caso si è citato Fear, serie che doveva mostrare i primi giorni di apocalisse, cosa che nella serie madre era stata omessa a causa del coma del protagonista. Con “Blair / Gina” sembrava di poter rivivere quella fase.
E INVECE…
Bastava veramente un’onesta storia di nascenti zombie misti a conflitti aziendali. Non era veramente necessario inserire nell’universo di TWD un “giorno della marmotta” che neanche ha una vera e propria soluzione. Non che non sia apprezzabile l’idea stessa di esercizio di stile ma in uno show in cui, pur con un’impostazione fantastica, prevale sempre il razionalismo, presentare una trama del genere dà proprio l’impressione della degenerazione. Come se ormai si potesse tutto (e ripensando ad alcune digressioni in Fear The Walking Dead non c’è da stupirsi).
Sia chiaro, l’episodio nel suo scorrimento è godibile, anche con il giusto distacco e spegnimento delle sinapsi. Considerando anche che non si può certo parlare di lesa maestà, per un universo narrativo “inclusivo” come quello di The Walking Dead dove c’è stato spazio per: birra, disastri nucleari, appuntamenti al buio via radio. Solo per citare le prime tre cose bizzarre che vengono in mente.
THELMA E LOUISE DE NOANTRI
Ricapitoliamo. Fuori contesto il plot, apprezzabile il setting, di intrattenimento lo svolgimento dell’episodio. Andando più nel profondo è possibile notare una recitazione sguaiata delle interpreti e una chimica che non funziona mai veramente bene. I personaggi non rimangono vaghi nei 45 minuti di episodio, tuttavia non è detto che poi alla fine convincano.
La svolta finale in cui le due danno fuoco ad una serie di zombie è uno sviluppo completamente fuori contesto dallo scenario del benzinaio in cui si svolgono gran parte degli eventi. L’esplosione finale in cui le due sopravvivono (saranno veramente sopravvissute?) è un po’ da cartone animato.
La camminata zoppicante in stile morto vivente avrebbe meritato un tragicomico equivoco finale con qualcuno che le finiva alle spalle.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sarà l’assuefazione ultradecennale ma ormai le aspettative per qualsivoglia prodotto del mondo TWD non sono proprio altissime. Questa volta si schiaffeggia, ma lo si fa rendendo onore comunque al tentativo di fare qualcosa di diverso. Forse occorre ritentare con un po’ più di cura.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.